Tavolo serale bis ieri sera per dirimere la vexata quaestio della nuova ordinanza regionale i cui contenuti nel pomeriggio erano stati anticipati a mezzo stampa dal Presidente Emiliano e dallo stesso smentiti in tarda serata per bocca dell’assessore Leo!
Alle esternazioni pomeridiane del Presidente Emiliano che prevedevano, nelle more di completare il piano vaccinale, la DAD per tutti gli studenti, sono seguite quelle serali al tavolo sindacale dell’assessore Leo con le quali si è tornati alla DDI con facoltà delle istituzioni scolastiche di ammettere in presenza, per ragioni non diversamente affrontabili, quegli studenti che non dovessero essere in condizioni di seguire le lezioni a distanza nel limite massimo del 50% all’interno di ogni classe. Non più scelta in capo alle famiglie, dunque, ma decisioni travasate in capo alle singole istituzioni scolastiche.
Decisione che, anche per i tempi ed i modi con cui è maturata, ha visto DIRIGENTISCUOLA l’unica organizzazione sindacale dissociarsi dall’intesa.
Abbiamo ribadito la nostra posizione di contrarietà, convinti che manchino quelle condizioni minime per un rientro in sicurezza il 22 febbraio 2021 per il primo e per il secondo ciclo, nemmeno al 50%. Ciò alla luce da un lato dell’evolversi in peius della situazione pandemica, aggravatasi anche dalla diffusione delle varie varianti sull’intero territorio pugliese, e dall’altro anche del cristallizzarsi di inefficienze strutturali ad oggi non ancora rimosse da parte della stessa regione Puglia: mancato adeguamento del trasporto locale, mancata implementazione di contact tracing da parte delle singole ASL, precaria situazione afferente il cablaggio delle scuole, condizione prodomica per un’efficace DDI (didattica digitale integrata).
Semplice e chiara la posizione espressa al tavolo regionale: prevedere un periodo di 2/3 settimane di lockdown totale durante il quale mettere in DAD tutte le scuole, infanzia compresa, e procedere ad una campagna di vaccinazione massiva per tutti gli operatori scolastici. Proposta che tra l’altro trova riscontro nelle indicazioni medico-sanitarie degli epidemiologici italiani miranti a circoscrivere il più possibile la mobilità studentesca e non nel periodo di somministrazione vaccinale. Posizione che lo stesso Emiliano aveva espresso vox populi nel primo pomeriggio di ieri a tutti i media regionali! Prerogativa che la regione Puglia non ha inteso esercitare, timorosa di un’eventuale sospensiva del Tar Puglia che, invece, si sarebbe potuta neutralizzare sulla scorta di idonea duplice motivazione: l’aggravarsi del quadro pandemico e la temporaneità del provvedimento adottato, circoscritto a non più di due settimane, periodo necessario per portare a compimento il piano di vaccinazione regionale.
Queste le domande (senza risposta) poste al tavolo regionale.
Quali i criteri per ammettere in presenza gli studenti che per ragioni non diversamente affrontabili non dovessero essere in condizioni di seguire le lezioni a distanza?
Quali gli organi deputati a decidere in tal senso? Il dirigente scolastico? Il consiglio d’istituto? Il collegio docenti? Il singolo consiglio di classe? Tutti o alcuni di essi?
Quali le motivazioni per opporre diniego ad eventuali legittime richieste delle famiglie, non più formalmente in atti, ma comunque esercitabili nei fatti?
Come si provvederà alla sostituzione del personale scolastico che dovesse accusare sintomi più o meno gravi a seguito della somministrazione vaccinale?
Come si farà fronte all’effetto domino che si creerà quando un solo alunno, per ragioni non diversamente affrontabili, dovesse rientrare in presenza obbligando l’intero consiglio di classe a seguirlo?
Comunque la si voglia vedere, un’incombenza in più per i dirigenti scolastici e per gli stessi docenti che, anche per un solo studente, saranno costretti a prestare servizio in presenza incrementando inevitabilmente il tasso di mobilità e, conseguentemente, di contagio nelle scuole. Tutto questo nel corso della campagna vaccinale in atto e con un quadro pandemico in rapido peggioramento.
Se la premessa della stessa ordinanza era di evitare il più possibile la presenza di studenti e docenti a scuola, l’effetto che ne è scaturito è stato esattamente l’opposto, con buona pace dei principi costituzionali di prudenza e precauzione che dovrebbero essere patrimonio in primis del decisore politico, ma anche di tutte le forze sindacali in campo.
Se eliminare l’opzione della scelta delle famiglie (scuola a la carte) può considerarsi certamente un risultato raggiunto, non altrettanto l’aver previsto, e non solo per le attività laboratoriali e per gli alunni BES, ipotesi residuali di rientro in presenza per un’intera platea di potenziali fruitori legate a ragioni non diversamente affrontabili da parte degli studenti. Scaricando di fatto decisioni, motivazioni e connesse responsabilità sulle istituzioni scolastiche. Leggasi dirigenti scolastici!