Era ora che qualcosa di muovesse in materia di sicurezza e, come un raggio di sole dopo una tempesta durata quasi 14 anni, arriva l’ atto n. 3395 approvato alla Camera il 15/12/2021, che all’art. 13-bis “ Disposizioni in materia di interventi strutturali e di manutenzione per la sicurezza delle istituzioni scolastiche” , apportando modifiche all’art. 18 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, così recita:
“ I dirigenti delle istituzioni scolastiche sono esentati da qualsiasi responsabilità civile, amministrativa e penale qualora abbiano tempestivamente richiesto gli interventi strutturali e di manutenzione di cui al comma 3, necessari per assicurare la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati, adottando le misure di carattere gestionale di propria competenza nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente. In ogni caso gli interventi relativi all’installazione degli impianti e alla loro verifica periodica e gli interventi strutturali e di manutenzione riferiti ad aree e spazi degli edifici non assegnati alle istituzioni scolastiche nonché ai vani e locali tecnici e ai tetti e sottotetti delle sedi delle istituzioni scolastiche restano a carico dell’amministrazione tenuta, ai sensi delle norme o delle convenzioni vigenti, alla loro fornitura e manutenzione. Qualora i dirigenti, sulla base della valutazione svolta con la diligenza del buon padre di famiglia, rilevino la sussistenza di un pericolo grave e immediato, possono interdire parzialmente o totalmente l’utilizzo dei locali e degli edifici assegnati, nonché ordinarne l’evacuazione, dandone tempestiva comunicazione all’amministrazione tenuta, ai sensi delle norme o delle convenzioni vigenti, alla loro fornitura e manutenzione, nonché alla competente autorità di pubblica sicurezza. Nei casi di cui al periodo precedente non si applicano gli articoli 331, 340 e 658 del codice penale”.
In altre parole, viene scongiurato il rischio per i dirigenti scolastici di incorrere nei reati di interruzione di pubblico servizio e di procurato allarme. Si tratta di un ombrello importante, più volte richiesto da DIRIGENTISCUOLA – che ha organizzato anche un Digital Debate sull’argomento, alla presenza del Ministro Bianchi – che finalmente trova conferma nei lavori parlamentari grazie anche all’ intervento ed alla sensibilità dei senatori che hanno promosso l’emendamento, investiti a più livelli dalla nostra Associazione Sindacale.
Apprezzabile certamente il fatto che la disposizione di legge, approvata ora anche alla camera, finalmente preveda, in maniera chiara ed inequivocabile, quanto ad oggi non si era voluto riconoscere, ossia che “ Per le sedi delle istituzioni scolastiche, la valutazione dei rischi strutturali degli edifici e l’individuazione delle misure necessarie a prevenirli sono di esclusiva competenza dell’amministrazione tenuta, ai sensi delle norme o delle convenzioni vigenti, alla loro fornitura e manutenzione”.
Il documento di valutazione dei rischi, quindi, finalmente sarà frutto del lavoro congiunto tra amministrazione scolastica ed Ente proprietario!
Quest’ultimo punto, però, per essere attuale dovrà ancora attendere il Decreto del Ministro dell’Istruzione di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali che “sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, con proprio decreto da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, stabilisce le modalità di valutazione congiunta dei rischi connessi agli edifici scolastici”.
DIRIGENTISCUOLA aveva già espresso grande soddisfazione per il risultato, plaudendo all’iniziativa subito dopo l’approvazione al Senato perché finalmente si metteva mano ad una questione delicata trascinata da troppi anni e per la quale DIRIGENTISCUOLA non aveva mai cessato di lottare.
Nell’attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non possiamo fare a meno di ricordare a tutti con convinzione che “Gutta cavat lapidem” e che solo l’unione della categoria può ridare dignità ad una professione difficile e, ad oggi, non pienamente riconosciuta.
Il Presidente Fratta: “Nell’esprimere la mia soddisfazione per questo risultato che ci ha visti in prima linea da quando siamo nati e che ci ripaga degli enormi sacrifici per le lotte che abbiamo dovuto sostenere, sottolineo ancora una volta che le battaglie le vince l’esercito non i generali ai quali va il merito della strategia. Il merito va ai tanti colleghi che in questi anni ci hanno dato fiducia e hanno sostenuto le nostre iniziative. Le battaglie sono ancora tante. Le problematiche della dirigenza sono note. Negli anni sono aumentate e tutti sanno perché e per colpa di chi. Se la categoria si unirà in un’unica O.S. i problemi si potranno risolvere in breve tempo.
Mancano solo 13 giorni alla rilevazione della rappresentatività che deciderà chi dovrà, e con quale forza, RAPPRESENTARE, appunto, la categoria. Tutte le deleghe che saranno rilasciate dall’1/01/2022 avranno il loro peso dopo la prossima rilevazione, ovvero, salvo strategici rinvii, dal 2025. Purtroppo la categoria, soffocata da mille impegni, non segue queste dinamiche e strategie…ma poi paga le conseguenze, e si fa anche ingannare da chi sostiene che le deleghe rilasciate in questi giorni non saranno registrate in tempo e non varranno ai fini della rappresentatività. MENTONO SAPENDO DI MENTIRE senza pudore e dignità. Tutte le deleghe rilasciate fino alle ore 24 del 31/12/2021 saranno rilevate e conteggiate.
Quanti colleghi – e lo dico nel disperato tentativo di far loro aprire gli occhi – , per fare solo un esempio, stanno seguendo l’iter della costituzione del Comitato paritetico e si sono chiesti perché dopo mesi ancora non è stato approvato il CCNQ relativo all’accorpamento della AREE e COMPARTI di contrattazione che, con quello di ieri, è stato nuovamente rinviato …ma non per impegni dell’ARAN, ma per “sopravvenuti impegni istituzionali da parte sindacale” dal 20 p.v. al 29/12/2021 con possibile ulteriore rinvio, e sarebbe il quinto, al prossimo anno? Quali impegni sono sopravvenuti alla parte sindacale – ci vuole la sfera di cristallo per sapere chi e perché – sono più importanti della definizione del CCNQ, senza la cui approvazione non partiranno i rinnovi dei contratti? La parte sindacale che ci occupa ha informato i propri soci? Ha pubblicato il rinvio? Qualcuno si è chiesto perché l’ARAN non precisa chi ha chiesto il quarto rinvio – rectius ha concordato con l’ARAN la richiesta perché sarebbe stato troppo sconcio che l’ARAN motivasse nuovamente il rinvio con “sopraggiunti impegni del Presidente”? E i soci di “parte sindacale”, sicuramente non informati o avvisati della richiesta di rinvio, perché non chiedono spiegazioni o perché non reagiscono?
Riporto la reazione di un grande e noto esponente sindacale: “Siamo al ridicolo. Non mi meraviglio dell’ARAN che fa il suo mestiere (male) ed il suo gioco (bene). Mi meraviglio della connivenza dei sindacati. Una presa in giro come questa avrebbe richiesto l’occupazione della sede ARAN (in altri tempi). Oggi causa COVID non è possibile ma, una forte protesta UNITARIA con la quale sputtanare a tutti i livelli l’ARAN che si presta a questi giochi, bisognerà farla”.
Per protestare bisogna SAPERE, per sapere bisogna TROVARE IL TEMPO di interessarsi dei propri problemi.
Quello citato, lo ribadisco, è solo un esempio …e neanche il più preoccupante e dannoso. Prima che venisse costituita DIRIGENTISCUOLA la categoria non sapeva anche perché i responsabili si guardavano bene dall’informarla. Ora non sa solo chi non vuol sapere. E’ ora di reagire abbiamo tempo fino al 31/dicembre. Dopo potremmo solo lamentarci e piangerci addosso.”