L’assordante silenzio delle istituzioni ai reiterati solleciti finalizzati a sensibilizzarle ai problemi della dirigenza scolastica ha indotto DIRIGENTISCUOLA a lanciare un appello al Capo dello Stato, on. Sergio Mattarella, al quale in data odierna è stata trasmessa una missiva con allegazione della petizione sulla perequazione sottoscritta da oltre un migliaio di dirigenti scolastici.
Nella missiva si ribadisce il persistente comportamento discriminatorio dello Stato italiano nei confronti della dirigenza scolastica, a dispetto di una funzione molto più complessa e gravosa di quella svolta dai colleghi di pari fascia. Le promesse, pur rinnovate negli anni, hanno gradualmente assunto il sapore amaro di una burla, malgrado istituzioni come il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti, l’ANAC e lo stesso Governo abbiano, in più occasioni, messo in evidenza il problema. Peccato, però, che a tali posizioni non abbia fatto seguito alcuno stanziamento di risorse.
DIRIGENTISCUOLA ha denunciato altresì gli ormai cronici ritardi nei rinnovi del CCNL, non ultimo quello relativo al triennio 2019-2021, scaduto ancor prima del rinnovo (sic!). La riapertura dei tavoli contrattuali – al momento sospesa in un limbo, vista la mancata emanazione del preliminare atto d’indirizzo – è, tra l’altro, condicio sine qua non per mettere mano alla parte normativa e trovare una giusta e doverosa soluzione all’esilio forzoso di centinaia di dirigenti scolastici. Come, del resto, riconosciuto dalla stessa Amministrazione nel corso di uno dei Tavoli tecnici sulle problematiche della dirigenza scolastica, la questione è di natura contrattuale e solo in quella sede potrà essere risolta da parte delle OO.SS. rappresentative (purchè, beninteso, ci sia una concreta volontà in tal senso da parte di tutte le sigle rappresentative…).
È ora che le istituzioni aprano gli occhi e prendano atto delle ingiustizie subite da anni dalla categoria, in caso contrario DIRIGENTISCUOLA è pronta a proporre reclamo al Comitato europeo dei diritti sociali di Strasburgo per violazione della Carta sociale europea, al fine di sentirsi dichiarare la non conformità degli atti legislativi, regolamentari ed esecutivi dello Stato Italiano, inclusi i contratti collettivi nazionali di lavoro, in quanto violativi del principio di uguaglianza e di parità di trattamento.
DIRIGENTISCUOLA confida nell’autorevole intervento del Presidente Mattarella.