SALVARSI L’ANIMA COLPENDO I DIRIGENTI SCOLASTICI!

SALVARSI L’ANIMA COLPENDO I DIRIGENTI SCOLASTICI!

Con lettera al ministro Valditara (in calce), il presidente Fratta ha denunciato il vergognoso comportamento di alcuni Uffici scolastici regionali sulla gestione delle attività progettuali finanziate con i fondi della legge 440/1997 e che avevano visto l’intervento del giudice penale nei confronti di alti funzionari del Dicastero.

Evidentemente stimando che quella triste vicenda sia ancora sotto la lente degl’inquirenti, e con enti creditori che reclamano il saldo delle prestazioni rese alle istituzioni scolastiche, essi hanno inteso precostituirsi una rete difensiva a fronte di possibili contestazioni a loro carico nella complessa procedura di gestione dei predetti fondi, scaricando tutte le responsabilità sui dirigenti scolastici, anello debole della catena.

Il copione è consolidato: indagini ispettive a tutto campo, senza limiti di mandato, per una pesca a strascico, e andandosi a rovistare negli anfratti del tempo trascorso, onde rinvenire tutti gli elementi disciplinarmente rilevanti. E poiché, per definizione, chi cerca trova, qualcosa da contestare c’è e ci sarà sempre, sia pure l’omissione di un passaggio formale o una mera dimenticanza o un mancato controllo su adempimenti dell’ultimo degli assistenti amministrativi. Segue quindi, inesorabile, l’avvio del procedimento disciplinare. Procedimento disciplinare che peraltro, nel caso di specie, è geneticamente nullo in quanto l’Amministrazione procedente, ovvero gli Uffici scolastici regionali, è stata – sono stati – partner nella gestione dei progetti in contestazione e quindi in conflitto d’interesse e perciò privi della necessaria terzietà per ispezionare e sanzionare i dirigenti scolastici: che hanno semplicemente seguito le indicazioni, formali e non meno informali (fino alla telefonata al proprio cellulare), degli Uffici che rappresentano il Ministero nel territorio, e anche quelle direttamente provenienti da Viale Trastevere.

Ma, al di là dei profili giuridici – ha rimarcato il presidente Fratta – quello che Le chiedo, Signor Ministro, è un atto di coerenza con la Sua filosofia del merito e con il Suo costante richiamo al rispetto della legalità. Quello che Le chiedo, Signor Ministro, è un’indagine seria e immediata in casa propria, il cui esito positivo porti alla rimozione dei reali o primi responsabili, o la revoca degli incarichi di chi ha arrecato, quantomeno, un grave danno d’immagine all’Amministrazione. Altrimenti – ha concluso – sarà mio dovere tutelare la categoria con modalità ben più incisive.

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