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UNA RISPOSTA A “IL FATTO QUOTIDIANO”: I PRESIDI PIÙ PAGATI D’EUROPA, L’ETERNA BUFALA.

UNA RISPOSTA A “IL FATTO QUOTIDIANO”: I PRESIDI PIÙ PAGATI D’EUROPA, L’ETERNA BUFALA.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che due nostri colleghi, i dirigenti scolastici N. Malandrino e N. Ingenito, hanno inviato a “Il fatto quotidiano” in risposta all’articolo di M. Pomini  “I dirigenti scolastici sono i più pagati (o quasi) d’Europa”.

La lettera-documento (vedi in calce) non ha bisogno di spiegazioni ma ci permettiamo di aggiungervi anche due considerazioni che ben arricchiscono il quadro di una desolante rappresentazione, tutt’altro che veritiera, di una certa stampa.

È il Governo stesso che, nella relazione illustrativa del prodromico disegno di legge alla legge di bilancio 234/2021, in tema di perequazione economica della dirigenza scolastica, testualmente riconosceva alla categoria “almeno” il diritto di attingere la retribuzione dei dirigenti amministrativi dello stesso Ministero dell’istruzione, perché in capo ad essa si concentrano “competenze specifiche in campi assai eterogenei, quali, per citarne alcuni, quelli didattici e pedagogici (realizzazione del PTOF), tecnici specialistici (sicurezza degli edifici scolastici), giuslavoristici (gestione del personale)”. Dunque un ambito d’intervento “ampio e complesso” che riversa su una sola figura “una molteplicità di funzioni e di responsabilità che, negli altri settori della pubblica amministrazione, vengono affidati a una pluralità di risorse dirigenziali”.

Vie più, sono esattamente gli stessi termini che si leggono, con più distesa argomentazione, nell’ultima edizione curata dal magistrato Vito Tenore, con diversi contributi di dirigenti del MIUR (Il dirigente scolastico e le sue competenze giuridico-amministrative, Anicia, 2017), laddove il dirigente scolastico, oltre ad essere un “leader educativo“, diviene l’unico dirigente italiano “a tutto tondo” e “onnisciente“, che deve cioè sapere di pedagogia, di organizzazione aziendale, di psicologia, di contabilità, di relazioni sindacali, di gestione del personale, di anticorruzione, di gestione dei sinistri scolastici, di polizze assicurative, di gare e appalti, di finanziamenti comunitari, di contratti pubblici, di relazioni con gli enti locali poco collaborativi (e sovente latitanti e arroganti), di accesso e trasparenza provvedimentale, di privacy, di gestione di dati sensibili, oltre a relazionarsi ogni giorno con docenti, alunni e genitori sempre più invasivi.
E si rimarca che, mentre tutta questa poderosa mole di lavoro è ripartita, nei Ministeri, tra decine, se non centinaia, di dirigenti, settorialmente specializzati e aggiornati, in un’istituzione scolastica tale complesso di conoscenze si assomma in capo al Dirigente scolastico, vero e proprio “primo motore mobile” dell’azione periferica del MIUR, spesso in funzione sette giorni su sette, con fasce orarie davvero assai dilatate che si protraggono anche in fasi spesso serali e domenicali, lottando con penuria di mezzi, personale, con altre istituzioni poco collaborative, con vertici territoriali talvolta “anguilleschi” e con budget estremamente limitati.

Dovremmo ritornare sull’argomento?!

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