In queste ultime settimane stiamo assistendo, da parte di alcuni Uffici Scolastici Regionali, all’invio di un addendum al contratto dei Dirigenti Scolastici, finalizzato ad inserire, tra gli obiettivi da perseguire, il rispetto dei tempi di pagamento delle fatture commerciali, figurante tra le riforme del PNRR e che peserà sulla retribuzione di risultato in misura almeno del 30%.
DIRIGENTISCUOLA scrive oggi al Ministro Valditara e ai Direttori degli USR per chiedere l’immediata sospensione della procedura avviata nelle more della definizione del sistema di valutazione della performance individuale e organizzativa dei dirigenti scolastici all’interno del quale, e non fuori dal quale, il predetto addendum deve trovare collocazione e contestualizzazione, e solo dopo il previsto confronto con le OO.SS.
Anche stavolta condanniamo il metodo con cui una disposizione normativa, che è una misura del PNRR, trova applicazione nel contesto scuola e che va a ricadere direttamente sulla responsabilità dei dirigenti scolastici, in maniera intempestiva e alquanto frettolosa.
Tale addendum fa riferimento a quanto stabilito dal comma 2 dell’articolo 4-bis del decreto-legge 24 febbraio 2023 n.13, inserito in sede di conversione della legge 21 aprile 2023 n.41, il quale testualmente prevede che: “Le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nell’ambito dei sistemi di valutazione della performance previsti dai rispettivi ordinamenti, provvedono ad assegnare, integrando i rispettivi contratti individuali, ai dirigenti responsabili dei pagamenti delle fatture commerciali nonché ai dirigenti apicali delle rispettive strutture specifici obiettivi annuali relativi al rispetto dei tempi di pagamento previsti dalle vigenti disposizioni e valutati, ai fini del riconoscimento della retribuzione di risultato, in misura non inferiore al 30 per cento”.
L’applicazione della norma richiede necessariamente l’armonizzazione con altre due disposizioni, e cioè con:
- la nuova formulazione del comma 1 dell’articolo 25 del D.Lgs. 165/2001, come modificato dal decreto-legge 31 maggio 2024 n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024 n. 106, che prevede che “a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025” i Dirigenti Scolastici “sono valutati tenuto conto della specificità delle funzioni e sulla base degli strumenti e dei dati a disposizione del sistema informativo del Ministero dell’istruzione e del merito nonché del Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici, adottato con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, che stabilisce gli indirizzi per la definizione degli obiettivi strategici volti ad assicurare il buon andamento dell’azione dirigenziale e individua i soggetti che intervengono nella procedura di valutazione, in coerenza con la direttiva generale del Ministro dell’istruzione e del merito, di cui all‘articolo 15, comma 2, lettera a), del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150”.
- le Nuove indicazioni in materia di misurazione e di valutazione delle performance individuale del 28 novembre 2023 (documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministero della Pubblica Amministrazione), che esplicitamente prevedono:
- che ogni amministrazione, in base alle proprie peculiarità, debba dotarsi di un proprio SMVP (Sistema di misurazione e di valutazione delle performance);
- che all’interno del proprio SMVP sia presente “la corretta definizione della correlazione fra performance individuale e performance organizzativa”.
Alla data odierna per i dirigenti scolastici italiani non è stato definito un sistema di performance individuale ed organizzativa, non è stato emanato il decreto del Ministro dell’istruzione e del merito che stabilisce gli obiettivi, i criteri e gli strumenti per la valutazione dei dirigenti scolastici, da cui dipende la retribuzione di risultato e che dovrebbe portare all’agognata perequazione stipendiale con altri dirigenti della P.A. , e risulta mancante un tassello procedurale fondamentale: l’apertura del confronto con le OO.SS. sul tema della valutazione, come previsto dal CCNL .
DIRIGENTISCUOLA non ha intenzione di cedere le proprie prerogative sindacali e rivendica il diritto, contrattualmente sancito, di esprimere la propria posizione nel merito, per evitare che una misura del PNRR si traduca in una iniqua determinazione della retribuzione di risultato.
“L’addendum in parola, unito alla mancata implementazione di un sistema di misurazione e di valutazione delle performance dei Dirigenti Scolastici, e all’assenza di definizione stessa del perimetro di responsabilità del Dirigente Scolastico rispetto alle performance organizzative, costituisce un vulnus senza precedenti per la categoria, la quale, come ben noto, sovente si ritrova – tra mille difficoltà – senza DSGA e senza personale amministrativo adeguato. Non vorremmo che sulla determinazione della retribuzione di risultato pesino le criticità strutturali del sistema. Siamo all’assurdo! In mancanza di un sistema di misurazione e di valutazione delle performance si salta a piè pari verso un possibile taglio della retribuzione di risultato, eludendo il confronto di merito con i sindacati che devono poter esprimere la propria posizione sul sistema di valutazione che deve precedere l’applicazione della norma europea e non seguirla, per evidenti ragioni logiche, ancorché giuridiche e contrattuali. Oggi abbiamo chiesto la sospensione della procedura, l’emanazione del decreto ministeriale e la convocazione del tavolo negoziale. In assenza di riscontro, andremo avanti con le nostre azioni a tutela della categoria la cui dignità e professionalità continuano ad essere calpestate ” dichiara il Presidente Fratta.