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La sentenza del giudice di Chiavari pone fine allo “sfruttamento” dei presidi incaricati

La sentenza del giudice di Chiavari pone fine allo “sfruttamento” dei presidi incaricati

Dopo il dispositivo  (altra storica sentenza: accolto il primo ricorso dei presidi incaricati) con il quale il Giudice di Chiavari, Maria Giovanna Dito, ha liquidato alla preside Belloglio €. 60.350,25, oltre agli interessi legali e alla rivalutazione monetaria, condannando   il MIUR anche al pagamento di €.3.000 di spese,  l’1/03/2013, è stata depositata la sentenza.
Grande soddisfazione della DIRIGENTI SCUOLA, degli avvocati Lucia Taormina, Walter Miceli  e Fabio Ganci oltre che di tutta la rete dei legali dell’Associazione per le motivazioni della sentenza.

“Si ritiene – si legge nella sentenza – che la richiesta economica sia fondata e vada accolta” per un semplice e fondamentale principio: il lavoratore al quale l’amministrazione affida “tutte le mansioni e le responsabilità proprie dell’incarico” dirigenziale, peraltro in modo stabile e continuativo per più anni consecutivi, deve essere retribuito da dirigente.

“Si pone fine – afferma il Presidente della DIRIGENTI SCUOLA Attilio Fratta, con questa sentenza, allo sfruttamento dei lavoratori per anni perpetrato dalla Pubblica Amministrazione con il  consenso delle OO.SS. prime responsabili di queste anomalie. Lo Stato che sfrutta i lavoratori non stabilizzandoli dopo anni di servizio, costringendoli a rivolgersi al Giudice del Lavoro, per vedersi riconosciuto un elementare diritto, non è degno di tale nome. Il fenomeno – continua Fratta – non è circoscritto ai presidi incaricati, ma a tutti i dirigenti scolastici che, pur essendo dirigenti di II fascia al pari di altri dirigenti della stessa e di altre amministrazioni, percepiscono una retribuzione di gran lunga inferiore a quella degli altri colleghi. Se poi pensiamo a tutti i dirigenti scolastici assunti dopo il 2001, ai quali non è riconosciuta neanche la R.I.A, sempre grazie a chi ha svenduto la categoria, bisogna dare piglio alla violenza, come direbbe Totò. Per anni i dirigenti scolastici sono stati traditi e ingannati da chi avrebbe dovuto tutelarli, ma ora hanno detto basta. Ai  ricorsi per la perequazione interna ed esterna, promossi dalla DIRIGENTI SCUOLA, hanno aderito circa 1.000 colleghi e giungono in segreteria continue richieste di adesione al punto che siamo stati costretti a fissare la scadenza al 2 marzo per poter depositare i ricorsi già pronti consegnati o in fase di consegna alla rete dei legali.
Finalmente la categoria ha detto basta e si sta compattando dopo anni di divisioni e frazionamento che hanno condotto alla situazione attuale.
Ai tanti colleghi che ci hanno chiesto di aderire, dopo la scadenza del 2 marzo, possiamo solo dire che dopo il deposito dei ricorsi in atto, verosimilmente dopo Pasqua, riapriremo i termini per la terza fase”.
Afferma, inoltre, il Giudice che non è applicabile, nella fattispecie, quanto affermato dalla parte resistente  richiamatasi a un recente pronunciamento della Corte Costituzionale. La Suprema Corte ha, infatti, affermato che non compete la retribuzione da dirigente se l’incarico di presidenza viene affidato in “via eccezionale e temporanea”. Le giustificazioni – afferma il Giudice Dito – del diverso trattamento economico non paiono quindi, nel caso concreto,  sostenibili  sulla base dei principi statuiti da tale intervento, ritenendo quindi che,  nella fattispecie, il consolidamento dello svolgimento per un lungo periodo di una determinata funzione, che diventa la regola, e non l’eccezione a seguito di una emergenza manifestatasi, debba comportare una equiparazione sul piano economico, dei dipendenti, seppure appartenenti a ruoli diversi..” .

Sentenza rivoluzionaria e non solo per i presidi incaricati bensì per quanti sono costretti a fare i “precari”, in ogni settore anche per un decennio, magari con un benservito dopo anni servizio. 

“C’è da auspicarsi, aggiunge ancora il Presidente della DIRIGENTI SCUOLA, Attilio  Fratta, che l’Amministrazione si comporti in modo onorevole rispettando i propri lavoratori;  stabilizzando  i pochi presidi incaricati ancora in servizio; riconoscendo  la R.I.A. ai dirigenti assunti dopo il 2001 e a tutti la perequazione con gli altri dirigenti di II fascia anche a costo di mettersi contro le OO.SS. che hanno tradito la categoria. Contrariamente sarà sommersa da migliaia di ricorsi, e conseguenti risarcimenti, che costeranno molto di più di quanto l’Amministrazione spenderebbe ponendo fine allo sfruttamento”.

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