Con sentenza del 18/09/2017 il Giudice di Roma, Francesca Vincenzi, ha accolto il ricorso della DIRIGENTISCUOLA inerente il mancato riconoscimento e conseguente conteggio di tutte le deleghe dei soci ai fini della rappresentatività 2016/2018 e, “per le considerazioni che precedono i Ministeri convenuti (MEF e MIUR), ognuno per quanto di competenza, vanno condannati ad inserire nel sistema informatico e specificamente nell’Area riservata alla P.A., a partire dal mese di gennaio del 2015, le 10 deleghe di dirigenti a tempo indeterminato di cui al doc. 6 del fascicolo di parte ricorrente e, per l’effetto, va dichiarato il diritto della parte ricorrente a vedersi riconoscere in totale 466 deleghe nell’area della Dirigenza scolastica ed ordinato al Responsabile del Procedimento di trasmettere all’ARAN i dati corretti”.
Il fatto. Dopo tutti i tentativi di soffocare la DIRIGENTISCUOLA nella culla in modo vergognoso e squallido all’atto del riconoscimento non sono state conteggiate ben 57 deleghe. E’ iniziata una lunga ed estenuante lotta fra il segretario dell’Associazione Fratta e il MEF, il MIUR e l’ARAN che è durata ben 17 lunghi mesi, concludendosi con la condanna del MEF e del MIUR e con l’ordine all’ARAN di ricalcolare i dati della rappresentatività.
A patrocinare il ricorso gli avvocati Benedetto Paglione, del foro di Foggia, e Giuseppe Pio Torcicollo del foro di Roma.
Abbiamo posto al Dr. Fratta alcune domande.
Una bella vittoria per la DIRIGENTISCUOLA-Disconf Dr. Fratta!
“Certamente! Una grandiosa vittoria e un terremoto devastante per le amministrazioni condannate per una guerra che si poteva evitare. Che le deleghe fossero della DIRIGENTISCUOLA non c’era dubbio. Solo che con la complicità del MEF da una parte e del Responsabile del MIUR dall’altra, non tutte le deleghe erano state conteggiate nel tentativo di non far riconoscere la rappresentatività alla DIRIGENTISCUOLA nata per recuperare la dignità della categoria. La guerra parte da lontano, ossia dal verbale dell’accertamento risalente all’aprile 2015. Il MIUR ha ommesso perfino di notificarlo alla DIRIGENTISCUOLA per evitare che facesse i rilievi del caso per il mancato riconoscimento di tutte le deleghe. Per mia iniziativa, dopo aver scoperto il vergognoso tentativo, l’incontro di verifica è avvenuto nell’aprile del 2015. La resistenza del MIUR e i tentativi del responsabile del procedimento di non riconoscere le deleghe hanno contorni che non ho esitato a definire mafiosi.”
Dalla lettura della sentenza si evince che dopo le sue proteste il MIUR comunque ha riconosciuto alla DIRIGENTISCUOLA 27 delle 54 deleghe non conteggiate.
“Esatto! Solo dopo proteste e diffide ordinarie e stragiudiziali salomonicamente il MIUR, pur ammettendo che le deleghe erano 54, ne ha aggiunte, per grazia ricevuta, la metà per assicurare la rappresentatività, evidentemente convinto che acquisita la rappresentatività avremmo subito l’ingiustizia”
Perché non vi hanno riconosciuto tutte le deleghe?
“ C’era il rischio che qualche altra sigla storica potesse perdere la rappresentatività. Guardacaso la sigla di appartenenza di uno dei responsabili!! All’epoca era in ballo la riduzione delle AREE da 8 a 4 e c’era il rischio che qualche sigla storica potesse saltare! Da qui la salomonica decisione: la tua rappresentatività è assicurata, quindi non creare problemi altrimenti si potrebbero rompere gli equilibri. Se questa non è mafia! La cosa grave è che è stato esplicitamente ammesso non avendo argomentazioni per negare le altre deleghe! A dare man forte al MIUR il MEF che non aveva modificato, nei tabulati associativi, il codice dei neo dirigenti riportando ancora quello di docente. L’incredibile è che l’omissione del MEF riguardava tutte le 54 deleghe non riconosciute! Il MIUR nonostante avesse verificato che le deleghe erano in capo ai dirigenti, per grazia ricevuta, ne ha riconosciute la metà. La cosa ancora più incredibile è che delle restanti 27 deleghe anche il Giudice ce ne ha riconosciute solo 10 perché la materia è complessa e non è possibile risalire ai nomi degli altri 17. Il che dispiace ma non rileva ai fini della vittoria e delle conseguenze politiche”
Quindi è stato costretto a ricorrere al Giudice.
“Esatto! Non potevo, non è nella mia natura e cultura, accettare una simile ingiustizia con i contorni che ho detto. Le deleghe erano della DIRIGENTISCUOLA e andavano riconosciute!”
Cosa succederà ora?.
“Quello che ha sentenziato il Giudice condannando i ministeri convenuti. Il MEF dovrà riconoscere le deleghe a partire da gennaio 2015 e il responsabile del procedimento del MIUR dovrà trasmettere all’ARAN i dati corretti. L’ARAN a sua volta sarà costretta a rifare i conti della rappresentatività dell’AREA e a ripubblicarla. Insomma un vero e proprio terremoto.”
Grande soddisfazione per la DIRIGENTISCUOLA.
“Ovviamente! Le ingiustizie vanno combattute. Nel caso che ci occupa non si tratta di una interpretazione di norme per cui bisognava rivolgersi al Giudice. E’ amaro verificare che ben due ministeri abbiamo tentato di negare un diritto evidente costringendoci a ricorrere al Giudice ben sapendo che per avere giustizia in questo Paese ci vogliono anni. L’attuale rappresentatività vale per il triennio 2016-2018. Ci hanno scippato, fino ad ora, ben 21 mesi ai quali bisognerà aggiungere quelli necessari per eseguire la condanna del giudice. Ed è prevedibile che se la prenderanno con comodo. ”
Che farà ora?
“Risposta ovvia! Questa battaglia ci è costata molto e in termini di risorse economiche e in termine di energie e non solo! Il o i responsabili devono pagare. Sarebbe troppo comodo rimanere impuniti senza risarcire i danni che DIRIGENTISCUOLA ha subito. Al danno si aggiungerebbe la beffa. Mi auguro che le amministrazioni interessate prendano i provvedimenti del caso anche per dimostrare la loro estraneità salvando, quindi, almeno le apparenze. Nessuno può dire che hanno agito in buona fede o che non sapevano. Abbiamo inviato una montagna di documenti e prove oltre alle diffide.
Mi lasci concludere con un sentito ringraziamento agli avvocati Benedetto Paglione e Giuseppe Pio Torcicollo che hanno sposato la causa impegnandosi oltre ogni limite. Ringrazio inoltre il collega Francesco Nuzzaci che mi ha aiutato a predisporre la montagna di documenti e gli atti necessari.”
Chiudiamo l’intervista con l’avvocato Paglione.
“Sia io che il collega Torcicollo abbiamo fatto solo il nostro lavoro, seppure con grande impegno trattandosi di una materia molto complicata e mai finita sui tavoli dei tribunali. Siamo ovviamente soddisfatti, seppure parzialmente, della sentenza. Anche il Giudice ha dovuto ammettere che la materia era spinosa. Era una ingiustizia troppo grossa ed evidente. Solo una persona determinata e decisa come il Dr. Fratta poteva avere tanto coraggio. Non succede tutti i giorni che Davide sfida ben due Golia, il MEF e il MIUR, e li sconfigge! Una lezione di vita che deve essere d’esempio a tutti.”