UN DOVEROSO, PARZIALE, TRIBUTO ALLA MINISTRA FEDELI E UN RINNOVATO INVITO AI SINDACATI RAPPRESENTATIVI DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA
Prima novanta, poi novantacinque e, da ultimo, cento milioni di euro aggiuntivi: è la cifra – per quanto riportato, in progressione, dalla stampa – prevista nell’imminente legge di stabilità per ridurre la distanza retributiva con gli altri dirigenti della pubblica amministrazione, dato che i manager della scuola hanno un trattamento economico nettamente inferiore.
Se così effettivamente sarà – a tutt’oggi il Governo e in particolare il ministro Padoan, che tiene i cordoni della borsa, non conferma né smentisce – a chi dovremmo riconoscere un indubbio parziale merito? Alla ministra Fedeli o a chi, resosi conto che la categoria avrebbe reagito al quarto rinvio alla prossima tornata, ha deciso di correre parzialmente al riparo atteso che mancano solo due mesi e mezzo alla rilevazione dei dati della prossima rappresentatività valevole per il triennio 2019/2021, salvo tentativi sottotraccia di far rinviare la rilevazione con qualche strampalata motivazione?
Attenzione, se di merito dobbiamo parlare, trattasi di un merito parziale per calmare gli animi illudendo la categoria, un merito di poco meno di un terzo, in quanto realizzerebbe la perequazione interna di una categoria assurdamente sottoposta a ben quattro distinti regimi retributivi e la – quasi – sua equiparazione con i pari grado dirigenti amministrativi e tecnici del medesimo datore di lavoro, ma per una sola annualità del triennio di validità del contratto, quindi allineamento retributivo pari al 33%!!
Certamente, non è un piatto di lenticchie, costituendo – decisamente – un passo avanti rispetto alla terza replica di rinvio al prossimo giro, se si dovesse fare affidamento sui soli 85 euro mensili medi già contabilizzati per i rinnovi contrattuali di tutto il pubblico impiego, peraltro da distribuire alla Robin Hood (dando di più a chi percepisce salari più bassi e salvaguardando il bonus degli 80 euro netti al mese).
Ma, decorso circa un ventennio dalla nascita nell’ordinamento giuridico di una dirigenza che si trascina l’indelebile marchio di figlia di un dio minore, non potrà ritenersi bastevole la prospettata progressiva armonizzazione della retribuzione rispetto a quella di cui godono i dirigenti, semplicemente, normali: che, nella più lusinghiera delle ipotesi, necessiterebbe di due ulteriori tornate contrattuali per potersi completare.
Una progressiva armonizzazione avrebbe avuto un senso se effettivamente fosse stata avviata dopo il primo contratto-ponte del 2001, ma accettarla oggi, dopo 16 anni con la prospettiva della totale armonizzazione fra qualche decennio, sarebbe un’ulteriore beffa e presa in giro della categoria oltre che, per DIRIGENTISCUOLA-Di.S.Conf., il tradimento delle sue ragioni fondative.
Oggi non è più tempo di diversivi. Questo contratto dovrà assicurare la completa perequazione interna e l’equiparazione esterna di una dirigenza incisa da ben ventitré competenze, con le conseguenti responsabilità, a fronte delle quattro intestate ai dirigenti non aggettivati di pari fascia; e a cui occorrerebbe aggiungerne una ventiquattresima, portata in dono dal recente D. Lgs. 75/17, che conferisce ex litteris ai soli dirigenti scolastici il potere disciplinare di sospensione dei docenti e del personale ATA sino a dieci giorni e riservando ai restanti dirigenti pubblici (e non a tutti) la sola irrogazione dell’evanescente rimprovero verbale.
A fronte di un’inconfutabile dato di realtà, che non può essere mascherato da nessuna finzione giuridica, ripreso e sventolato da esasperati gruppi spontanei di dirigenti scolastici, rinnoviamo l’invito a ANP, CGIL, CISL, UIL e SNALS a concordare congiuntamente le azioni di lotta per un obiettivo di giustizia, anche quei colleghi le cui scuole cadono a pezzi ogni giorno e per quella collega cinquantacinquenne impegnata a districarsi H-24 nei suoi 26 plessi disseminati in 10 comuni della Sila, con mezzo proprio e at proprie spese, per 2.500 euro al mese, tutto compreso: neanche la metà della cifra intascata da un dirigente amministrativo di pari livello di un ufficio interno della struttura pubblica, avvalentesi dell’opera di una decina di persone e pure meno per l’esercizio di settoriali competenze raramente autonome e/o precostituite per legge, bensì delegate e, di regola, per la realizzazione di obiettivi e programmi circoscritti, in definitiva semplici; e a voler tacere dei non meno remunerati dirigenti tecnici, addirittura privi di una struttura fisica da governare e delle correlate risorse umane, strumentali e finanziarie da gestire.
Il previsto incontro entro 15 giorni dal 14 settembre, ancora non è stato calendarizzato. Trattasi di un ritardo tecnico dell’Amministrazione o di strategico rinvio per rifiutare la proposta di DIRIGENTISCUOLA-Di.S.Conf.? Per fugare ogni dubbio invitiamo tutte le OO.SS. rappresentative a sollecitare l’Amministrazione a convocare il tavolo che, peraltro, dovrebbe eliminare almeno parte delle molestie burocratiche.
Marciare uniti per il bene della categoria vale molto di più della rivendicazione di diritti di primogenitura immediatamente rivendicati…anche perché la categoria sa valutare e dare a Cesare quello che è di Cesare.
La categoria non può aspettare altri due contratti per la totale armonizzazione della propria retribuzione a quella dei colleghi di pari fascia. Ha diritto, senza se e senza ma, all’allineamento risarcitorio con il prossimo CCNL. Invitiamo, quindi, le OO.SS. e la stessa Ministra Fedeli, se vuole essere coerente con le promesse fatte, non a ridurre, bensì ad eliminare la differenza retributiva. La somma necessaria, ricalcolata in base all’organico del corrente anno scolastico, è … una goccia nel deserto: €. 275.903.627,12! Mancano, quindi, all’appello, se le notizie dei giornali saranno confermate, solo 175 milioni di euro e non il miliardo calcolato da chi doveva poi giustificare l’impossibilità di reperire una simile somma in un momento di crisi.