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ENAM: ente soppresso ritenuta no – DIRIGENTISCUOLA decide di porre fine all’indebito prelievo

ENAM: ente soppresso ritenuta no – DIRIGENTISCUOLA decide di porre fine all’indebito prelievo

Soppresso l’ente nel 2010 automaticamente l’INPS, che ha ereditato i beni, non avrebbe dovuto più incassare la ritenuta operata ai danni degli ex direttori didattici, ex docenti della scuola dell’infanzia e primaria diventati dirigenti scolastici e docenti della scuola dell’infanzia e primaria inclusi nelle graduatorie dei vincitori e degli idonei del concorso per dirigenti scolastici, restituendo anche le somme indebitamente e illegittimamente percepite.

Questo sarebbe successo in un Paese civile! Nel Bel Paese, invece, bisogna diffidare e, se necessario, denunciare per porre fine all’indebito prelievo …simile ad una  truffa.

Chi non lo ha fatto continua a versare all’INPS circa 300 euro l’anno!  Sollecitato dai malcapitati DIRIGENTISCUOLA ha deliberato, nel C.N. del 10-11/03/2018, di patrocinarli gratuitamente.

Gli interessati possono contattare i segretari e/o dirigenti regionali, ovvero la Segreteria nazionale, per:

  • sottoscrivere il mandato al legale;
  • consegnare copia del cedolino dell’ultimo stipendio da cui risulti la ritenuta;
  • indicare un indirizzo mail.

Termine di scadenza: 30 aprile 2018

Già nel 2014 DIRIGENTISCUOLA SI ERA OCCUPATA DEL PROBLEMA 

“Ormai – commenta il segretario Fratta –  per avere il riconoscimento anche di un diritto, bisogna alzare i toni. Le ingiustizie sono all’ordine del giorno e la più grande ingiustizia è il ritardo della giustizia che spesso si piega alla politica che escogita strumenti deflattivi per scoraggiare i cittadini a chiedere giustizia: bisogna subire! L’ex- ministro della Giustizia Martelli molti anni fa denunciò il fenomeno asserendo che sarebbe arrivato il giorno in cui il cittadino  avrebbe dovuto  farsi giustizia da solo. Ci stiamo arrivando!  Il caso dei ricorsi per la perequazione è emblematico: il giudice di prime cure accoglie i ricorsi perché l’ingiustizia è evidente; lo Stato invece di restituire le somme riconosciute dal Giudice e adeguare le retribuzioni, si costituisce in appello e il Giudice d’appello, “sensibile” alle sollecitazioni della politica, ribalta le sentenze e condanna pesantemente alle spese  anche del primo grado di giudizio coloro che sono stati costretti a costituirsi in giudizio! Non è stata una loro scelta!  Il messaggio e il monito sono chiari: NON PERMETTETEVI DI CHIEDERE  IL RICONOSCIMENTO DI UN DIRITTO ALTRIMENTI LA PAGHERETE CARA. Ma i ricorrenti sono stati costretti a costituirsi in giudizio!  Come si può definire un simile fenomeno? Nel Bel Paese c’è solo l’imbarazzo della scelta!!   DIRIGENTISCUOLA è stata, di conseguenza, costretta a consigliare ai ricorrenti la rinuncia agli atti e deliberare di proseguire, a proprie spese, con ricorsi civetta per Cassazione  pur sapendo che sarà condannata alle spese, per poter poi ricorrere alla Corte europea.  Anche questo è uno strumento deflattivo! Perchè il cittadino deve essere costretto a spendere una barca di soldi  prima di  poter ricorrere alla Corte Europea? I più desistono e subiscono l’ingiustizia. L’alternativa è quella prevista da Martelli! 

Il caso ENAM, nel suo piccolo, è analogo. Perché pur essendo stato soppresso l’ENAM,  l’INPS continua a scippare oltre 300 euro l’anno ai malcapitati? Il cittadino DEVE SUBIRE o mettere mano al portafoglio per pagare la parcella all’Avvocato. I più non lo hanno fatto e continuano a pagare da 8 anni e continueranno a pagare per chissà quanti altri anni. Per questo abbiamo deciso di sostenerli gratuitamente”

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