Si è da poco conclusa, presso la Commissione Cultura della Camera, l’audizione del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sull’organizzazione delle attività scolastiche nell’attuale contesto di pandemia di Covid-19.
Interessanti i dati forniti dal Ministro e passionale la replica, ovvero la classica lectio del docente universitario. Tutto condiviso e condivisibile, a partire dai ringraziamenti, anche di tutti i componenti della Commissione, ai sacrifici dei dirigenti scolastici e alla difesa degli stessi specie per quanto concerne le accuse sul mancato acquisto degli strumenti di aereazione: la proprietà degli edifici è degli Enti locali, che avrebbero dovuto e devono dotare le scuole di tali sistemi. Qualche dirigente che ha provveduto e che è stato esaltato dalla stampa e dal sottosegretario Sasso, potrebbe trovarsi a dover rispondere di distrazione di fondi!
Rimane il problema di sempre: la differenza tra il dire e il fare. Ci sono interventi che non dipendono solo dal Ministero dell’Istruzione, e il Ministro lo ha ben evidenziato soprattutto in riferimento alla modifica del titolo V della Costituzione ed alla conseguente gestione delle funzioni attribuite alle Regioni, ma ci sono anche interventi che dipendono esclusivamente dall’Amministrazione scolastica. Se per i primi ci possono essere delle attenuanti, per i secondi no. Il Ministro deve avere il coraggio di prendere provvedimenti e di imporsi alla sua stessa tecnostruttura che, rimanendo impunita, non ottempera alle disposizioni impartite. Qualche esempio?
- Dal mese di aprile il Ministro ha costituito il tavolo della dirigenza ORDINANDO l’immediato inizio dei lavori. Disposizioni completamente disattese: dopo nove mesi nessuno dei problemi è stato risolto.
- UNA SCUOLA UN DIRIGENTE … e la tecnostruttura abroga di fatto la legge dello stato in base alla quale oltre 370 istituzioni scolastiche avrebbero dovuto avere un dirigente, sortendo l’effetto contrario di quanto dichiarato dal Ministro: oltre 1.000 istituzioni scolastiche non hanno un dirigente e altrettanti dirigenti hanno il dono dell’ubiquità dovendo gestire due istituzioni scolastiche.
- ISTITUTI CONTRATTUALI della mobilità: in ben tre incontri con DIRIGENTISCUOLA il Ministro ha preso precisi impegni per risolvere il problema. Ad oggi i lavori non sono stati neanche avviati. Non occorre la sfera di cristallo per immaginare le conseguenze.
Preferiamo pensare a una debolezza del Ministro che non si sa imporre – ed è per questo che DIRIGENTISCUOLA gli ha detto pubblicamente che farebbe bene a trarne le conclusioni, cosa che il Ministro ha equivocato – piuttosto che a un Ministro diabolico che…predica bene e razzola male smentendo se stesso. Nella odierna replica ha preso le difese dei dirigenti scolastici ammettendo che le attuale incombenze attribuite ai dirigenti scolastici sono, in effetti, di spettanza delle strutture sanitarie. Al momento, però, le stanno eseguendo i dirigenti scolastici, peraltro senza alcun compenso e, addirittura, senza neanche la corresponsione intera della retribuzione. Se la competenza è delle strutture sanitarie perché il Ministro non tutela i suoi dirigenti?
Intanto la situazione relativa alla gestione delle istituzioni scolastiche è diventata incandescente e l’Amministrazione stenta a procedere ad una razionalizzazione delle incombenze gravanti sui dirigenti scolastici, a dispetto delle tante promesse fatte e degli impegni presi, anche in occasione del recente incontro a Roma con la delegazione DIRIGENTISCUOLA.
DIRIGENTISCUOLA, nei giorni scorsi, non ha mancato di denunciare quanto la situazione sia al limite del paradosso, con protocolli farraginosi, piattaforme malfunzionanti o inesistenti, assurdi problemi legati alla privacy, affastellarsi di sempre nuove incombenze che non lasciano più neanche il tempo di respirare e DISTRAGGONO i dirigenti dalla loro FUNZIONE che non è certamente quella di verificare i contagiati.
Per tutta risposta, la stampa nazionale si diverte, in modo incosciente, a pubblicare demagogici titoloni con chiari intenti diffamatori nei confronti della dirigenza scolastica, accusata di inerzia nell’applicazione delle regole e di scaricabarile nei confronti delle ASL. Una provocazione, oltre che una grave offesa. Non sono i dirigenti a scaricare alle ASL le competenze delle ASL, é il Governo che ha scaricato sui dirigenti competenze e funzioni delle ASL conoscendo il loro alto senso dello Stato. Quale altro dirigente della pubblica amministrazione farebbe altrettanto? NESSUNO, ma poi percepiscono il doppio della retribuzione. E ciononostante i dirigenti non reagiscono. Ma non durerà a lungo! Se il Ministro non riuscirà ad ottenere dal Governo la somma necessaria, vergognosamente non prevista in finanziaria, per l’allineamento retributivo, la rabbia dei dirigenti scolastici esploderà e il sistema scuola si bloccherà.
La categoria sa bene che le regole esistono e, oltretutto, le conosce in maniera approfondita. Il problema è la loro applicazione pratica, impresa ardua anche laddove si lavorasse h24 (cosa, ormai, all’ordine del giorno per i cosiddetti presidi, terminologia cara agli amanti della restaurazione). Ma cosa ne sa, chi vive nell’Empireo, della dura vita dei soldati in trincea? Hanno provato gli autori di tali accuse a documentarsi bene andando a trascorrere una giornata tra i corridoi delle segreterie scolastiche?
Pontificare dallo scranno è cosa facile, ben diverso è operare sul campo.
Da giorni le uniche attività cui i dirigenti scolastici riescono a dedicarsi sono quelle legate alla gestione del Covid, con l’aggravante di un organico striminzito, ridotto a causa di quarantene, sospensioni, malattie…
In tutto ciò, si è comunque costretti a dedicarsi all’ordinaria amministrazione – cosa pur necessaria, per mandare avanti un’istituzione scolastica – in orari improponibili, persino nei festivi. Il tutto condito da diffide, genitori alla ricerca del capro espiatorio, compilazione di montagne di moduli legati ad adempimenti sanitari, studio di documenti normativi nebulosi e spesso contraddittori, e chi più ne ha più ne metta. Con le Regioni che scaricano sui dirigenti scolastici procedure di esclusiva pertinenza sanitaria. Perché questa è la verità, non il contrario!
E allora, passiamoci un po’ tutti la mano sulla coscienza e dimostriamo quel senso dello Stato che i dirigenti scolastici, ormai allo stremo, hanno già dimostrato di possedere in abbondanza!
“Voglio augurarmi – chiosa il Presidente Fratta – che il Ministro diventi un mazziniano: PENSIERO e AZIONE. Alle belle parole, alle dichiarazioni di intenti, alle promesse DEVONO seguire i fatti. La pazienza e il senso dello Stato dei dirigenti scolastici ha un limite. Basta una goccia a far traboccare il vaso. E spero che il Ministro si renda conto della gravità e della drammaticità della situazione che, peraltro, gli ho rappresentato in tutti in modi e in ogni circostanza”.