Rappresentano i Dirigenti scolastici, sono l’unico sindacato che intende tutelare il ruolo e la figura dei capi di istituto che, per contratto, sono equiparati ai dirigenti di seconda fascia ma che in realtà prendono esattamente la metà dello stipendio dei loro pari grado. Hanno responsabilità a non finire sulle loro spalle ma nell’opinione pubblica sono oggetto di attacchi da parte di studenti, docenti e famiglie. “Eppure la scuola italiana si regge spesso proprio sul nostro lavoro fatto di mille insidie e rischi civili e penali”, precisa Attilio Fratta segretario generale dell’agguerrito sindacato DIRIGENTISCUOLA.
Alla fine la misura colma li ha spinti a scrivere una lettera alla Ministra Fedeli contro l’ennesima molestia burocratica.
Si trattava di compilare il portfolio, un rapporto di autovalutazione , una delle tante carte che il Ministero propina ai Dirigenti scolastici alle prese quotidianamente con mille emergenze, scarsità di fondi, e chi più ne ha più ne metta.
Alla scadenza della compilazione di questo portfolio, spicca l’altissima percentuale del 33% di DS che aderiscono alla protesta del sindacato Dirigentiscuola con un atto di vera disobbedienza civile.
“Ci rifiutiamo di compilare l’ennesimo scartiloffio a fronte del restante 67% che comunque senza convinzione ha passivamente accettato di svolgere questo rito cartaceo con le inerenti corpose allegazioni”.
E’ un fiume in piena il Segretario generale di Dirigentiscuola Attilio Fratta che ha elencato decine di “molestie burocratiche” che allontanano i Dirigenti scolastici dai veri problemi quotidiani di una gestione che combatte contro Enti locali (Amministrazioni comunali e Città Metropolitane) che benché proprietari degli immobili scaricano sui Presidi ogni responsabilità rischi di edifici fatiscenti e senza requisiti di agibilità.
Ed ecco che armatosi di carta e penna Fratta scrive una lettera alla Ministra Fedeli per denunciare un adempimento definito senza mezze misure , contra legem,con riferimento a quanto previsto dalla Direttiva ministeriale 36/16. Nel silenzio assordante di tutti i sindacati CGIL CISL UIL SNALS e ANP , accusati di aver fatto un passo indietro dopo le pesanti critiche indirizzate al Ministro e l’indizione dello stato di agitazione della categoria, peraltro a tutt’oggi non revocato.
Tutto questo lavoro di compilazione di fogli , senza alcun beneficio economico e senza alcun tangibile riconoscimento professionale .
Ecco il testo della lettera.
OGGETTO: Valutazione dei dirigenti scolastici che non hanno compilato il Portfolio – Richiesta di incontro. Gentile ministra, Le è certamente noto, com’è noto alle Autorità in indirizzo interloquite per conoscenza, che Dirigentiscuola-Di.S.Conf., sindacato rappresentativo nell’area dirigenziale Istruzione-UniversitàRicerca, rifiuta radicalmente il sistema di valutazione della dirigenza scolastica messo a punto dalla Direttiva 36/16, fondato sul Portfolio e proliferanti appendici, del tutto distonico rispetto alle prescrizioni di legge. Quel che invece Dirigentiscuola pretende, da ultimo ribadito al tavolo dell’Osservatorio tenutosi il 19 u. s., è una valutazione autenticamente dirigenziale, vanamente attesa or sono circa vent’anni, perché elemento consustanziale, perciò indefettibile, di ogni dirigenza che voglia essere tale al di là del mero nomen iuris. In tale circostanza, quale contributo, è stato anche consegnato un corposo documento tecnico-politico. La scrivente pretende, dunque, per i dirigenti delle istituzioni scolastiche, semplicemente, una valutazione conforme a legge e che non si risolva in una solipsistica compilazione di montagne di carte; bensì, all’opposto, idonea a rilevare sia i comportamenti organizzativo-gestionali che il grado di raggiungimento degli obiettivi formalizzati nel provvedimento d’incarico e nella diretta disponibilità del soggetto valutato: come per tutti i dirigenti pubblici, inclusi i pari livello dirigenti amministrativi e tecnici da Lei dipendenti; che non ricevono visite di Nuclei, né colloquiano via skype, né sono sottoposti ad assistenze tutoriali, né sono molestati da portfolii e consimili amenità a corredo.
Per queste ragioni Dirigentiscuola ha proclamato lo stato di agitazione, subito seguita dalle altre cinque sigle rappresentative, invitando la categoria, e assicurandole la copertura sindacale, a non procedere alla compilazione del portfolio e a non ottemperare a tutte le incombenze di una valutazione che, progressivamente: – è stata convertita in una mera narrazione da parte dei destinatari. O di chi per loro; – è stata svincolata da ogni legame con la retribuzione di risultato; – è stata depauperata, contra legem, di ogni differenziazione classificatoria del merito, sia in positivo che – per elementare nesso logico – in negativo, secondo le graduazioni figuranti nell’art. 21 del D. Lgs. 165/01; – è stata oggetto di proroga dei termini e di integrazione degli obiettivi regionali in corso d’opera; – è stata pertanto svilita in un’ulteriore improduttiva molestia burocratica. Di modo che l’Amministrazione ha dovuto derubricarla in una sostanziale sperimentazione – come le consimili che nell’ultimo quindicennio l’hanno preceduta e tutte inesorabilmente naufragate – per meglio testare e poi eventualmente correggere, nell’arco di un triennio, l’escogitato iperconcettuoso dispositivo. Non si comprendono allora le ragioni che hanno indotto l’Amministrazione, con la primigenia nota DGOSV, prot. 12025 del 29.09.2017 e conseguenti provvedimenti di alcuni Uffici scolastici regionali, a formalizzare una valutazione finale nei confronti dei dirigenti scolastici il cui Portfolio risulta non compilato. Tal che è lecito porsi la prima, banale, domanda su quali basi la predetta valutazione sia stata fondata, se non sulla mera disobbedienza di colleghi non disposti a fare da cavia per legittimare ruoli e funzioni altrui. La seconda domanda consegue alla prima: dovranno i disobbedienti schedati attendersi implicazioni sulla loro carriera? La terza domanda è: non ritiene l’Amministrazione che il proprio operato ben possa configurare gli estremi del comportamento antisindacale? Per la risposta a queste ed altre domande e per conoscere gli intendimenti dell’Amministrazione, Le chiedo, pregiata Ministra, un incontro urgente.
Nelle more della comunicazione dell’incontro, invita i DD.GG. degli UU.SS.RR. che hanno comunque formalizzato una valutazione finale anche per i dirigenti che non hanno compilato il portfolio, ad annullare e/o revocare in autotutela i provvedimenti sopra citati. L’invito vale come diffida ad adempiere con l’avvertenza che, in assenza, la scrivente O.S. si riserverà di valutare le tutele del caso.
Chiede, infine, all’On. Ministra di invitare i DD.GG. interessati a porre fine a queste autentiche provocazioni anche nei confronti della scrivente O.S. che ha proclamato lo stato di agitazione della categoria invitandola ad astenersi dalla compilazione del portfolio peraltro non obbligatorio e, quindi, non soggetto ad alcuna valutazione. Deferenti ossequi.