CCNL: (non!) s’ha da fare?

CCNL: (non!) s’ha da fare?

Ai sensi dell’art. 2 se il CCNL non viene disdetto tre mesi prima della scadenza, ovvero entro il 30 settembre, si intende prorogato per un anno.

Il vigente CCNL è scaduto il 31/12/2018, ovvero ancora prima di essere firmato (…e questo succede solo nel Bel Paese: i contratti si firmano prima non dopo!!). A che serve scrivere che il CCNL scade il 31/12/2018 se poi si proroga tranquillamente  di anno in anno se non viene disdetto da una delle parti? E che interesse ha, almeno la parte sindacale, a non disdirlo?

DIRIGENTISCUOLA, per porre fine a questa consolidata abitudine, che ha mandato in cavalleria anche intere tornate contrattuali, lo ha disdetto il 7/08/2019.

L’art. 2 del CCNL è chiaro: va disdetto da una delle parti. Una parte è l’amministrazione che non ha alcun interesse a rinnovarlo; l’altra parte sono le sigle rappresentative che lo hanno firmato che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo!!) avere tutto l’interesse. Perché allora le altre cinque sigle rappresentative non lo hanno disdetto già lo scorso anno? …Salvo poi, allorquando la categoria ha voluto vederci chiaro, asserire di averlo disdetto senza pubblicare la prova, anzi pubblicando una falsa disdetta perfino retrodatata!!…Tanto la categoria ha l’anello al naso e ci crede.

L’attuale CCNL è scaduto il 31/12/2018, ovvero da due anni. Su questo argomento DIRIGENTISCUOLA è intervenuta più volte nella speranza che le OO.SS., visto che ormai il gioco era scoperto e denunciato, provvedessero a disdirlo.

Onde evitare che ancora una volta non venisse disdetto entro il 30/09/2020, DIRIGENTISCUOLA è tornata sull’argomento il 3/06/2020  e il 9.07.2020   nella speranza che tutte le OO.SS. firmatarie inviassero, nei tempi e modi di rito, la disdetta.

Lo hanno fatto? Ce lo auguriamo. Vorrà dire che fra un paio di anni riusciremo a firmare il CCNL del triennio 2019/2021, ovvero dopo la scadenza!! E sì! Questa è la tempistica:

  • Dopo la disdetta il Ministro della F.P., sentito quello dell’Istruzione, dovrebbe emanare l’atto di indirizzo. Ad andare bene nella primavera del 2021 …sempre che non cada il Governo o non ci siano rimpasti…
  • Ricevuto l’atto di indirizzo l’ARAN dovrebbe convocare le parti e avviare le trattative. Ad andare bene nell’autunno del 2021, ovvero qualche mese prima della scadenza naturale!!
  • Di norma le contrattazioni durano anche più di un anno. Arriviamo quindi alla fine del 2022.
  • Dalla firma provvisoria a quella definitiva passeranno almeno altri sei mesi per acquisire i previsti pareri. Ergo il nuovo CCNL potrebbe essere firmato nella primavera del 2023….ovvero a ridosso delle elezioni politiche!!…Sempre che tutto fili liscio….ma non è mai successo.
  • Conclusione: il CCNL del triennio 2019-2012 potrebbe essere firmato nel 2023, ossia due anni dopo la scadenza!!

Non lo hanno disdetto entro il 30 settembre?

Vorrà dire che il nuovo CCNL, con la tempistica di cui sopra, non entrerà in vigore prima del 2024, ossia  qualche mese prima della scadenza del triennio 2022-2024. Di conseguenza il triennio 2019-2021 sarà andato in cavalleria.

Attenzione! Sempre che le OO.SS. disdiranno il CCNL a settembre 2021.

Non è uno scenario apocalittico! Semplicemente la nuda e cruda realtà.

Come fa la categoria a tollerare una simile vergogna? Come fa ad essere così autolesionista? Perché non reagisce? In passato poteva anche giustificarsi perché non sapeva. Ora sa perché sistematicamente DIRIGENTISCUOLA la informa.

La categoria si chieda: perché le OO.SS. non vogliono rinnovare il CCNL? L’obiettivo del prossimo contratto, impegno assunto anche dal Governo, è, soprattutto per quanto concerne l’aspetto economico, l’allineamento retributivo, ovvero il recupero della DIGNITA’ di una categoria che, pur avendo almeno il triplo di responsabilità dei colleghi di pari fascia, percepisce la metà della loro retribuzione.

Se questa è la posta in palio perché le OO.SS. continuano a rinviare il CCNL? La risposta è elementare: non vogliono la perequazione come non vogliono modificare istituti contrattuali obsoleti e, per molti versi, illegittimi perché temono la reazione dei docenti e degli ATA che sono oltre un milione, ovvero milioni di euro di quote sindacali. Come fanno a rischiare? In questi anni avrebbero dovuto rimuovere un dato culturale: i confronti tra i CC.NN.LL., ovvero tra le retribuzioni, si fanno in orizzontale, come in tutti i settori, non in verticale come succede solo nel mondo della scuola. Gli stipendi dei dirigenti si confrontano con quelli degli altri dirigenti non con quelli dei docenti o degli ATA.

Per ben quattro tornate contrattuali quando la categoria reagiva si avviavano le trattative, si denunciava la sperequazione retributiva, la si riteneva irrinunciabile…ma la sia rinviava alla successiva tornata  con una stucchevole dichiarazione a verbale. Lo potevano fare perché al tavolo avevano la maggioranza. Ora non ce l’hanno più. Dal 53% sono scesi al 47 circa. A dicembre sarà rilevata la prossima rappresentatività, ovvero quella che deciderà il prossimo CCNL, e la percentuale scenderà ancora di più. Al tavolo, quindi, non avranno la maggioranza e la perequazione, o allineamento retributivo, passerà rendendo giustizia e dignità alla categoria. L’unico sistema per evitarlo è non avviare le trattative per il rinnovo ed è molto semplice: basta non disdire il CCNL. Un giochetto da ragazzi!!

Il tutto se la categoria lo permetterà. E’ la categoria che decide chi deve rappresentarla ai tavoli. Lo decide con le deleghe sindacali specie se elimina anche la vergogna delle doppie e triple deleghe. Come fa una stessa persona a VOTARE (la delega è come il voto!!) due o tre volte? In un qualunque spoglio elettorale se le schede votate fossero più dei votanti le elezioni si annullerebbero. Nell’ultima rilevazione della rappresentatività, per rimanere nella metafora elettorale, sono state rilevate ben 1984 doppie o triple deleghe. Il che vuole dire che circa il 30% della categoria ha… votato più volte!!

Dobbiamo ritenere:

  • che la categoria non ha mai collegato le deleghe alla rappresentatività?
  • che non si è resa conto che al tavolo contano i numeri?
  • che le OO.SS. del COMPARTO sono la controparte di quelle dell’AREA?
  • che una stessa O.S. non può tutelare COMPARTO e AREA?

Ora, grazie a DIRIGENTISCUOLA, sa tutto Sa chi non l’ha tutelata in tanti anni e può porre fine a questa ulteriore intollerabile e autolesionistica vergogna. La categoria ha ancora tre mesi di tempo per riflettere e decidere il proprio destino recuperando dignità e retribuzione. Deve semplicemente decidere chi deve rappresentarla al tavolo del rinnovo del CCNL.

Deve, inoltre, prendere coscienza che divisa non andrà da nessuna parte. Deve unirsi in un’unica O.S. che rappresenti solo la DIRIGENZA SCOLASTICA e l’unica O.S. rappresentativa e di categoria è DIRIGENTISCUOLA.

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