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Chi salverà la scuola?

Chi salverà la scuola?

Riportiamo di seguito un articolo pubblicato su www.huffingtonpost.it

 

Chi salverà la scuola?

Articolo di Dirigentiscuola

Istituti scolastici, digitale e Unità d’Italia: gli studenti non sono preparati, i docenti non ci sono e con la legge sull’autonomia differenziata il divario tra Nord e Sud sarà sempre maggiore

risultati delle Prove Invalsi 2023 sono state impietose con la scuola secondaria di secondo grado: solo il 48 per cento degli studenti dimostra di possedere, a un livello di essenzialità, le competenze di base di italiano, matematica e lingua inglese; manca poco più di un mese per l’inizio del nuovo anno scolastico e migliaia di cattedre sono ancora da coprire; la legge sull’autonomia differenziata per le Regioni a statuto ordinario non accenna ad abbracciare un sistema perequativo tra Nord e Sud; in Parlamento si approvano leggi per reclutare i docenti con il sistema delle crocette; centinaia di scuole saranno senza un dirigente scolastico titolare, nonostante gli appelli lanciati da DirigentiScuola, e il ministro dell’istruzione e del merito, in queste ore, annuncia di aver distribuito 95 milioni di euro a 500 scuole secondarie “per colmare il divario territoriale e migliorare le competenze di base degli studenti in quelle istituzioni scolastiche caratterizzate da maggiore fragilità negli apprendimenti”.

Sarebbe una buona cosa se non fosse che i 95 milioni di euro di fondi PON – FESR sono destinati, per l’ennesima volta, alla realizzazione di reti locali, cablate o wireless, per l’acquisto di schermi digitali o strumenti per la trasformazione digitale nella didattica o di attrezzature laboratoriali green. Sarebbe un nobile gesto se non fosse che l’obiettivo del ministro “è riunire l’Italia dando a tutti i giovani le stesse opportunità formative”, aggiungiamo, con il digitale.

Conosciamo bene il pensiero di chi la scuola la vive nel quotidiano ed è per questo che, certi di dare voce al comune sentire, interveniamo chiedendo di sapere chi al Ministero dell’istruzione e del merito è ancora convinto che il digitale salverà la scuola italiana. Se ancora a Roma la notizia non fosse ancora giunta, vorremmo far sapere che da anni le scuole aderiscono a tale tipo di progettualità, che le aule delle scuole sono piene di apparecchiature informatiche e digitali di ultima generazione. Dalla passata pandemia al presente PNRR, lungo tutta la penisola, in modo uniforme ed equilibrato, l’Italia del digitale è fatta.

Non ci resta che fare gli Italiani. Non ci resta che unire gli studenti italiani nelle pari opportunità di servizi, di tempo scuola, di docenti stabili e motivati. E la pari opportunità passa anche e soprattutto dal porre a capo di ogni istituzione scolastica un solo Dirigente scolastico! Sarebbe un bel segno di innovazione, signor ministro! Solo in questo ultimo caso, le tributeremmo un plauso al suo operato.

I continui e ridondanti annunci ministeriali che hanno accompagnato le nostre giornate lavorative, come musica di sottofondo, sul bullismo, sui corsi di educazione stradale e la patente a punti, sulle attività socialmente utili, sugli esami di riparazione entro agosto, non ci fanno sussultare. Li accoglieremo come preludio di ennesimi adempimenti, con la tiepida passione di chi ha già vissuto certi momenti.

Molti di questi annunci sono già nei Regolamenti d’istituto delle scuole autonome poiché, tutti, prima di Lei, signor ministro, hanno imposto le stesse mete e tracciato sentieri paralleli senza mai fornire, di contro, i mezzi per percorrerli.

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