DIRIGENTISCUOLA ha formalmente richiesto l’immediata convocazione del tavolo negoziale, a seguito dell’ultimo incontro, quello del 10 ottobre u.s., che si è concluso sostanzialmente con un nulla di fatto. Il sindacato ribadisce la propria posizione chiara e decisa: non è possibile attendere ulteriori fondi incerti, ma è necessario chiudere la contrattazione utilizzando le risorse già disponibili e garantire i diritti che spettano.
Attendere ulteriori fondi significa che i dirigenti scolastici conosceranno l’importo esatto della loro retribuzione di posizione a primavera inoltrata. Non accettiamo né ritardi nei pagamenti spettanti né obbligo di ripetizione delle somme con conguagli a debito quasi alla fine dell’anno scolastico.
Per cosa poi? Per i famosi tre milioni di euro che sono serviti a qualche giornalista per gridare allo scandalo degli stipendi dei dirigenti scolastici e che in cifre nette si riducono a 10 euro netti mensili?
Troppe questioni ben più rilevanti dipendono dalla conclusione di questo accordo e non possiamo permettere che tale firma venga ulteriormente rinviata.
Il lavoro agile che interessa soprattutto i dirigenti scolastici in servizio fuori regione è un istituto contrattuale vigente che attende da agosto l’avvio dell’informazione e confronto da parte dell’amministrazione. Il momento è, altresì, adatto per condividere una nuova pagina sulle attuali e contestatissime fasce di complessità delle istituzioni scolastiche. Nella richiesta è stato evidenziato che durante l’incontro del 10 ottobre, il Capo Dipartimento Palumbo aveva anticipato l’avvio dell’informazione e del confronto sui criteri di valutazione della performance, dalla quale dovrebbe derivare la perequazione della retribuzione di risultato. Ad oggi, però, non è pervenuta alcuna convocazione in merito né una proposta dell’Amministrazione né risulta pubblicato il decreto a firma del Ministro che ci consentirà di conoscere la direzione che s’intende dare all’intera procedura che attende compimento da 24 anni.
“E’ inaccettabile oltretutto che i dirigenti scolastici italiani continuino a percepire in media 5 mila euro lordi annui di retribuzione di risultato a fronte di un lavoro che specie negli ultimi tempi ha raggiunto livelli insostenibili. Quello che percepiscono i dirigenti scolastici rispetto ai risultati raggiunti equivale in molti casi al premio di produttività che percepiscono i dipendenti statali meritevoli inquadrati nella qualifica di funzionari, il che è semplicemente vergognoso. Il problema – dichiara il Presidente Fratta – non è solo economico, siamo perfino pronti a rinunciare al favoloso incremento di circa 10 euro al mese! La categoria è sottoposta a continue pressioni, vessazioni, molestie burocratiche e responsabilità. Viene perfino costretta ad operare sulla piattaforma dell’INPS. Voglio sperare che il Ministro Valditara prenda atto della gravità della situazione e intervenga anche con provvedimenti impopolari….e noi saremo al suo fianco. Persistendo l’attuale situazione non ci resta che proclamare lo stato di agitazione della categoria oltre che la disobbedienza civile. Non si può morire per la scuola!”