Ci saremmo aspettati, e ci siamo meravigliati del silenzio, che tutte le sigle presenti all’incontro del 27 u.s. sollecitassero il promesso verbale del pseudo confronto che l’Amministrazione avrebbe dovuto trasmettere entro le ore 14 e che i presenti avrebbero dovuto firmare con eventuali osservazioni e ritrasmettere entro le ore 18.
Pensavamo che la stessa Amministrazione si fosse resa conto che non c’era stato alcun confronto e che avesse deciso di non trasmettere il verbale che non avremmo firmato, organizzando nel frattempo un nuovo incontro con l’invio alle parti della prevista documentazione che avrebbe dovuto essere oggetto del confronto.
Ci siamo sbagliati: il verbale non è stato trasmesso, al pari dei documenti, e non è stata fissato alcun ulteriore incontro; abbiamo, dunque, ragione di ritenere che la vicenda, per le altre OO.SS., sia chiusa e che sia stata messa in atto una machiavellica strategia per distrarre la categoria.
Invece del verbale ieri è arrivata dal Gabinetto del Ministro la convocazione dell’Organismo di conciliazione per oggi alle ore 12, del quale fa parte anche DIRIGENTISCUOLA.
Immediatamente il Presidente ha sentito il Capo di Gabinetto e l’ufficio relazioni sindacali. C’è voluto poco a ricostruire la strategia:
- Il 26/05/2020, il giorno prima del confronto, le storiche 4 sigle del comparto più la Gilda hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria della “Sezione Scuola e Area della Dirigenza del Comparto istruzione e Ricerca” chiedendo il previsto tentativo di conciliazione.
- Abbiamo così scoperto che esiste la Sezione Scuola e l’Area del comparto istruzione e ricerca e che, addirittura, anche la GILDA è rappresentativa dell’….inesistente Area del comparto al punto che può chiedere la conciliazione!
- Invece di trasmettere il nominativo del rappresentante di DIRIGENTISCUOLA abbiamo rilevato l’illegittimità della richiesta e della convocazione con nota inviata immediatamente al Gabinetto.
- E’ appena il caso di rilevare che la conciliazione c’è stata, come è facile ricordare, esattamente il 20/12/2020 e che furono redatti due distinti verbali: uno di DIRIGENTISCUOLA e l’altro delle quattro sigle del comparto.
- La norma prevede che, se l’Amministrazione non ottempera a quanto conciliato entro 90 giorni, le parti mettono in atto la proclamata agitazione. I 90 giorni sono scaduti esattamente il 20 marzo. Ovvio che con l’emergenza in corso, responsabilmente, non c’è stata alcuna protesta.
- Subito dopo la fase critica del Covid19 DIRIGENTISCUOLA in tutte le occasioni, ultima quella del 22 u.s., ha ricordato alla Ministra gli impegni della conciliazione del 20/12/2019 evidenziando che non c’erano più motivi per non onorare gli impegni presi.
Questa la documentata ricostruzione in modo che i dirigenti possano riflettere e valutare e, soprattutto, chiedersi se la strategia sia stata pensata e messa in atto dalle sole sigle sindacali o non anche dall’Amministrazione pensando di distrarre la categoria e archiviare il confronto in modo da dar corso alla mobilità e ai successivi nuovi incarichi ignorando il nuovo CCNL e lasciando, quindi, che ogni UU.SS.RR. reiteri quanto vietato dal nuovo CCNL per assicurare uniformità con criteri decisi a livello nazionale.
Siamo pronti a scommettere che, terminato l’incontro odierno, tutte le sigle spareranno comunicati attribuendosi chissà quali meriti sperando che la categoria ci caschi ancora una volta e che, magari, la stessa si scateni sui social dimenticando la mobilità e i nuovi incarichi.
“Evidentemente – conclude il presidente Fratta – ancora non vogliono rassegnarsi e capire che da quando abbiamo invitato la categoria a trovare un’ora al giorno per interessarsi dei propri problemi, la stessa ha aperto gli occhi distinguendo il grano dal loglio. Anche l’Amministrazione ancora non ha capito che non può continuare a non onorare gli impegni presi e a non rispettare le norme e le regole. Sono esattamente due anni che i tavoli instaurati all’epoca della Fedeli sono stati sospesi. E’ quasi un anno che abbiamo disdetto il CCNL affinché si avviassero le trattative per il rinnovo dello stesso, arrivando a subordinare la perequazione alla necessità di rivedere gli istituti contrattuali inerenti gli incarichi e la mobilità per almeno arginare gli errori commessi e prevenire che venissero reiterati. Tutti silenti! Amministrazione e sindacati, salvo poi promettere illusioni e addirittura scaricare sull’Amministrazione il mancato accoglimento delle richieste non suffragate dalle norme. Con senso di responsabilità abbiamo abbassato la guardia a causa del Covid19 e addirittura abbiamo collaborato, predisponendo montagne di documenti, con l’Amministrazione, anche a causa delle evidenti e manifeste incompetenze. È ora di dire basta. La categoria è esausta e stanca di essere presa in giro con strategie di basso profilo. Se non sono bastati 5 giorni di sit-in, con connesso sciopero della fame e della sete, ricorreremo a forme di protesta ancora più forti”.