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COMUNICATO SUL SECONDO INCONTRO AL MIM CONCERNENTE IL CONFRONTO SUL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA

COMUNICATO SUL SECONDO INCONTRO AL MIM CONCERNENTE IL CONFRONTO SUL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA

Nella mattinata di oggi è proseguito il confronto tra il MIM e le OO.SS. sul Sistema di valutazione dei dirigenti scolastici sulla base di una più articolata Bozza di decreto, in ordine alla quale DIRIGENTISCUOLA ha confermato il giudizio favorevole, riscontrando che in essa vengono precisati gli obiettivi generali e specifici con i relativi indicatori, allineati con il profilo professionale del dirigente scolastico; che pertanto può – e deve – essere valutato in base al loro grado di raggiungimento, con la possibilità – che abbiamo ribadito – di presentare prove che dimostrino eventuali fattori che abbiano influenzato negativamente i risultati.

Per l’anno scolastico in corso la valutazione in ordine agli obiettivi assegnati avverrà sulla scorta di una serie di indicatori, quali:

  • Tempo di approvazione delle rate dei contratti di supplenze brevi;
  • Rispetto dei termini di pubblicazione e attestazione dell’adempimento da parte dei revisori dei conti;
  • Tempestività nel pagamento delle fatture;
  • Definizione del Piano di formazione del personale nel PTOF, in coerenza con il Piano nazionale di formazione;
  • Definizione e pubblicazione del RAV e del PDM, inseriti nel PTOF;
  • Attuazione del PTOF con indicazioni sugli Obiettivi formativi, i Modelli di orientamento, il Curricolo per l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, le Azioni per lo sviluppo delle competenze STEM, i Criteri di valutazione, la Presenza del Piano per l’inclusione e indicazione delle relative azioni;
  • L’Adesione a reti di scuole come capofila e/o partener, l’Attivazione di scambi anche virtuali con istituzioni scolastiche estere (compresi Erasmus o   E-Twinning);
  • L’Attuazione di sperimentazioni/innovazioni organizzativo-didattiche.

 

Mentre per la valutazione dirigenziale a regime l’ultimo dei tre obiettivi generali è riformulato come capacità di orientamento dell’azione dirigenziale al miglioramento del servizio scolastico in riferimento al RAV e al PDM, con particolare attenzione alle aree di miglioramento organizzativo-gestionale dell’istituzione scolastica e direttamente riconducibili all’operato del dirigente.

I conseguenti indicatori saranno quindi ampliati, includendo attività come:

  • Creazione di gruppi di lavoro per migliorare i risultati nelle prove standardizzate;
  • Monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di miglioramento e rendicontazione dei risultati;
  • Sottoscrizione di protocolli con associazioni del terzo settore;
  • Sperimentazioni di flessibilità organizzativa e didattica;
  • Partecipazione ad iniziative nazionali di innovazione didattica.

 

Essi si baseranno sempre su dati provenienti dai sistemi informativi, come SIDI, piattaforme PTOF, RAV e altre.

Resteranno invariati, invece, la Sezione 2 (dove i dirigenti degli Ambiti territoriali forniranno eventuali evidenze a supporto) e la Sezione 3 (che riguarda i comportamenti professionali e organizzativi). In quest’ultima sezione, il valutatore avrà una certa discrezionalità nel distribuire i punteggi, che possono compensare valutazioni vicine alla soglia minima. Ciò permetterà di circoscrivere al limite dell’irrilevanza valutazioni negative e di corrispondere così la retribuzione di risultato.

Abbiamo confermato, e condiviso con l’Amministrazione, che i previsti obiettivi e comportamenti professionali sono nella disponibilità della dirigenza scolastica, chiamata a gestire in modo efficace le risorse umane, materiali e finanziarie assegnate, in linea con le priorità del decisore politico e con la volontà del legislatore. Ovvero gli uni e gli altri sono strettamente legati alle responsabilità dirigenziali e derivano da precise – e ineludibili – disposizioni normative, come l’articolo 25 del D. Lgs. 165/2001, laddove stabilisce che il dirigente deve organizzare l’attività scolastica in modo efficiente ed efficace; come la legge 107/2015, nel punto in cui richiede di garantire l’efficienza dell’azione dirigenziale e di promuovere il miglioramento del successo formativo degli studenti; come il DPR 80/2013, che prevede anche la valutazione della dirigenza scolastica, con l’assegnazione all’INVALSI del compito di identificare gli indicatori per monitorare le aree di miglioramento gestionale e organizzativo ad essa direttamente riconducibili: compito fin qui disatteso ed ora adempiuto dal decreto ministeriale, come prescritto dall’articolo 13 del decreto legge 71/2024, convertito dalla legge 106/2024.

Abbiamo ricordato all’Amministrazione che quando, entro la fine del corrente anno scolastico, risulterà conseguita una valutazione pure attingente la ristretta fascia degli eccellenti (anche questo prescritto dalla legge), la remunerazione di risultato non potrà raggiungere le cifre di cui godono i dirigenti non aggettivati; e una valutazione buona (punteggio da 55 a 79) potrà lucrare una cifra comunque inferiore a quella finora percepita automaticamente siccome parametrata sulla fascia di complessità dell’istituzione scolastica (per non dire di una valutazione sufficiente, al di sotto dei 55 punti).

Se n’era avuta conferma nel parallelo incontro riguardante il rinnovo del CCNI sulla retribuzione di posizione variabile e di risultato (oltre che la riquantificazione degli importi per le reggenze). Difatti per l’anno scolastico corrente 2024-2025 la retribuzione massima non dovrebbe superare la cifra annua di 8.000 euro lordo dipendente e quella media di 6.000 euro sempre lordo dipendente. Se queste cifre si mettono a confronto con quanto percepito per la stessa voce dai dirigenti amministrativi e tecnici del MIM di pari seconda fascia – come può leggersi nel provvedimento dirigenziale n. 2364 del 17.11.2022, peraltro riferito alle retribuzioni dell’anno 2020, le ultime che abbiamo trovato nel relativo sito istituzionale – la distanza è di circa 23.000 euro (30.927,53 – 8.000 = 22.929,53) per il livello di eccellenza; mentre per il livello medio la differenza si attesta attorno ai 17.000 euro (22.941,00 – 6.000 = 16.941,00).

Ma – lo abbiamo ridetto con forza –  solo abbandonando al loro sterile destino i fin qui coriacei diversivi e le non meno immarcescibili elucubrazioni di chi ritiene, fuor d’ipocrisia, che quella scolastica non è ontologicamente una dirigenza valutabile, può raggiungersi l’obiettivo di farne una dirigenza vera. E dunque solo se partirà il prefigurato – e obbligato – sistema non vi saranno più alibi impeditivi della rivendicazione delle risorse finanziarie per la perequazione dell’ultima voce retributiva, quella di risultato. Ben sappiamo che non sarà decisiva neanche la tornata contrattuale 2022-2024, peraltro prossima alla scadenza e purtuttavia non ancora avviata; ma potrà ragionevolmente esserlo quella successiva 2025-2027, appostandosi le relative risorse finanziarie nelle tre corrispondenti annualità della legge di bilancio, sperando che le presenti contingenze avverse possano quantomeno attenuarsi.

Nel terzo ed ultimo incontro che concluderà il confronto, entro la prima settimana di dicembre, non mancherà il nostro contributo per affinare ulteriormente il Sistema di valutazione proposto, compreso l’inserimento nell’Organo di garanzia di un dirigente scolastico.

E insisteremo sul fatto che tutti i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, ad iniziare dai dirigenti del MIM, valutano il “dipendente personale”. Pertanto, superato il corrente anno scolastico di transizione, dal primo settembre 2025 dovrà – per coerenza di sistema – esser pronto il dispositivo (o i dispositivi) che permettano anche al dirigente scolastico di valutare il proprio “dipendente personale”. Altrimenti non si comprenderebbe come possa valorizzarne il merito ovvero come stimolarne la correzione delle prestazioni insoddisfacenti, se non con il ricorso alla patologica leva disciplinare.

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