Recita un vecchio e saggio adagio che “i fessi si lasciano con il silenzio”. Avevamo, infatti, deciso di non replicare, rispondere o commentare la strumentalizzazione che certa stampa ha dato ad un vocale che il Presidente Fratta ha postato su una chat riservata ai soci DIRIGENTISCUOLA. Un vocale teso a tranquillizzare i vincitori del concorso diventa un attacco alla ministra Azzolina, al pari di altri vocali provocatoriamente postati dallo stesso Presidente sperando che i soliti infiltrati li facessero circolare, cosa che hanno fatto tranquillamente. Direbbe il famoso Tonino nazionale: “che c’azzecca” un vocale inviato ai soci dell’associazione con gli attacchi vergognosi alla Ministra paventando guai in vista per la stessa? Qual è il nesso tra il vocale del Presidente Fratta e i paventati guai della Ministra? Il problema è che quando si vuole attaccare qualcuno facendo un uso politico e fazioso della stampa, i “nessi” si inventano rasentando anche il ridicolo.
Certa stampa e certi giornalisti e sponsor degli stessi non meritano alcuna attenzione. Dovrebbero essere radiati dall’albo.
Non l’ha pensata così una vincitrice del concorso, oltre che giornalista e pubblicista, la Dr.ssa Antonella Mongiardo, che ha replicato agli articoli chiedendo al direttore del giornale il diritto di replica ai sensi dell’art. 8 della legge 8 febbraio 1948 n. 47 (disposizioni sulla stampa), inviando anche esposto denuncia al consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti. Cosa che farebbero bene a fare tutti i cittadini corretti e disgustati.
La Mongiardo ha chiesto alla nostra redazione di pubblicare sia la replica che la denuncia, cosa che facciamo volentieri. Ci preme, inoltre, segnalare che, il giorno prima di una delle sentenze inerenti il concorso per DS, fu divulgato sui social l’audio di un avvocato che anticipava i contenuti del pronunciamento del giudice. Quanto dichiarato nell’audio trovò poi pedissequo riscontro in una delle sentenze. Perchè questo gravissimo episodio, all’epoca, non destò scalpore?
Nessuno si scandalizzò per una sentenza annunciata dopo l’udienza e emanata il giorno successivo.
Ci si scandalizza, invece, per un messaggio teso a tranquillizzare migliaia di dirigenti in fibrillazione non tanto per la sentenza ma, e soprattutto, per decine e decine di articoli terrorizzanti aventi un evidente scopo: sperare di influenzare la sentenza del C.di S.
I Giudici di certo non si lasceranno influenzare da nessuno, neanche dai “segnali” che ognuno ha potuto ipotizzare a seguito dell’andamento dell’udienza.
Ci auguriamo che le testate giornalistiche rispettino la legge e pubblichino, senza alcun commento, la replica della Prof.ssa Mongiardo e che il Consiglio di disciplina sanzioni giornalisti che strumentalizzano o inventano ti tutto per far politica e denigrare le istituzioni.
“Capisco – conclude il Presidente Fratta – la preoccupazione di quanti hanno approfittato della rabbia dei non vincitori del concorso proponendo loro ricorsi in cambio anche di deleghe sindacali. Qualora il C.di S. dovesse ribaltare la sentenza del TAR i malcapitati revocheranno le deleghe e a due mesi dalla rilevazione della rappresentatività il prezzo da pagare sarebbe troppo alto. Non si giustificherebbe altrimenti tutto questo accanimento. Si aspetterebbe in religioso silenzio la sentenza del C.di S.
In un caso o nell’altro di certo i non vincitori, la cui rabbia comprendiamo, non trarranno alcun vantaggio. Anzi danneggeranno, in caso di accoglimento del ricorso, quanti di loro hanno presentato ricorso per essere ammessi. Avremmo capito un ricorso da parte dei tanti che non hanno superato le prove e che, a mezzo accesso agli atti, riescono a dimostrare che le loro prove meritavano una positiva valutazione. E abbiamo incoraggiato decine di persone a far valere i loro diritti, persone preparate che hanno avuto la sfortuna di incappare in una commissione piuttosto che in un’altra. Questo è il problema! Il futuro di una persona non può dipendere dalla casualità o dalla fortuna o dalle raccomandazioni. Questa è la denuncia da fare. E’ il sistema di reclutamento che va cambiato e sottratto a valutazioni soggettive. Ma ricorrere per far annullare il concorso che senso ha? Cui prodest?… direbbe Cicerone. Nella precedente tornata concorsuale ben 8.000 persone, per rabbia, hanno aderito al ricorso per l’annullamento del concorso pagando 200 euro che hanno portato nelle tasche del patron del ricorsificio ben 160.000 euro e altre migliaia per essere ammessi. Lo stesso soggetto organizza un ricorso per annullare il concorso e un altro per far ammettere gli esclusi!! La volta precedente la sentenza di rigetto del ricorso per l’annullamento passò sotto silenzio, non ne parlò nessuno anche perché fu emanata dopo la rilevazione della rappresentatività. Questa volta sarebbe una catastrofe!!
Di certo non saranno mandati a casa oltre 2.500 dirigenti già in servizio specie in questo momento storico. Non è mai successo nella storia e non succederà neanche questa volta. L’Amministrazione dovrà per “ragione di Stato” adottare una sanatoria.
Voglio cogliere l’occasione per porre alcune banali domande al Prof. Massimo Arcangeli che ha trovato il momento di gloria e di esaltazione balzando agli onori della cronaca sparlando della Ministra Azzolina sperando di gettare fango sulla stessa. Non c’è riuscito perché le persone non hanno l’anello al naso! Egregio professore ma se la Ministra Azzolina è quella persona che lei vergognosamente ha ventilato ai quattro venti, perché non l’ha bocciata? Come e perché prima si promuove una persona e poi si dice che è impreparata? Solo per questo meriterebbe di essere processato e condannato. Si è vantato di avere bocciato oltre il 40% dei candidati “somari”, come elegantemente li ha definiti. Suvvia! Un po’ di coerenza e di logica! Se un Presidente severo come lei ha promosso l’allora candidata Azzolina, vuol dire che era più che preparata…. o dobbiamo pensare che lei ha accettato raccomandazioni? Non pensa, egregio professore, che la gente ha anche un cervello e che è disgustata per queste sue reiterate affermazioni che farebbero rivoltare nella tomba il povero Aristotele? Dov’è la sua coerenza? Non crede che sia ora di chiedere scusa per questo suo vergognoso e, se mi consente, irrispettoso e irriguardoso comportamento? L’Azzolina è pur sempre un Ministro della Repubblica e un professore dovrebbe avere rispetto delle istituzioni. Denigrando un Ministro lei denigra le Istituzioni e questo non si addice ad un professore. Quale esempio per i suoi studenti? Se non ha mai letto il codice di comportamento dei pubblici dipendenti e dei docenti, lo faccia. Avrà contezza che per comportamenti analoghi ai suoi è previsto il licenziamento. Non ne abbiamo la prova, ma ci auguriamo che l’UPD abbia avviato il previsto procedimento disciplinare e adottato la sanzione prevista”.