Nelle ultime settimane abbiamo seguito con attenzione l’iter di conversione in legge, avvenuta in via definitiva nella serata di ieri con voto di fiducia della Camera dei deputati, con 134 voti favorevoli e 94 contrari, del decreto-legge “Omnibus” 9 agosto 2024 n. 113.
Per la scuola non vi sono particolari novità rispetto al testo iniziale del decreto-legge: l’articolo 9 prevede l’estensione della tutela assicurativa degli alunni e del personale e il supporto tecnologico e digitale al piano nazionale per la sperimentazione della filiera tecnologico-professionale.
DIRIGENTISCUOLA aveva salutato positivamente la presentazione di emendamenti al provvedimento di interesse per la dirigenza scolastica, stigmatizzandone poi la dichiarazione di non ammissibilità, prendendo infine amaramente atto dello stralcio dell’ultimo emendamento di interesse per la categoria che era rimasto in piedi.
La vicenda del provvedimento in parola, lungi dall’essere un accadimento di esclusiva pertinenza parlamentare, offre la possibilità di aprire una riflessione su come la mancanza di sostegno da parte degli ambienti del Ministero dell’Istruzione e del Merito possa aver concorso a determinarne le sorti, svuotandolo dei contenuti innovativi materializzatisi in Commissione e di cui avrebbe beneficiato l’intera categoria dei Dirigenti Scolastici e, in ultima analisi, la scuola italiana.
È cosa oramai nota come non vi sia sintonia tra la categoria dei Dirigenti Scolastici e la categoria dei Dirigenti degli Uffici centrali e periferici del MIM: al di là degli atti dovuti e delle ipocrisie di facciata, la “pretesa” dei Dirigenti Scolastici di poter essere messi in grado di fare il proprio lavoro sta lentamente ma inesorabilmente smascherando chi della scuola conserva una visione astratta.
Come la letteratura di settore ci ricorda, in ciascun dicastero la burocrazia ministeriale non può essere intesa come un’entità indifferenziata, caratterizzandosi invece in base alle modalità di reclutamento, alle capacità di sviluppare senso di appartenenza e alle prospettive di carriera. La presenza – o meno – di obiettivi chiari di medio/lungo periodo da perseguire, influenza grandemente il clima di appartenenza istituzionale, rendendo – per l’effetto – più o meno forte e compatta l’istituzione. A tale dinamica non si sottrae l’élite burocratica del MIM, la quale, in un ministero in perenne crisi d’identità, si vede costretta a cercare in se stessa quelle “regolarità comportamentali” che le permettano di riconoscersi – e di rassicurarsi – quando si guarda allo specchio. È quello del MIM, quindi, un contesto di debolezza organizzativa del livello centrale e periferico, poichè meno forte e definito si presenta il contesto istituzionale di appartenenza rispetto ad altri dicasteri, come ad esempio, all’esatto opposto, il Ministero dell’Interno.
Tuttavia l’istituzione rappresentata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito entra nelle vite di alunni e famiglie non già attraverso l’operato dell’élite burocratica del MIM, bensi attraverso il quotidiano e duro lavoro del Dirigente Scolastico, che del MIM dovrebbe costituire avamposto di prossimità e rappresentanza presso l’utenza. Ed è qui che il meccanismo si inceppa: come si può creare una sintesi virtuosa tra soggetti reclutati dalla prima linea delle aule (i Dirigenti Scolastici) e soggetti, invece, che le mille sfaccettature della vita di quelle aule non praticano e non conoscono (i Dirigenti Ministeriali)?
DIRIGENTISCUOLA è ben consapevole, da tempo, del corto circuito organizzativo che vive il MIM.
Nonostante la risorsa umana Dirigente Scolastico sia “prodotta” all’interno dell’organizzazione e cerchi di rispondere alle istanze dell’utenza in modo tempestivo e attento, “l’altra” risorsa umana costituita dall’élite burocratica del MIM rimane ben vigile nel mantenere la distanza di sicurezza dai problemi reali della scuola, preferendo collocarsi nella comfort zone di supporto meramente formale al livello politico, osservando i Dirigenti Scolastici quasi come figure di confine.
Parliamoci chiaro: la trasformazione organizzativa che può determinare cambiamenti positivi per la Dirigenza Scolastica e la scuola italiana parte prima di tutto da un rovesciamento di paradigma.
La burocrazia ministeriale dovrebbe imparare ad ascoltare i Dirigenti Scolastici, primi depositari degli elementi per poter affermare se – e quanto – richiesto dall’alto sia effettivamente realizzabile CON LE RISORSE UMANE E STRUMENTALI MESSE A DISPOSIZIONE DAI SUPERIORI UFFICI. La burocrazia ministeriale dovrebbe modificare il proprio operato ASCOLTANDO I DIRIGENTI SCOLASTICI, perché il flusso delle informazioni più importanti per cambiare la scuola non è quello che proviene dall’alto, bensì quello che proviene dall’esperienza quotidiana delle scuole.
Per trasformare la scuola bisogna, quindi, ascoltarla.
Ma l’ascolto per attuare il cambiamento non può di certo avvenire abbandonando i Dirigenti Scolastici alle loro ordinarie emergenze quotidiane. Quando l’alta burocrazia ministeriale riuscirà a comprendere che il cambiamento può passare solo attraverso un proprio ruolo proattivo e protagonista diverso dal passato, che sostenga i tentativi di affrancare la categoria dei Dirigenti Scolastici da fardelli insopportabili che impediscono di avere lucidità e visione del futuro, DIRIGENTISCUOLA non mancherà di renderne pubblicamente atto.
Quando l’alta burocrazia ministeriale avrà IL CORAGGIO DI RAPPRESENTARE ALLA POLITICA I FATTI DELLA SCUOLA PER QUEL CHE SONO, solo allora la burocrazia medesima potrà trovare l’identità mai conquistata.
Signor Ministro, è giunto, dunque, il momento di dare compimento a questo atto di coraggio. Quando Lei, con la sua autorevolezza e determinazione, saprà guardare alla realtà per ciò che realmente è, senza filtri né compromessi, allora potrà davvero avviare quel cambiamento che tutti attendiamo. Solo così potremo superare le resistenze di una burocrazia che troppo spesso ostacola il progresso e la razionalità. Noi saremo al Suo fianco, pronti a sostenerLA e a difendere insieme il futuro del sistema scolastico italiano.
Come da sempre sostiene DIRIGENTISCUOLA, è il coraggio che fa cambiare le cose.