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Dare a Cesare quello che è di Cesare – Rettifica articolo Italia Oggi – Appello alla categoria

Dare a Cesare quello che è di Cesare – Rettifica articolo Italia Oggi – Appello alla categoria

Il 9 maggio Italia Oggi ha pubblicato un articolo propagandistico e intriso di vistose falsità.

Pubblichiamo la richiesta di rettifica inviata al direttore del giornale.

Commenta il Segretario Generale della DIRIGENTISCUOLA Fratta: “quello che si sta registrando in questi giorni è, a dir poco, vergognoso. Invece di cogliere l’occasione per rivendicare uniti e compatti la dignità della categoria sotto il profilo economico e normativo, in vista dell’apertura dei tavoli per il rinnovo del CCNL, la preoccupazione delle varie OO.SS. è solo quella di attribuirsi meriti di primogenitura, confondere le acque, ostacolare o interferire con la manifestazione della DIRIGENTISCUOLA.

Il cosiddetto ex sindacato dei presidi, avuta notizia del sit-in previsto dal 22 al 26 maggio, ha cercato disperatamente di organizzare per il 25 una manifestazione davanti al MIUR; manifestazione che la Questura non ha autorizzato non potendosi organizzare due manifestazioni nello stesso giorno e nello stesso luogo. Non contenta commissiona a Italia Oggi un articolo che ha un solo scopo: attribuirsi i meriti … del danno che ha fatto in tanti anni alla categoria! Nella rettifica chiesta al direttore di Italia Oggi ho confutato tutte le falsità contenute nell’articolo.

La quadruplice ha indetto, sempre per il 25 maggio, assemblee presso gli UU.SS.RR. d’Italia sperando che i colleghi rinuncino a rivendicare la perequazione. Si chiama sabotaggio al pari di quello organizzato dall’altra sigla anch’essa firmataria del CCNL/2010. Dopo aver rinunciato, parola di Ministra, alla perequazione barattandola con la signoria del contratto, deve ostacolare ogni iniziativa tesa a perseguirla! Ancora più grave è invitare i dirigenti che non hanno la R.I.A. a inoltrare una diffida ai DD.GG. degli UU.SS.RR. chiedendo che venga riconosciuta. Come se i DD.GG. avessero il potere di disattendere norme e contratti! Allorquando fu adottata, due anni fa, una analoga presa in giro, sempre per calmare gli animi esasperati, il D.G. dell’Umbria rispose ironicamente che avevano sbagliato destinatario…avrebbero dovuto diffidare chi ha sottoscritto i contratti non chi li deve applicare. Speriamo che questa volta qualche D.G. non avvii procedimenti disciplinari mettendo in dubbio la capacità di fare i dirigenti!

Alla fine tenta di inserirsi nel giro anche il neo sindacato, il quarto di Marcello Pacifico (ANIEF – PRODIRMED – DIRCONF – UDIR), che dopo aver tentato per ben due volte di diventare rappresentativo nel COMPARTO, ora tenta la scalata dell’AREA. Ha addirittura proclamato uno sciopero generale sempre per il 25 maggio. Ovviamente non autorizzato e non autorizzabile. I mercenari ben retribuiti, poi, non perdono occasione, sperando di fare propaganda e confidando nella loro abilità di prendere in giro la categoria, di definire DIRIGENTISCUOLA un sindacatino che nella prossima rilevazione dovrebbe perdere la rappresentatività che, invece, raddoppierà anche grazie alla reazione dei colleghi indignati e disgustati della indecente propaganda. Se c’è un solo dirigente che intende farsi tutelare dal presidente dei precari, ovvero da un docente, vuol dire che siamo alla frutta!

Voglio solo augurarmi che i colleghi non perdano questa opportunità e che si preoccupino dei loro interessi, della loro dignità oltre che della scuola italiana, senza farsi ingannare da soggetti che stanno facendo di tutto per conservare lo statu quo anche elargendo benefit, rimborsando spese, offrendo pranzi e soggiorni per fini molto evidenti: in primis conservare le loro poltrone e ciò che ne deriva. Persone che stanno spendendo centinaia di migliaia di euro pur di diventare rappresentativi perché lo fanno?

La categoria deve essere unita e non divisa in ben 40 sigle sindacali come ha attestato l’ARAN. Uniti vuol dire essere iscritti ad un’unica associazione, che si chiami DIRIGENTISCUOLA o PIPPO non interessa. DIRIGENTISCUOLA non è di Attilio Fratta che è pronto anche a dimettersi domani mattina, ma della categoria. Attilio Fratta ha solo, insieme ad altri colleghi che hanno creduto nel progetto, offerto una opportunità ai colleghi costituendo un sindacato di categoria da consegnare a giovani che hanno voglia di spendersi e impegnarsi per la causa comune.

Invito tutti a partecipare, nei giorni previsti per ogni regione, al sit-in dal 22 al 26 maggio senza farsi ingannare o strumentalizzare da nessuno.

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