La bozza relativa al DDL per la legge di bilancio 2023 lascia il mondo della scuola decisamente con l’amaro in bocca. Tralasciando il premio di consolazione per il personale di comparto – 150 milioni di euro – passano assolutamente sotto silenzio le pur legittime aspettative della dirigenza scolastica che, ormai da troppo tempo, attende il giusto riconoscimento economico e sociale.
Come si può fare del merito lo slogan per l’impianto di un’annunciata riforma del sistema d’istruzione, quando poi coloro che sono chiamati alla complessa gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali delle istituzioni scolastiche non vedono corrispondersi una retribuzione congrua, commisurata al complesso lavoro svolto? Sono queste le condizioni nelle quali i dirigenti scolastici si troveranno a dover promuovere il merito?
Dopo svariate tornate contrattuali, l’allora Ministro Fedeli diede avvio al processo di allineamento finalizzato ad armonizzare la retribuzione di posizione fissa, rinviandosi la perequazione completa della retribuzione variabile e della retribuzione di risultato al CCNL 2019-2021. Non è più accettabile che i dirigenti scolastici continuino a percepire la metà della retribuzione dei colleghi amministrativi di pari fascia, pur essendo sottoposti ad una più gravosa mole di incombenze: è da più di un ventennio che, al momento dei rinnovi contrattuali, le legittime ragioni della dirigenza scolastica vengono sacrificate per altre priorità. La categoria è indignata, soprattutto dopo aver assistito all’ingente spreco di risorse in epoca COVID tra acquisti di banchi a rotelle e mascherine pagate a peso d’oro.
Ed è appena il caso di accennare all’art. 89 del DDL bilancio, in materia di dimensionamento scolastico, il cui riferimento ad un coefficiente non inferiore a 900 e non superiore a 1000 per la determinazione del contingente organico dei DS e dei DSGA è così – volutamente? – sibillino da necessitare di doverosi approfondimenti in sede di discussione nelle competenti commissioni parlamentari.
Due questioni, quella sulla perequazione e quella sul dimensionamento, su cui DIRIGENTISCUOLA è pronta a dare battaglia, fino a riproporre il sit-in che nel 2017, dopo cinque giorni di sciopero della fame e della sete, indusse il Governo ad avviare il processo perequativo. La promessa fu, allora, mantenuta, ma i successivi step completamente ignorati.
In data odierna DIRIGENTISCUOLA ha trasmesso una missiva al Ministro, rappresentando la propria delusione in vista dell’incontro programmato per il 29 novembre p.v. e per il successivo incontro in presenza che, già calendarizzato per l’8 novembre u.s., è stato poi rinviato per sopraggiunti motivi istituzionali.
Condividiamo senz’altro gli intendimenti dell’attuale Governo, che intende puntare sul merito per assicurare una scuola di qualità, argomento, questo, che sarà oggetto di approfondimento in occasione del Convegno di Milano del 28 novembre p.v.
DIRIGENTISCUOLA non è, però, disposta ad accettare queste evidenti incoerenze che lasciano paventare linee d’azione tutt’altro che innovative…