E’ di ieri la notizia dei 17 Dirigenti scolastici della Lombardia posti in pensione dalla Corte dei conti ad anno scolastico già avviato .
Si tratta di colleghi che sono stati “trattenuti in servizio oltre i limiti d’età “in virtù di una norma di cui DIRIGENTISCUOLA ha sempre contestato gli abusi avendone più volte messo in luce gli errori di valutazione dell’amministrazione in sede di applicazione.
A metà novembre, dunque, altre scuole lombarde vanno ad implementare il già nutrito numero delle scuole in reggenza , oltre 1000 su tutto il territorio nazionale , essendo rimaste inascoltate tutte le proposte fatte dalla nostra associazione per evitare il peggio che una scuola possa sperimentare e cioè un dirigente scolastico presente a metà. Possiamo affermare, con maggiore convinzione alla luce del provvedimento della magistratura contabile , che la miopia amministrativa del Ministero dell’istruzione oggi rasenta livelli intollerabili , continuando a mietere vittime tra i suoi più illustri e nobili dipendenti .
A questi ultimi va la nostra solidarietà personale e professionale ; a chi ha firmato , a suo tempo, il loro trattenimento in servizio, probabilmente per la seconda volta, va il nostro disappunto per aver applicato per l’ennesima volta la legge in modo distorto .
In attesa di leggere le motivazioni del provvedimento, non possiamo sottrarci dall’esternare critiche riflessioni .
Quest’anno i trattenimenti in servizio dei ds, oltre i limiti d’età sono stati 57. Negli anni precedenti , non di meno . Abbiamo assistito ad un abuso ingiustificato negli anni di vigenza della graduatoria concorsuale, perpetrato ai danni di coloro che attendevano l’immissione in ruolo e la mobilità interregionale , avendo l’istituto del trattenimento sottratto posti . Il Ministero anziché operare per creare spazio, si è adoperata per restringerli in anni in cui vi era disponibilità di nuove assunzioni , lasciando tale facoltà, poiché di questo si tratta e non certo di un diritto del singolo, ai Direttori generali delle amministrazioni periferiche senza controlli preventivi e ancora peggio, senza assicurare , uniformità di comportamento sull’intero territorio nazionale . Come nelle migliori tradizioni della storia italiana , il caso è venuto alla luce in un periodo in cui il danno a carico delle istituzioni scolastiche è maggiore, essendo le graduatorie concorsuali esaurite e, dove, il ritardo nell’emanazione dei nuovi bandi testimonia il disinteresse per la questione delle scuole senza capo d’istituto titolare.
DIRIGENTISCUOLA aveva chiesto già nel 2020 di diramare un preciso e conforme indirizzo, con successiva vigilanza, in ordine ai rigorosi requisiti dei richiedenti e dei progetti posti a base delle richieste di proroga, che i direttori generali e i direttori responsabili degli uffici scolastici regionali, cui spetta la competenza a disporre la deroga, avrebbero dovuto scrupolosamente vagliare.
In sostanza il comma 257 della legge 208/2015, come modificato dal comma 630 della legge 205/2017, che consente la deroga a favore del personale in servizio in scuole impegnate in innovativi e riconosciuti progetti didattici internazionali svolti in lingua straniera, assicura una continuità di realizzazione che, alla luce del ruolo dirigenziale, esige specificazioni mai definite.
Ciò che DIRIGENTISCUOLA , in un ultima analisi , aveva previsto si è abbattuto come una scure sull’azione amministrativa del ministero , con la complicità di altri che avevano il dovere di intervenire e non l’hanno mai fatto per ovvie ragioni di “bottega” . Gli stessi che oggi gridano allo scandalo e all’ingerenza indebita dei tribunali nelle scuole.