Si è da poco conclusa la consultazione sindacale sul disegno di Legge di bilancio 2025 temutasi presso la Sala Tarantelli di Palazzo Vidoni col Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.
In sintesi, dopo una prefazione in cui si è acclarata una Pubblica Amministrazione generalmente in sofferenza ma volenterosa di migliorare, i temi affrontati dal ministro Zangrillo sono stati i seguenti:
• è necessario un ampliamento del numero di dipendenti che nello spazio della UE è attestato su una media dell’8% in rapporto alla popolazione, mentre in Italia siamo ancora al 6%; ad ogni modo, e nell’immediato, è previsto l’inserimento di circa 350.000 unità di personale pur se con un taglio del 25% della pianta organica. A lungo termine si dovranno sostituire circa 1.000.000 di persone.
• la sfida che la PA si accinge a intraprendere è sicuramente la modernizzazione, necessaria ed ineludibile, unita alla valorizzazione del personale;
• la formazione dei dipendenti, delle persone, come più volte ha specificato il Ministro, è il passaggio chiave per vincere la sfida verso il futuro. In generale, nella PA, si assiste attualmente ad una media di 6 ore/anno dedicate alla formazione e sono davvero inadeguate. Incrementarne la quantità e la qualità deve essere un imperativo assoluto (e la nostra categoria non può essere che d’accordo, ndr);
• necessaria, parimenti, rendere attrattiva la PA, auspicando percorsi di carriera incentivante.
Il Ministro ha inoltre garantito il suo impegno affinché vengano quanto prima aperti i tavoli per i rinnovi contrattuali, con l’obiettivo ultimo della congruenza temporale degli stessi CCNL, come del resto più volte richiesto dalla DIRIGENTISCUOLA.
Nel suo intervento, la Segreteria confederale CODIRP, Tiziana Cignarelli, ha affrontato, tra le altre, la questione delle risorse necessarie per ottenere la perequazione della dirigenza scolastica che, con il sistema di valutazione attualmente in discussione al tavolo negoziale con il MIM, si accinge a prendere il via.
Secondo i dati pubblicati nella sezione “Amministrazione Trasparente” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, i dirigenti amministrativi e tecnici di seconda fascia percepiscono una retribuzione di risultato media pari a 21.214,00 euro annui. Al contrario, i dirigenti scolastici, pur affrontando compiti e responsabilità di gran lunga più gravosi e complessi (spesso triplicati rispetto ai colleghi amministrativi), vedono una retribuzione di risultato che oscilla tra i 2.040,00 e i 3.240,00 euro annui. La differenza, incredibilmente, è di ben 18.573,00 euro ogni anno per ogni dirigente scolastico.
Questa disparità è non solo ingiusta, ma anche inaccettabile, soprattutto alla luce dell’impegno preso dal Governo già nel 2017 di allineare le retribuzioni dei dirigenti scolastici a quelle degli altri dirigenti di pari fascia. È un impegno che non può essere ignorato, e che va finalmente rispettato.
Per sanare questa ingiustizia, nel biennio 2024/2025 saranno necessarie risorse pari a 138.576.153,00 euro, una cifra che permetterebbe di garantire ai 7.461 dirigenti scolastici un trattamento economico adeguato, ponendo fine a una disparità che dura ormai da oltre vent’anni.
La retribuzione di risultato rimane ancora indefinita, poiché per l’anno in corso dipenderà strettamente dal nuovo sistema di valutazione della performance dirigenziale, il cui confronto con l’amministrazione è iniziato pochi giorni fa.
Da quest’anno, per i dirigenti scolastici, la valutazione rappresenta un passaggio cruciale per raggiungere l’auspicata equità con i dirigenti del MIM di pari fascia. L’importo effettivo della retribuzione sarà conosciuto solo al termine dell’anno scolastico, in base agli importi reali e soprattutto al numero dei ds che otterranno una valutazione positiva.
Ogni altro dettaglio contrattuale nel merito della retribuzione di risultato, può essere definito solo dopo, e non prima, che il sistema di valutazione abbia avuto avvio: ci si chiede se, con le risorse che troveremo “a consuntivo” sarà possibile colmare il divario di circa 20.000 euro annui di differenza retributiva con i dirigenti pari fascia. È una battaglia che dura da 23 anni ossia da quando l’art. 27 del CCNL 1 marzo 2002, il contratto d’ingresso nella dirigenza scolastica, fu scritto che la “Verifica dei risultati e valutazione dei dirigenti” avrebbe avuto inizio dall’anno scolastico 2001-2002!
Fa da sfondo anche il problema della retribuzione per gli incarichi sulle progettualità del PNRR. Numerosi sono i solleciti inviati all’Amministrazione sulla questione: gli incarichi sui progetti derivanti dalle misure del PNRR sono obbligatori e, come tali, il compenso è dovuto al 100% (escludendo quindi il versamento del 20% al fondo nazionale) ed è doveroso che l’Amministrazione lo dica chiaramente.
Sulla materia, portata come emendamento alla legge di Bilancio, la Commissione valutatrice si è espressa dichiarandone l’inammissibilità: ma è opportuno precisare che è stata una valutazione di tipo contenutistico, dal momento che la materia è squisitamente contrattuale e non certo rientrante in una previsione normativa, tanto meno di Bilancio.