Lo avevamo ben previsto, dieci mesi fa, nel documento (https://www.dirigentiscuola.org/valutazione-dei-dirigenti-documento-dirigentiscuola/) votato all’unanimità dal Consiglio nazionale di Rimini, che la sovrascrittura, ad opera di un legislatore bulimico, dell’ennesimo canovaccio per la valutazione della dirigenza scolastica avrebbe prodotto l’ennesimo fallimento, se la burocrazia del MIUR e – soprattutto – la servente tecnostruttura dell’INVALSI non avessero dismesso inconferenti pretese palingenetiche per planare su dimensioni più terrestri.
Avevamo anche previsto:
– che la valutazione sarebbe stata “azzoppata”:
(https://www.dirigentiscuola.org/la-valutazione-azzoppata/);
– che c’era molta ipocrisia nell’aria:
(https://www.dirigentiscuola.org/l-ipocrisia-sulla-valutazione-dei-dirigenti-scolastici/);
– che la dirigenza non la si voleva valutare:
(https://www.dirigentiscuola.org/dirigenza-non-si-vuole-valutare/);
dichiarando apertamente la posizione della DIRIGENTISCUOLA:
Speravamo che, pur dovendosi vincolare all’ambizioso schema legale codificato nei commi 93 e 94 della legge 107/15, fossero in grado di interpretarlo con intelligenza e azionando il buon senso; provando a costruire modelli che potessero funzionare, magari sulla falsariga di quello che, collaudato da due lustri di sua applicazione, valuta regolarmente – e remunera generosamente – la dirigenza amministrativa e tecnica del MIUR, sino ai direttori generali e capidipartimento.
Il protocollo, peraltro, era stato segnalato dal Consiglio superiore della pubblica istruzione e, come si legge nella direttiva MIUR n. 4072 del 12.05.05, si compendia in una sola scheda SOR (Scheda di programmazione degli obiettivi e dei risultati), eventualmente integrabile da una seconda scheda denominata EDE (Elementi di difficoltà evidenziati). L’intero costrutto è essenziale, chiaro, maneggevole e trasparente: con pochi obiettivi concordati e operazionalizzati, anziché declaratorie di profilo ridondanti in una montagna di carte; con un solo valutatore, senza che altri soggetti entrino in scena se non in via eventuale; riassunti in un punteggio complessivamente pari a 100, con ulteriori 10 punti assegnabili dal valutatore per premiare il comportamento organizzativo (esplicitato in tre righi sulla scheda SOR: Analisi e programmazione, Gestione e realizzazione, Relazioni e coordinamento), ovvero per compensare, in una sorta di paracadute, le difficoltà evidenziate dal valutato nella scheda EDE.
E’ un modello che avrebbe potuto, e dovuto, essere adattato alla peculiarità delle istituzioni scolastiche. Ma, evidentemente, era una mission impossible per liberi docenti trasformati ex auctoritate in esperti e per chi è riuscito a scappare dalle rogne quotidiane della direzione di una istituzione scolastica, cooptato nelle vellutate stanze ministeriali e infine nominato formatore di alta qualifica: tra gli autori del ventiduesimo documento scaricato sugli assediati in trincea, nella forma di un Portfolio del dirigente scolastico composto da 42 fittissime pagine formato A/4 e indicante 159 azioni esemplificative a chi, evidentemente, è considerato un irredimibile minus habens.
Da qui il facile gioco dei sindacati generalisti, che, dando ipocritamente mostra di voler tutelare la loro controparte oberata da molestie burocratiche, vogliono cancellare la valutazione dei dirigenti che si fonda sull’applicazione del disastro della 107, avendo trovato l’alleanza di associazioni professionali anelanti un modello valutativo in grado di attingere la dimensione educativa di una professione direttiva che non si fondi sulle caratteristiche di managerialità gestionale ed, inopinatamente, dell’ANP, che, sia pure per opposte ragioni, allega l’annacquamento – tutto da verificare – dei poteri dei dirigenti scolastici, susseguente alla sottoscrizione dell’Intesa del 30 novembre 2016 tra la Funzione Pubblica e le confederazioni di CGIL-CISL-UIL, prima, e dell’Accordo del 29 dicembre 2016 tra il MIUR e le stesse sigle di comparto, insieme allo Snals, poi.
Sotto questo fuoco concentrico, l’Amministrazione sembra in procinto di alzare bandiera bianca, come traspare dall’ultima nota del 28 febbraio u.s., a firma della dottoressa Palumbo: essendosi – solo ora? – accorta che la procedura messa a punto dall’INVALSI è troppo complessa ed è stata resa nota troppo tardi per l’anno scolastico 2016/17; che i nuclei di valutazione sarebbero costretti a fare le visite in agosto, dopo gli esami di Stato; che le interviste via skipe non le vuole fare nessuno…
Non poteva, l’Amministrazione, rimanere insensibile alle richieste in politichese o in sindacalese di tutte le OO.SS. del comparto che, nell’incontro del 7/02/2017 (https://www.dirigentiscuola.org/incontro-oo-ss-ministro-fedeli-comunicato/) , mentre si dichiaravano tutte favorevoli alla valutazione, con pretesti vari, chiedevano una ulteriore fase di riflessione, durata mezzo secolo, per perfezionare il sistema. Comportamento che provocò la reazione della DIRIGENTISCUOLA essendo evidente la motivazione dell’ennesimo rinvio: evitare la conseguente valutazione del restante personale del pianeta scuola.
Insomma, per un anno almeno si traccheggierà, con lo svolgimento di monitoraggi su alcuni passaggi essenziali e significativi dei PdM per comprendere come le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia, stanno operando per promuovere il miglioramento, cui seguiranno le Note che verranno emanate. Poi si vedrà.
Allora lo si dica apertamente, si blocchi la macchina, si eviti l’ennesima fatica di Sisifo, si risparmino energie fisiche e risorse economiche, si snellisca la procedura rendendola APPLICABILE E REALIZZABILE e … si consenta ai dirigenti scolastici stanchi e sfiniti di trascorrere, almeno quest’anno, le ferie in santa pace!
Di certo, la lussureggiante specificità della dirigenza scolastica sarà l’unica a non percepire la remunerazione di risultato, frustandone, di conseguenza, la possibilità di accorciare il divario retributivo con tutta la dirigenza generica.
Bel colpo!