AGGIORNAMENTO DEGLI ULTIMI MINUTI
Dopo un’estenuante trattativa, DIRIGENTISCUOLA è riuscita ad ottenere uno slittamento della scadenza di 10 giorni, ossia al 15 ottobre. Prendiamo atto di questa mini-proroga ma non possiamo fare a meno di evidenziare, per l’ennesima volta, che una vera proroga è tale quando viene comunicata molto prima della scadenza dei termini! Inoltre 10 giorni di slittamento è un tempo che ai più risulterà irrisorio!
Continueremo ostinatamente a chiedere di più e chiedere il meglio: per la categoria, per l’istruzione e per il sistema SCUOLA.
Chi altri se non DIRIGENTISCUOLA!!
Dopo l’ennesima interlocuzione, il Ministero ha informalmente comunicato di non aver ravvisato la necessità di procedere alla proroga della scadenza del DM.19/2024 in quanto troppo stringenti i target di cui all’ALL.2, adducendo come motivazione il dato di sole 450 scuole ad oggi inadempienti.
Siamo alle solite. Il Ministero, conscio che la categoria anche di notte si fa in quattro per adempiere alle scadenze, può permettersi un’affermazione come questa. Ciò che non vuole comprendere è che il problema andrebbe risolto a monte e non a valle. Un’eventuale proroga, infatti, avrebbe senso solo se data con congruo anticipo e non, come oramai prassi, a 24 ore dalla scadenza. Possiamo comunque rassicurare i colleghi sul fatto che il Ministero garantirà supporto alle scuole che non hanno fatto in tempo a caricare la proposta progettuale entro la data odierna.
Un’ultima riflessione: cosa sarebbe successo, invece, se alla data odierna solo 450 scuole avessero caricato la proposta?
È ora che la categoria dia una risposta alla domanda.
Fino a quando la categoria continuerà a lavorare sotto stress anche la notte, pur di rispettare una scadenza capestro, lamentarsi non serve a niente.
Bisogna reagire non subire. E l’unica reazione efficace è la disobbedienza civile.
“Ricordo ai colleghi – conclude il presidente Fratta – che quando la categoria era vessata dall’assurdo adempimento annuale della compilazione del portfolio, alla proclamata disobbedienza civile aderì il 33% della categoria nonostante le pressioni e le telefonate minatorie da parte del Ministero, dell’Usr e, perfino, della presidente dell’INDIRE.
Risultato? il portfolio scomparve dalla circolazione!