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EDUCAZIONE CIVICA: AUSPICHIAMO NON SI TRADUCA IN UN’OCCASIONE MANCATA

EDUCAZIONE CIVICA: AUSPICHIAMO NON SI TRADUCA IN UN’OCCASIONE MANCATA

L’Educazione civica introdotta nelle scuole di ogni ordine e grado dal corrente anno scolastico in applicazione della Legge n.92/2017, da giovedì 29/10/2020  ha a disposizione  un  portale contenente informazioni e materiali utili alle scuole chiamate ala costruzione del curricolo del nuovo insegnamento. Il portale è disponibile al seguente indirizzo: www.istruzione.it/educazione_civica.

Senza entrare nel merito dei contenuti  della Legge che ne ha introdotto l’insegnamento e delle successive  Linee Guida, di impianto quasi interamente condivisibile, tuttavia non ci si può esimere dal fare alcune considerazioni, ribadendo quanto già evidenziato in sede di informativa del 15/6/2020.
In quell’occasione DIRIGENTISCUOLA aveva espresso il timore che un avvio affrettato in un momento così delicato potesse  pregiudicarne l’implementazione. “La società civile ha aspettato tanto, non vorremmo assistere a un fallimento né alla trasformazione di questo insegnamento in un mero adempimento”. Avevamo chiaramente detto che al fine di dare valore e consistenza alla legge e soprattutto all’insegnamento che essa introduce, sarebbe stato auspicabile differirne l’inizio obbligatorio all’anno scolastico 2021/22 e sperimentare nell’anno in corso, possibili soluzioni organizzative nei diversi ordini e gradi di scuola e soprattutto la costruzione dei rispettivi curricoli da integrare a quelli già previsti dalle Indicazioni Nazionali e dalle Linee Guida.

Adottare una messa a regime graduale, senza carattere di obbligo immediato, avrebbe consentito di formare  adeguatamente, dirigenti scolastici ( che devono dirigere e coordinare il processo di implementazione) e i docenti responsabili della progettazione curriculare e del raggiungimento degli obiettivi di apprendimento.

L’entrata in vigore forzata della legge, nei fatti, ha generato non poca confusione nelle scuole che stanno contemporaneamente affrontando un’emergenza priva di storia recente, che non lascia spazio a riflessioni e  considerazioni  diverse da sicurezza e prevenzione.

Occorreva mettere  i collegi in condizione di operare con una maggiore consapevolezza anziché pretendere già dal mese di  settembre u.s., che procedessero secondo il dettato dell’allegato A che recita “Il Collegio dei Docenti, nell’osservanza dei nuovi traguardi del Profilo finale del rispettivo ciclo di istruzione, definiti nelle presenti Linee Guida – Allegati A, B e C che ne sono parte integrante – provvede nell’esercizio dell’autonomia di sperimentazione di cui all’art. 6 del D.P.R. n.275/1999, ad integrare nel curricolo di Istituto gli obiettivi specifici di apprendimento/risultati di apprendimento delle singole discipline con gli obiettivi/risultati e traguardi specifici per l’educazione civica utilizzando per la loro attuazione l’organico dell’autonomia”.

I collegi hanno dovuto operare prima ancora di ricevere una formazione adeguata; hanno dovuto  individuare obiettivi di apprendimento su traguardi ambiziosi che, senza una diversa organizzazione della didattica, difficilmente potranno essere sostanzialmente raggiunti. Auspichiamo di non trovarci di fronte ad un’ennesima occasione mancata!

La trasversalità dell’insegnamento senza l’individuazione di precise professionalità, associata alla responsabilità diffusa, aumenta la probabilità di insuccesso e di trasformazione dell’insegnamento in un’adempimento formale che nella realtà non riesce a trovare l’attualizzazione che meriterebbe di avere. Il curricolo va costruito all’interno del quadro ordinamentale di ciascun ordine e grado di scuola.
In particolare, occorre definire “chi fa che cosa” nella scuola  secondaria di primo e secondo grado dove la presenza di insegnamenti collegati a precise classi di concorso,  da un lato favorisce gli insegnamenti collegati ai tre assi di cui alle
Linee Guida sull’Educazione civica, dall’altro aumenta le resistenze dei docenti che, a tempo invariato, devono implementare gli obiettivi di apprendimento con quelli collegati ai traguardi di ciascun asse secondo le previsioni delle  Linee Guida. Proprio questo ha portato a non poche resistenze nei collegi dei docenti che hanno optato, per la frammentazione della disciplina che rischia di perdere proprio quell’unitarietà che la rende trasversale.

In prossimità della valutazione quadrimestrale, siamo certi che emergeranno altri problemi.

Non si capisce inoltre il senso di quanto segue: per gli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023 la valutazione dell’insegnamento di educazione civica farà riferimento agli obiettivi /risultati di apprendimento e alle competenze che i collegi docenti, nella propria autonomia di sperimentazione, avranno individuato e inserito nel curricolo di istituto “ , dal momento che “ a partire dall’anno scolastico 2023/2024 la valutazione avrà a riferimento i traguardi di competenza e gli specifici obiettivi di apprendimento per la scuola del primo ciclo, gli obiettivi specifici di apprendimento per i Licei e i risultati di apprendimento per gli Istituti tecnici e professionali definiti dal Ministero dell’istruzione”.

Verrebbe da chiedersi: cui prodest sperimentare altre formule per poi ritornare a quanto già  esistente e definito dentro documenti ordina mentali vigenti?

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