Si è concluso oggi l’ennesimo incontro del tavolo permanente regionale convocato dal direttore dell’USR PUGLIA Anna Cammalleri, a cui hanno partecipato il Presidente della regione Puglia Emiliano, l’assessore alla salute Lopalco, l’assessore al diritto allo studio Leo, la dirigente dei trasposti della Regione puglia Irene Di Tria e le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto e dell’area. Per la DIRIGENTISCUOLA presenti il Presidente regionale Francesco G. Nuzzaci ed il Vice presidente regionale Pasquale Annese.
All’ordine del giorno il DPCM del 3 novembre 2020, le cui disposizioni sono in scadenza il 3 dicembre p.v., e le conseguenti decisioni di ripresa delle lezioni in presenza, alla luce anche delle imminenti determinazioni del governo nazionale.
Il Direttore generale dell’USR Puglia Anna Cammalleri in premessa chiarisce l’importanza delle tre filiere d’intervento: quella digitale, quella dei trasporti e quella relativa alla diffusione del fenomeno pandemico. Comunica poi un dato massivo inerente la frequenza in presenza degli studenti del I ciclo, dato che si assesta intorno al 50%.
Il Presidente Emiliano ribadisce la volontà di accogliere l’invito del Ministro Azzolina di garantire quanto prima la ripresa delle attività didattiche in presenza, cercando di trovare punti di mediazione tra diritto alla salute e diritto all’istruzione, partendo però da un dato oramai certo e, cioè, che l’apertura delle scuole ha determinato un sostanziale aumento della percentuale dei contagi, dato da cui bisogna partire e con cui fare i conti. Concetto tra l’altro ribadito anche dall’assessore Lopalco il quale ha confermato che il contagio è ripartito da quando si sono aperte le scuole, ed è ripartito in misura sproporzionata nella fascia di età scolare: ossia che chi è andato a scuola si è contagiato di più rispetto ad altre fasce di età; spiegando nel contempo che l’apporto del sistema scolastico allo sviluppo dei contagi va considerato in senso ampio, considerando la didattica a distanza come standard e la didattica in presenza come extrema ratio. Ogni caso positivo di studenti, infatti, se verificatosi quando gli stessi stanno a casa, genera pochi contatti; non così se stanno a scuola, con evidente effetto domino su tutti gli altri compagni.
L’assessore sciorina poi dati molto allarmanti sulla diffusione del contagio: su 396 scuole che hanno comunicato i dati, nella settimana dal 10 al 16 novembre, sono risultati positivi 500 studenti e 450 unità di personale docenti ed ATA; in quarantena circa 4000 studenti e 1100 unità di personale scolastico. Situazione eccezionale, cui devono seguire misure eccezionali, per limitare la circolazione del virus.
A questo punto, se è vero, come è vero, che sono centinaia in Puglia gli studenti e gli insegnanti positivi al Covid e migliaia quelli in quarantena per contatto stretto con un positivo a scuola, si abbia il coraggio etico e politico (l’assessore Lopalco è nel contempo un tecnico ed un politico) di prendere decisioni congruenti, anche drastiche, e magari anche impopolari, persino più restrittive di quelle che dovesse adottare il governo centrale, legittimate ex lege, adducendo una puntuale e logica motivazione. Possibilmente senza varchi interpretativi e spazi discrezionali difficilmente gestibili da parte dei dirigenti scolastici, così come invece accaduto nell’ultimo mese dopo l’emanazione dell’ordinanza regionale n. 413 del 6 novembre scorso.
Alla luce poi del fatto che nulla, o ben poco, è stato fatto in tema di trasporto locale urbano ed extraurbano, al pari del sistema dei tracciamenti e dei tamponi rapidi, circostanze queste difficilmente confutabili, si faccia in modo che tali misure restrittive trovino alveo normativo in un dispositivo ufficiale da parte della regione Puglia, che strutturi un credibile percorso di rientro in presenza, evitando la paventata, e per certi versi, spericolata decisione del governo centrale del rientro in classe per il 9 dicembre, a pochi giorni dalle festività natalizie.
Che non si reiteri in sostanza un provvedimento quale quello dell’ordinanza 413 di un’offerta formativa alla carta, che ha mandato letteralmente in tilt le istituzioni scolastiche del primo ciclo alle prese con una inconciliabile convivenza, all’interno delle stesse classi, della didattica a distanza e di quella in presenza.
La dott.ssa Di Tria dell’assessorato trasporti della regione Puglia ha poi comunicato di aver chiuso un accordo con le aziende di trasporto locale per implementare la disponibilità di mezzi e di corse in previsione di un prossimo rientro, senza però fornire, essendosi insediata da pochi giorni, dettagli al riguardo.
La richiesta di DIRIGENTISCUOLA è chiara. Se il quadro epidemiologico è quello descritto, ed è tale da far implodere l’intero sistema sanitario nazionale, si prendano decisioni coerenti a tutela della salute pubblica degli studenti e di tutti gli operatori della scuola, assumendosene la responsabilità politica, senza rimpallare la stessa su una fantomatica autonomia organizzativo-gestionale all’uopo disotterrata. Arrivando perfino a prevedere la chiusura di tutte gli ordini di scuola, infanzia esclusa, fino alla ripresa post natalizia, abiurando ordinanze del tipo della 413.
Certo, non è facile districarsi tra un governo nazionale che derubrica ad arancione la situazione epidemiologica della Puglia, un governo regionale che al contrario paventa dati fortemente preoccupanti sulla situazione epidemiologica dei contagi nella stessa regione, e Tar che emettono ordinanze l’una di segno opposto dall’altra. Ma questo non può andare a discapito ancora una volta della categoria lasciata alla mercé delle richieste più o meno legittime delle famiglie e succube di questo cerchiobottismo della politica nazionale e locale.
A conclusione il Presidente Emiliano ricorda che con l’ordinanza 407 si era provveduto a sospendere l’attività didattica in presenza tout court. Poi il TAR ne ha sospeso gli effetti, con le conseguenze di cui tutti sappiamo. Non ultima l’ordinanza 413 che ne è seguita. Per quanto riguarda il settore trasporti, preso atto che le disposizioni governative dovrebbero prevedere una capienza massima del 50%, e non più dell’80%, ora la regione – a suo dire- è in condizione di investire risorse supplementari ad implementazione delle corse urbane ed extraurbane. Per quanto riguarda il sistema sanitario l’intenzione è poi quella di organizzazione un sistema di sanità scolastica dedicato per non far gravare in maniera massiva il comparto scuola sui dipartimenti di prevenzione.
Didattica in presenza totalmente esclusa fino al 7 gennaio? Tutti in DAD (e non DDI) senza possibilità di scelta da parte delle famiglie?
Pare di capire di si, riproponendo a grandi linee quanto già statuito nell’originaria ordinanza n.407, sempre con salvaguardia delle categoria svantaggiate, e sempre auspicando l’assenza di altre sospensive postume da parte del TAR, nonché interventi a ’gamba tesa’ da parte della cara Ministra della Pubblica Istruzione! Interventi, come si è avuto modo di documentare, decontestualizzati dalla reale situazione pandemica della regione Puglia, nonché verrebbe da dire dell’intero sistema paese.