Mai titolo migliore avrebbe potuto fotografare lo stato di disagio in cui versa la categoria a seguito della paventata decisione da parte del Ministro di consentire lo svolgimento degli esami di Stato in presenza, con grave sottovalutazione dei potenziali rischi di contagio e, particolare non trascurabile, delle enormi responsabilità civili e penali che ne deriverebbero in capo ai dirigenti scolastici i quali, nel giro di un mese, o poco più, dovrebbero riuscire a realizzare quello che non si è riuscito a fare nell’ultimo decennio in termini di presidi sanitari, adeguamento delle norme sulla sicurezza, sanificazione degli ambienti, distanziamento sociale, e chi più ne ha più ne metta. Per cosa poi? Per dar corpo ad un’idea di scuola che di fatto in questi frangenti non esiste, ne potrà esistere il 17 giugno, per il solo fatto di far sedere attorno ad un tavolo 8 persone, tra candidati e commissari, questi ultimi per lo più over cinquantenni.
Sentivamo il dovere e la responsabilità di farci interpreti dell’humus della categoria, nonché del paventato rischio che molti dirigenti scolastici e docenti disertino la partecipazione alle commissioni, a salvaguardia della salute propria e di quella degli altri. E, quindi, di allertare il Ministero affinché in extremis faccia una serena analisi costi-benefici. Probabilmente non servirà a niente, né sarà consolatorio il fatto di poter autocitarsi un domani e dire: noi l’avevamo detto! Ma un estremo tentativo andava fatto. Augurando a noi tutti di esserci sbagliati.
Se il Ministro non rivedrà la propria decisione e se non ci saranno tutte le garanzie previste dalla norma a tutela della responsabilità civile e penale del Dirigente scolastico, DIRIGENTISCUOLA inviterà la categoria alla disobbedienza civile.