Per dirla con Giordano Bruno, “a chi più et a chi meno, a chi troppo et a chi niente”.
Siamo di fronte ad un totale squilibrio tra chi riceve tutele e vantaggi e chi, al contrario, accumula oneri senza onori (PNRR docet), complice un’Amministrazione che si mostra sorda ai pur frequenti solleciti a prendere in mano interessi e sorti della dirigenza scolastica.
Un esempio per tutti: i sindacati di comparto (che pur non disdegnano le tessere sindacali dei dirigenti…sic!), all’indomani della stipula del CCNL, avvenuta in data 22 febbraio u.s., già affilano le armi per tutelare il personale docente dalla temuta verga sanzionatoria del dirigente scolastico, mostrando totale indifferenza, se non vera e propria acredine, nei confronti di una categoria vessata da quotidiane incombenze e pesanti responsabilità, che si vede addirittura negare gli adeguati poteri gestionali … salvo poi ad agitarsi quando la categoria reagisce!
I dirigenti scolastici, al contrario, sono ancora in attesa di veder portare a compimento annose questioni, tar le quali quella relativa alle fasce di complessità delle istituzioni scolastiche, che, avviata nel lontano aprile 2021 con l’apertura del tavolo di confronto per la definizione del CIN sui criteri della suddivisione delle istituzioni scolastiche in fasce, non ha ancora trovato completa definizione.
Ciò, nonostante i grossi successi ottenuti da DIRIGENTISCUOLA che, unico sindacato di soli dirigenti – ed unica sigla, quindi, a tutelarne realmente le istanze senza conflitto d’interessi – ha vittoriosamente lottato per il superamento del vecchio sistema del FUN. Giova ricordare che il Fondo Unico Nazionale, comportando forti ritardi nella corresponsione della retribuzione di posizione parte variabile ed ingiuste sperequazioni tra le varie regioni, è finalmente andato in pensione con la sottoscrizione del CIN sulle fasce di complessità, avvenuta nell’agosto 2023, dopo ben due anni dall’avvio del tavolo. Un tempo biblico, scandito da tergiversazioni e rinvii dell’Amministrazione, complici i sindacati di comparto.
Nell’incontro del 1 agosto 2023, nel corso del quale fu raggiunta l’intesa, DIRIGENTISCUOLA, consapevole della svolta epocale legata al superamento del FUN, con il riallineamento delle retribuzioni a livello regionale e la perequazione della retribuzione di posizione parte variabile, aderì alla proposta dell’Amministrazione, pretendendo, però, che fosse messo a verbale l’impegno alla revisione dei criteri sulle fasce di complessità delle istituzioni scolastiche, giudicati frettolosi e fondati su una scelta di metodo sbagliata.
È passato quasi un anno – e ben due solleciti, l’uno del 15 settembre 2023, l’altro del 12 febbraio 2024 – e ancora tutto tace. Pur richiamata ad onorare l’impegno di rivedere, “in tempo utile per l’anno scolastico 2024/2025, i criteri generali e i parametri numerici per la graduazione delle istituzioni scolastiche”, l’Amministrazione non ha fornito riscontro alcuno, mostrando un atteggiamento a dir poco irrispettoso nei confronti della dirigenza scolastica e dei suoi rappresentanti. DIRIGENTISCUOLA non è più disposta a tollerare tali posizioni di sfrontata indifferenza.
È ora che i dirigenti dell’Amministrazione tengano tempestivamente fede agli impegni presi; in caso contrario la dirigenza scolastica dovrà prendere atto che dall’alto, lungi dall’apprezzare il quotidiano spirito di abnegazione con cui porta avanti il sistema scolastico, non disdegnano di imbonirla con promesse da marinaio!
È parimenti l’ora che il Ministro prenda i necessari provvedimenti nei confronti di chi non onora gli impegni assunti, magari con una lectio magistralis, da esperto professore di diritto, sulla logica di servizio e non di potere.