On. Ministro Valditara,
in occasione della cerimonia di apertura del nuovo anno scolastico, particolare attenzione abbiamo riservato al Suo discorso inaugurale. Nella splendida cornice di Cagliari, davanti alle autorità, alle famiglie, agli studenti, ai bambini, ai docenti e ai dirigenti scolastici, l’Italia ha assistito, ancora una volta, alla Sua visione ottimistica della scuola italiana.
Una visione che, ormai da due anni, ci è ben nota e che ci racconta di continui miglioramenti, di cambiamenti rassicuranti e di riforme che promettono di essere decisive per il Paese. Anche ieri, con il Suo consueto tono pacato, ha ribadito la ferma convinzione di aver intrapreso, sin dal primo giorno, la giusta direzione, proseguendo con determinazione insieme ai Suoi più stretti collaboratori.
Nel discorso abbiamo ritrovato molti dei temi trattati nel Suo libro, che abbiamo letto e divulgato con l’intento di comprendere meglio la Sua idea di scuola e riforma del Paese. Ha parlato di dignità della persona umana, di solidarietà, di doveri, di talenti e, persino, di Socrate, citato all’interno dell’Agenda Sud. Ha menzionato l’istruzione professionale, i cellulari, il PNRR e le varie soluzioni tecniche che ci ha proposto in questi anni, convinto che rappresentino “indicatori e misure di un reale cambiamento e di una riforma del Paese”.
Ha, insomma, tracciato un quadro positivo e rassicurante. Ed è giusto che un Ministro cerchi di tranquillizzare. Ma è altrettanto giusto non sottovalutare le criticità e i tanti problemi, anche atavici, del nostro sistema scuola. Se non ha potuto farlo Lei, signor Ministro, ci permettiamo di farlo noi con il solito intento collaborativo e propositivo. Non cerchiamo capri espiatori, ma non possiamo essere silenti facendo “finta che tutto va bene”. Non è così e Lei lo sa molto bene!
Siamo consapevoli che i problemi che ha ereditato sono numerosi e complessi e vanno, in gran parte, imputati ad altri. Non vogliamo certo negare gli sforzi che sta compiendo per affrontarli. Tuttavia, ci permettiamo di dissentire dalla Sua visione ottimistica, poiché l’esperienza quotidiana di dirigenti scolastici, studenti, docenti e famiglie racconta una realtà ben diversa, fatta di criticità che richiedono attenzione concreta e una reale condivisione delle soluzioni.
Una per tutte. Ogni inizio di anno scolastico prendiamo atto che mancano docenti, che le cattedre non sono tutte coperte, che mancano insegnanti di sostegno e che, addirittura, non vengono conferite neanche le supplenze. Affidiamo alunni senza verificare le competenze dei docenti e neanche il possesso dei titoli comprati al mercatino. Dopo qualche anno – salvo assunzioni ope legis – bandiamo i concorsi per verificare …le competenze. Come dire mandiamo in sala operatoria un chirurgo appena laureato e dopo qualche anno verifichiamo se è un bravo chirurgo. Noi affidiamo bambini e bambine, anche con problemi a persone delle quali verifichiamo dopo anni le competenze.
Non è meglio bandire prima i concorsi e poi assumere? E’ solo questione di programmazione e organizzazione. Lo sappiamo ma non lo facciamo!
Come associazione sindacale che tutela i dirigenti scolastici e, con loro, l’intero sistema scolastico, sentiamo l’urgenza di rappresentare la realtà di ogni giorno e di trovare soluzioni concrete e immediate.
Vorremmo discutere, ad esempio, della situazione delle 800 scuole in reggenza senza un dirigente titolare e, quindi, delle 1600 istituzioni scolastiche costrette a operare con un dirigente a “mezzo servizio”.
Vorremmo inoltre affrontare il problema delle circa 500 scuole sovradimensionate dal piano di razionalizzazione, che si trovano a gestire procedure amministrative e contabili complesse, aggravate dall’applicazione delle misure del PNRR con scadenze sistematicamente prorogate.
Vede, Signor Ministro, il PNRR non potrà mai essere il motore dell’innovazione tecnologica o la soluzione ai divari territoriali se in ogni scuola non vi è un dirigente titolare a coordinare e gestire queste complesse procedure e senza che tali misure siano coerenti con i tempi della scuola. I ritardi accumulati su questo fronte sono evidenti, eppure si continua a dire che “tutto va bene”.
Una scuola un dirigente. Basta con le reggenze e anche quest’anno ne abbiamo circa se non oltre 800. Colpa del Ministro? Certamente no! E’ il TAR che ha sospeso la graduatoria del concorso riservato! Ma vogliamo chiederci perché ci sono migliaia di ricorsi? Vogliamo chiederci perché ogni qualvolta viene bandito un concorso parte la macchina del RICORSIFICIO? Vogliamo analizzare il fenomeno individuando anche le responsabilità? Le cose non succedono per caso o per castigo di Dio! Insomma vogliamo affrontare il problema nella sua interezza e trovare una soluzione? Vogliamo, soprattutto, nelle more della soluzione del contenzioso, escogitare altri istituti per assicurare un dirigente ad ogni scuola, titolare o meno non rileva, purché abbiamo i titoli e le competenze?
Vorremmo discutere anche di edilizia scolastica, del crollo dei soffitti, della carenza di personale, del precariato dilagante, dell’inclusione scolastica, della presenza crescente di alunni stranieri, della formazione del personale, della valutazione degli studenti e del corpo docente, nonché delle risorse umane e finanziarie. Vorremmo discutere anche della SICUREZZA del personale aggredito; della riforma degli organi collegiali, ecc.. Desideriamo farlo con parole semplici, quelle che appartengono alla quotidianità e alla pochezza di mezzi e strumenti di cui disponiamo, non con il linguaggio formale delle cerimonie ufficiali.
Vorremmo affrontare queste questioni per cercare insieme soluzioni concrete, tra persone, perché essere persona, come Lei ha detto nel Suo discorso, significa “essere con gli altri”, non essere una “monade” isolata. Questo passaggio del Suo intervento lo abbiamo particolarmente apprezzato. Lo vogliamo mettere in pratica? Vogliamo CONFRONTARCI?
La vera sorpresa per noi è stato l’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha offerto una visione della scuola molto vicina alla nostra, più realistica e, forse, un po’ distante dalla Sua. Ha evidenziato temi cruciali come l’alto tasso di abbandono scolastico, il disagio giovanile, le retribuzioni del personale non adeguate alle responsabilità che devono affrontare e la necessità di maggiori investimenti nell’istruzione eliminando anche gli sprechi: la scuola non è un ammortizzatore sociale! Gli investimenti nella scuola non devono essere considerati una spesa, ma un investimento strategico per il futuro della nostra nazione. Lo ha affermato il presidente della Repubblica il cui discorso abbiamo seguito con molta attenzione notando i Suoi tanti “PURTROPPO” e la sottolineatura che non bisogna “nutrire l’illusione che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria” . Non bisogna mettere la testa sotto la cenere e far finta che tutto va bene! Le criticità ci sono, vanno evidenziate, analizzate e risolte. Quante volte abbiamo convenuto che bisogna ripristinare i tavoli di lavoro già costituiti anni fa e inspiegabilmente bloccati, risolvere i problemi del reclutamento, della sicurezza, semplificazione – rectius molestie burocratiche – , valutazione… Ad oggi è ancora tutto fermo.
Non ci trovano più d’accordo i rattoppi a invarianza finanziaria posti qua e là nei buchi del sistema!
Molti i nodi da sciogliere per una trasformazione profonda, aperta al pluralismo di idee, culture e programmi e non siamo neanche all’inizio.
Solo allora, potremo iniziare a dire, con sano realismo che “tutto va bene” .
Servirà questa lettera aperta a invertire la tendenza atteso che tutte le richieste avanzate ufficialmente sono rimaste inevase, comprese quelle obbligatorie?
Ringraziandola per l’attenzione, confermiamo la disponibilità al dialogo sui problemi evidenziati nel dossier consegnato per garantire un’istruzione pubblica davvero all’altezza delle sfide del nostro tempo.
Foggia 17 settembre 2024
Il Presidente Nazionale
Attilio Fratta