LE CIFRE DEL FUN E LA PARABOLA DEI TALENTI

LE CIFRE DEL FUN E LA PARABOLA DEI TALENTI

Si narra, nel Vangelo secondo Matteo, che un uomo parte per un viaggio e affida i suoi beni ai suoi servi. A un servo affida cinque talenti, a un secondo due talenti e a un terzo un talento. I primi due, sfruttando la somma ricevuta, riescono a raddoppiarne l’importo; il terzo, invece, va a nascondere il talento ricevuto, sotterrandolo.

Quando il padrone ritorna, apprezza l’operato dei primi due servi; condanna, invece, il comportamento dell’ultimo.

Si è voluto ricorrere alla parabola in quanto riassume il comportamento di alcune Direzioni Generali Regionali per quanto attiene alle risorse del FUN relative ai fondi 2012/2013, 2013/2014 e 2015/2015 riportati nell’allegata tabella 4, fornita in sede di informativa alle OO.SS.

In detta tabella sono riportati i fondi assegnati alle singole regioni negli anzidetti anni e, nella stragrande maggioranza, sono somme considerevoli residuate. In virtù di tale disponibilità si fa fatica a comprendere il perché non sono stati liquidati i compensi per le reggenze e la retribuzione di posizione e di risultato ai vincitori del concorso del 2011.

Dalla lettura della tabella 4, si rileva che per l’anno 2012/2013, le regioni Abruzzo, Lazio, Puglia e Toscana presentano un saldo negativo tra il certificato e il pagato, mentre in tutte le altre regioni sono residuate somme considerevoli, ma, come nella parabola dei talenti, non si è proceduto a pagare quanto dovuto, bensì a trattenere indebitamente tali somme, affamando i Dirigenti Scolastici, privi di ogni considerazione e tutela.

Si potrebbe dire che gli affamatori non hanno subito la stessa sorte per il loro FUA, mai soggetto a ritardi o decurtazioni, tantomeno ad accantonamenti vergognosi.

Per tutta onestà ci piace precisare che per alcune regioni (Calabria, Umbria, Basilicata), i Direttori Generali o i coordinatori, hanno assunto servizio da troppo poco tempo, ereditando le vergognose situazioni innanzi descritte. Sono, semmai,  colpevoli di non essere corsi ai ripari, magari denunciando i responsabili.  Per tutte le altre formuliamo un BIASIMO senza appello.

La vergogna innanzi descritta, salvo a dover ritenere che nella citata tabella 4 siano stati riportati numeri a caso, dev’essere equamente ripartita tra i rappresentanti dell’Amministrazione e coloro che sarebbero stati deputati al controllo dell’operato delle Direzioni Generali Regionali, ma che sono risultati “dormienti” o, ipotesi più veritiera, “consenzienti”, salvo poi gridare allo scandalo, come se i CC.II.RR. non li avessero firmati loro!

Solo a titolo esemplificativo, la Direzione Generale della Sardegna presenta un saldo attivo di €. 10.321.859,63 (dico diecimilionitrecentoventunomilaottocentocinquantanove/63), ma lascia nella disperazione i colleghi non pagando da anni le reggenze e le retribuzioni di posizione e di risultato per i vincitori del concorso del 2011. In questa regione il quadro, ovviamente negativo, si completa con la solerzia della stessa Direzione Generale a notificare provvedimenti d’indebito arricchimento a numerosi Dirigenti Scolastici, obbligandoli a restituire somme che superano anche i 13 mila euro. C’è da augurarsi che il MIUR o la F.P. vadano in fondo alla faccenda adottando i provvedimenti del caso.

In buona compagnia della Sardegna troviamo il Veneto (€. 1.597.923,68), l’Umbria (€. 1.869.879,64), Toscana (€. 704.027,63), la Sicilia (€. 4.178.423,10), la Puglia (€. 564.337,32), il Piemonte (€. 5.824.939,95), il Molise (€. 516.730,40), le Marche (€. 1.069.689,96), la Lombardia (€. 16.488.092,27), la Liguria (€. 1.510.929,75), il Friuli Venezia Giulia (€. 1.611.955,25), l’Emilia Romagna (€. 2.425.874,22), la Campania (€. 9.843.833,56), la Calabria (€. 4.266.957,83), la Basilicata (€. 3.047.584,61).

In controtendenza Abruzzo e Lazio, che presentano un disavanzo, ciò significando che hanno erogato tutte le risorse disponibili e sono andati anche oltre.

Respingiamo con forza la soggiacenza del MIUR alle ragioni ragionieristiche del MEF, di ripianare i 14,5 milioni di euro per gli anni 2011/2012 e 2012/2013 (€. 7 milioni + 7,5 milioni), spalmando tale disavanzo a carico dei Dirigenti Scolastici delle regioni che hanno subito il danno e ora la beffa.

Si impone una duplice domanda:

  1. Verifica mai l’Amministrazione l’operato dei  dirigenti assegnati alle varie Direzioni Generali Regionali? Se sì, in che modo, con quale tempistica? E che provvedimenti adotta? Perché nessuno paga per comportamenti e omissioni così gravi?
  2. In che modo i cosiddetti sindacati rappresentativi contrastano l’inerzia e, nello stesso tempo, l’arroganza dell’Amministrazione centrale e/o periferica? E perché non hanno prontamente informato i propri “rappresentati” di quanto stava accadendo? Perché nessun commento sulle cifre consegnate dal MIUR?  Perché, per essere credibili e recuperare fiducia …fanno anche “ammuina”? La risposta è …in re ipsa!

Non siamo così schiocchi fino al punto di  sentirci appagati solo perché recentemente qualcuno si è destato ricorrendo al TAR del Lazio …cadendo dalle nuvole,  facendo finta di dimenticare  che era colpevolmente venuto meno un controllo efficace e costante sull’operato del Miur e del Mef.

Evidentemente non hanno ancora preso coscienza che …. “eppur si muove”, che la categoria sta prendendo  coscienza e sta iniziando a reagire.

In particolare il mancato controllo è venuto meno nei confronti delle Direzioni Generali Regionali che si muovono (quando si muovono) in ordine sparso e con sovrana determinazione. Quis custodiet custodes?

Si è voluto ricorrere alla parabola dei talenti per dire che anche il Signore s’indignò nei confronti del servo che nascose il suo talento. Noi, che siamo comuni mortali poco avvezzi al perdono, proponiamo che per costoro sia applicata la legge del taglione, bloccando a tutti i responsabili il loro FUA per tutto il tempo che hanno danneggiato i nostri colleghi!

Che vergogna! Altro che disobbedienza civile o diffide preordinate alla richiesta di emissione di decreti ingiuntivi, lanciate e proposte da DIRIGENTISCUOLA! La categoria dovrebbe reagire con violenza e il MIUR dovrebbe, previo verifica, rimuovere i responsabili di questo scempio. Gli interessati, poi, dovrebbero “ringraziare”, dando il benservito, chi, invece di tutelarli, è stato quantomeno connivente….se non complice. Giustamente la categoria chiede di LIBERARE LA SCUOLA …soprattutto da chi l’ha rovinata e continua imperterrita e indisturbata nell’opera di demolizione.

La riforma del Titolo V della Costituzione non ha dato i frutti sperati. Il Governo da una parte dà e dall’altra toglie. Tanto vale uscire dal guado approdando alla sponda del vecchio dirigismo ministeriale. Altrimenti con lealtà e coraggio si proceda sulla strada della modernizzazione senza tentennamenti.

Fra qualche giorno, finalmente, saranno pubblicati della rappresentatività. E da quel momento irromperà sulla scena politico-sindacale DIRIGENTISCUOLA; che non ha la presunzione di risolvere, immediatamente, gli atavici problemi della categoria, ma annuncia che non demorderà su nulla, opponendo alla quantità percentuale rappresentata dagli altri, la forza e la trasparenza per risolvere le legittime e giuste attese dei dirigenti scolastici.

I manifesti, gli appelli, i documenti di gruppi spontanei di dirigenti scolastici nati in questi ultimi tempi, sono il frutto della loro esasperazione; di chi si sente maltrattato dalla propria Amministrazione e nient’affatto tutelati sindacalmente da sigle che, pur alimentate dall’autolesionismo della categoria, dichiarano esplicitamente di essere la loro controparte!

DIRIGENTISCUOLA vuole rappresentare la rinascita della dignità dei Dirigenti Scolastici italiani, da tempo mortificata e in alcuni casi annientata, riproponendo, per intanto, questioni quali il recupero della RIA dei colleghi cessati; impegnandosi a cancellare la vergogna del Decreto Tremonti, poi accettato con solerzia da tutti i governi che si sono succeduti, compreso quello attuale; e dunque puntando, con tutti gli strumenti possibili, all’equiparazione retributiva con la dirigenza statale di pari seconda fascia, smascherando – perché sarà presente ai tavoli negoziali e perciò testimone diretta – le reticenze e i diversivi che dovessero essere replicati, e sarebbe la quarta volta, per rinviarla, ancora, alla prossima (la prossima della prossima!) tornata contrattuale.

 

 

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