La risposta alla richiesta di incontro trasmessa da DIRIGENTISCUOLA al Ministro Bianchi non si è fatta attendere: è pervenuta, dall’Ufficio di Gabinetto, convocazione per il 4 gennaio p.v., alle ore 14.30. Nell’occasione, il dicastero affronterà con le OO.SS. convocate le questioni inerenti la legge di bilancio 2022, il cui testo, blindato in maxiemendamento dal Governo, ha già ottenuto la fiducia in Senato ed è ora al vaglio della Camera.
Les jeux sont faits, rien ne va plus! Questa l’amara constatazione che sorge spontanea, dopo che DIRIGENTISCUOLA, seppur combattendo da sola, non si è certo risparmiata (petizione, tentativo di conciliazione, manifestazione a Roma il 6 dicembre) per dare voce alla categoria su una delle problematiche che – tra le altre – si trascina ingiustamente da più di un ventennio: la questione perequativa. I colleghi dovrebbero essere indignati, tutti, dal Manzanarre al Reno! E, soprattutto, dovrebbero sentirsi indotti ad una riflessione: perché? Davvero lo Stato fa fatica a trovare le somme per riconoscere quell’adeguamento stipendiale che è un sacrosanto diritto della categoria, o, forse, è il momento di cominciare a pensare che ci sia qualche longa manus che ostacola questo processo e che, soprattutto, non vuole trovarsi nella condizione di dover dare spiegazioni al resto del personale scolastico?
Personale al quale i dirigenti ladri avrebbero scippato 20 milioni di euro. Sia chiaro: questa somma (cui si sono aggiunte ulteriori briciole in sede emendativa) sarà appena sufficiente per evitare inique restituzioni cui sarebbero stati senz’altro costretti i dirigenti laddove non vi fossero stati tali stanziamenti. Cosa si pretendeva? Di far subire alla categoria, oltre al danno di non essere adeguatamente retribuita, anche la beffa di dover restituire quanto già percepito? Smettiamola, dunque, con enfatici titoloni volutamente tesi ad alimentare una guerra tra poveri ed a reiterare quel sistematico confronto in orizzontale che si fonda su presupposti assolutamente sbagliati.
Nessun’altra categoria subisce quanto quella della dirigenza scolastica, quotidianamente pressata senza le adeguate gratificazioni e bersaglio di informazioni volutamente distorte da parte della stampa. Questo, sicuramente, al Ministro Bianchi sarà detto, con l’amarezza di chi tanto ha combattuto e l’auspicio che, prima o poi, la categoria si decida a quella rivolta silenziosa che potrà esser messa in atto togliendo potere – in termini di rappresentatività – a chi le rema contro.
I dirigenti hanno in mano la chiave del problema: ribellarsi al carnefice. L’invito che rivolgiamo ai colleghi in questi giorni di festa è, pertanto, quello di trovare il tempo di fermarsi a riflettere e pensare un po’ a sé stessi…