RIPORTIAMO IL COMUNICATO STAMPA DIRIGENTISCUOLA
ROMA, 12 OTT – “A pochi giorni dalla presentazione in Consiglio Ministri della legge di bilancio ci sentiamo intrappolati tra dichiarazioni contrastanti e promesse non mantenute. Da una parte, il ministro dell’Economia, anche oggi, annuncia tagli al bilancio dei ministeri e quindi anche al MIM, dall’altra, il ministro dell’Istruzione sembra raccontare una storia diversa, proclamando, quasi quotidianamente, che ci sono nuovi fondi in arrivo, aumenti salariali per il personale scolastico e investimenti per migliorare la qualità dell’istruzione. Attendiamo di capire chi dei due ha ragione“. Lo afferma in una nota DIRIGENTISCUOLA.
“Nel frattempo – continua – l’associazione DIRIGENTISCUOLA racconta la realtà. A fronte delle ripetute dichiarazioni di incrementi salariali e la storia dei tre milioni di euro promessi per l’aumento della parte variabile della retribuzione di posizione, ci sentiamo in dovere di raccontare una storia diversa. Dei tre milioni tanto sbandierati ad oggi neanche l’ombra. L’amministrazione non è ancora in grado di dire, dopo 8 lunghi mesi, in quale legge o decreto legge saranno allocati e la cosa più grave è che sta condizionando la chiusura della contrattazione per l’anno 2024-2025 ad una cifra che i dirigenti scolastici italiani rispedirebbero volentieri al mittente, considerato che quella cifra, altisonante e roboante, si riduce in termini matematici a poco più di 10 euro netti al mese. Una cifra che, di fronte all’inflazione galoppante e al crescente costo della vita, appare a dir poco offensiva. Si promettono adeguamenti e miglioramenti delle condizioni lavorative ma nella pratica questi interventi risultano ridicoli e inadeguati. Ulteriore incoerenza si manifesta sul fronte della contrattazione collettiva: non è stato ancora emesso alcun atto d’indirizzo per il rinnovo del contratto d’area 2022-2024 e il contratto in vigore è bloccato da mesi. Alcune importanti parti del contratto vigente, in primis il lavoro agile, restano inapplicabili a causa della paralisi delle relazioni sindacali. La mancanza di un sistema di valutazione della performance dei dirigenti scolastici, ferma per mancata emanazione entro 60 giorni del previsto decreto ministeriale, da cui dipende la retribuzione di risultato, aggrava uno scenario già preoccupante. Schiacciati da una burocrazia arcaica e dalle scadenze del PNRR, pensate in Europa ma inadeguate per il sistema scolastico italiano che arranca nel compimento di una missione impossibile, i dirigenti continuano a percepire una retribuzione di risultato di soli 5 mila euro lordi l’anno. Questa cifra è ridicola e offensiva se confrontata con quella dei dirigenti ministeriali che possono arrivare a percepire fino a 45 mila euro per produrre soprattutto burocrazia, molestie burocratiche e vessazioni ai DS con nessuna responsabilità personale e la gestione di uffici strapieni di funzionari di settore. Le situazioni critiche sono tante, le denunciamo quotidianamente nell’indifferenza del dicastero dell’istruzione e del merito a cui chiediamo almeno un’operazione verità nei confronti di una categoria che merita chiarezza e non contraddizioni. A parole si promettono adeguamenti e miglioramenti delle condizioni lavorative ma nei fatti solo indifferenza. Assistiamo continuamente – conclude la nota di DIRIGENTISCUOLA – ad artifici linguistici e comunicativi per nascondere il progressivo sgretolamento del sistema scolastico italiano“.
Il comunicato ha avuto immediatamente grande eco sulla stampa e non sono mancate, altrettanto immediatamente, le reazioni.
“Ci attendiamo – evidenzia il presidente Fratta – che il ministro Valditara alzi la voce e faccia capire al collega Giorgetti che i finanziamenti richiesti non servono per aumentare le retribuzioni dei dirigenti scolastici, bensì a PEREQUARLE, onorando un preciso impegno assunto dal Governo sin dal 2017: perequare GRADUALMENTE le retribuzioni dei DIRIGENTI SCOLASTICI a quelle degli altri dirigenti di pari fascia. Noi non chiediamo aumenti, ma PEREQUAZIONE, ossia vogliamo essere considerati e pagati almeno come gli altri dirigenti anche se abbiamo il triplo di impegni e di responsabilità. È, soprattutto, una questione di dignità calpestata per circa 20 anni con le complicità delle OO.SS. d’AREA che per ben quattro tornate contrattuali hanno sottoscritto dichiarazioni a verbale, all’atto della firma dei CC.CC.NN.LL., riconoscendo il diritto alla perequazione, rinviandola però “alla prossima tornata!!” Forse Il ministro Giorgetti e, magari anche Valditara, non sa che per rimuovere lo stallo nel 2017 DIRIGENTISCUOLA ha dovuto organizzare un’azione di protesta DIROMPENTE che non ha precedenti nella storia: cinque giorni di sit-in davanti al Ministero con sciopero della sete e della fame; manifestazione alla quale aderirono migliaia di dirigenti ARRABBIATI e INDIGNATI. Fu allora che il Governo si impegnò a riconoscere la perequazione seppure gradualmente: CCNL 2016/2018 perequazione di posizione parte fissa; CCNL 2019-2021 perequazione parte variabile; CCNL 2022-2024 perequazione di risultato. Siamo alla fine del 2024 e ancora non vengono avviate le trattative!! E stiamo discutendo di tre milioni di euro? Ovvero per poco più di 10 euro al mese? Il Governo deve stanziare i milioni necessari sia per completare la parte variabile della retribuzione di posizione che quella di risultato che è semplicemente vergognosa!
Ai dirigenti scolastici interessa recuperare in primis la DIGNITÀ calpestata da anni. Bastano e avanzano i soldi risparmiati con il taglio degli organici. Nel giro di meno di un ventennio l’organico è passato da circa 18.000 unità, agli attuali 7.500. Un taglio di ben 10.500 unità. Altro che PEREQUAZIONE!!
Ministro Valditara lo faccia capire al collega Giorgetti. Si faccia rispettare. Anche questa è questione di DIGNITÀ. Si comporti da statista e non da politico! La misura è colma! Consegni a Giorgetti una copia del corposo dossier che ho RI-consegnato il 12 settembre in duplice copia al Capo di Gabinetto affinché aveste contezza dei problemi della dirigenza. Anzi lo legga insieme a Giorgetti. Gli consegni anche una copia della lettera aperta che Le ho scritto il 17 settembre. Basta con la propaganda!”