DIRIGENTISCUOLA ha partecipato oggi pomeriggio all’incontro al MIM , convocato con urgenza dal Capo di Gabinetto, Dott. Giuseppe Recinto , per discutere di mobilità interregionale dei dirigenti scolastici.
Presenti le OO.SS. di Area Istruzione e Ricerca. Per DIRIGENTISCUOLA il presidente Attilio Fratta e il vice Francesco Nuzzaci .
Per l’Amministrazione il Capo dipartimento dott.ssa Carmela Palumbo.
La convocazione è giunta a meno di 24 ore prima del previsto collegamento a distanza. L’urgenza è per questa volta giustificata e motivata dal momento che il tema della mobilità interregionale va a intersecarsi con il decreto milleproroghe di imminente approvazione parlamentare.
L’Amministrazione ha illustrato un emendamento finalizzato a derogare al vigente istituto contrattuale a mente del quale si possono riservare alla mobilità interregionale fino al 30% dei posti liberi.
Siccome il CCNL 2019/2021 ancora non è stato sottoscritto e, quindi, non sono stati modificati gli istituti della mobilità, ancora una volta, interviene in deroga il Legislatore … con buona pace delle OO.SS. che cedono volentieri una materia contrattuale al Legislatore!!
Cosa prevede la proposta da un punto di vista tecnico? Riservare il 100% dei posti liberi per ogni regione alla interregionalità a partire dalle operazioni di mobilità 2024-2025, fatta salva l’immissione in ruolo dei vincitori del concorso ordinario. Nell’ipotesi in cui la procedura concorsuale non sia conclusa alla data del 1 settembre 2024, alla mobilità interregionale sarà riservato un ulteriore 50% dei posti messi a bando che rimarrebbero, comunque, “accantonati e garantiti” per tutto il periodo di vigenza della futura graduatoria concorsuale, grazie ad un meccanismo di restituzione successiva . Ciò non comporterà alterazioni numeriche complessive né ripercussioni negative sulla tenuta degli organici già definiti, su cui il MEF non ammetterà eccezioni o deroghe.
DIRIGENTISCUOLA accoglie favorevolmente la proposta nella speranza che non si trasformi in una ennesima illusione! Dopo 5 anni finalmente le parti, dopo tutte le denunce di DIRIGENTISCUOLA, ammettono che la mobilità è materia contrattuale. Considerato, però, che il nuovo CCNL non potrà entrare in vigore prima della mobilità 2024, ancora una volta si ripiega su una soluzione provvisoria facendo intervenire il Parlamento con quella che, anche quest’anno, sarà una grande delusione.
Siccome gli interessati che lo scorso anno esultarono alla notizia della disponibilità del 100% dei posti, dopo la cocente delusione, alla notizia che anche per il prossimo anno sarebbero disponibili per la mobilità il 100% dei posti, meno quelli riservati al concorso, hanno giustamente reagito. È stato escogitato il contentino: saranno disponibili per la mobilità il 100% + il 50% dei posti riservati al concorso SOLO nelle regioni nelle quali la graduatoria del concorso non sarà pubblicata in tempo utile per affidare gli incarichi ai vincitori. Il che, per ovvie ragioni, non potrà verificarsi nelle regioni del nord nelle quali, per effetto della mobilità e dei pensionamenti, aumenterebbero ulteriormente i posti vacanti!!
Ma se la materia è contrattuale perché non è stato rinnovato in tempo utile il CCNL? Perché non sono stati, quindi, modificati gli istituti contrattuali della mobilità previsti per il concorso regionale? Perché non sono stati previsti istituti per i vincitori del concorso del 2017? È stato il caso a decidere che il CCNL dell’AREA istruzione e ricerca non doveva essere rinnovato in tempo utile?
Sono anni che DIRIGENTISCUOLA denuncia l’incredibile situazione che continua a complicarsi di anno in anno….fino ad arrivare al “prestito” del 50% dei posti messi a concorso che dovranno essere restituiti con i dovuti interessi!!
Il tempo perso è stato tanto. Le soluzioni efficaci per la mobilità interregionale dovevano essere discusse e trovare formalizzazione all’interno di un contratto firmato per tempo. La procedura di “cessione e prestito”, descritta oggi al MIM, denota una forte ipocrisia oltre che un indebolimento della forza sindacale, di tutti i sindacati, e in special modo di quei sindacati che hanno permesso che un contratto scaduto andasse in regime di proroga per 6 lunghi anni contribuendo, di fatto, al ritardo nell’introduzione degli istituti contrattuali della mobilità nelle sedi deputate.
Va, comunque, apprezzato lo sforzo dell’Amministrazione disposta a chiedere il “prestito” del 50% che non risolverà di certo il problema. Non occorre la sfera di cristallo per fare previsioni!!