Senza entrare nel merito dell’approvato emendamento sulla mobilità dei dirigenti scolastici, (GU Serie Generale n.73 del 28/03/2022, art.19-quater), non possiamo fare a meno di esercitare quello che da sempre è stato il nostro primo obiettivo: contribuire a fare aprire gli occhi ad una categoria che piegata da incombenze quotidiane sempre più pesanti non ha tempo e soprattutto non è avvezza a certi giochi di palazzo.
Lo abbiamo detto più volte (basta avere la pazienza di cercare sul nostro sito), rinunciando così anche a facili consensi: la mobilità è materia contrattuale, le norme si possono cambiare ma per farlo bisogna disdire il CCNL entro i termini previsti, cosa che è stata fatta SOLO da DIRIGENTISCUOLA (salvo poi altri affermare, nel disperato tentativo di giustificarsi, di averlo disdetto senza provarlo). Fatto è che, dopo tre anni, con strategie dall’evidente scopo dilatorio, il problema è stato affrontato ma al di fuori delle sedi all’uopo deputate.
Perché non si è voluto da parte delle altre organizzazioni sindacali percorrere davvero questa strada? Perché l’Atto d’Indirizzo per avviare una sessione negoziale finalizzata alla modifica della mobilità interregionale è stato dalle stesse lasciato a giacere presso la Funzione Pubblica senza che si alzasse nessuna vera voce di protesta, se non la nostra? Perché si è perso tempo con la favola della mobilità straordinaria, mentendo sapendo di mentire? Perché, in sostanza, si è preferito demandare al legislatore la materia piuttosto che affrontarla nella sede naturale, dove le varie esigenze della categoria avrebbero potuto essere contemperate in maniera approfondita?
Nulla avviene per caso. Menar il can per l’aia per mesi, decidere di non decidere, dando al legislatore l’opportunità di questa espropriazione temporanea alla contrattazione, è stata la vera scelta delle organizzazioni sindacali, nascosta dietro una fitta coltre di nebbia. Non si offenda l’intelligenza dei dirigenti scolastici affermando che non c’erano ormai più i tempi tecnici: proprio questo è stato fin da subito l’obiettivo dei nostri competitor, l’inerzia lo strumento!
Non crediamo che questo atteggiamento sia nel migliore interesse della categoria, soprattutto non crediamo possa essere questo il modo di rappresentarla davvero, senza avere il coraggio davanti alla stessa di assumersi le proprie responsabilità.
Che ne sarà, ora, dell’atto d’indirizzo, impantanato alla Funzione Pubblica?
Abbiamo lottato per eliminare il parere in ingresso degli UU.SS.RR. che viene ora ripristinato ope legis. I DD.GG. degli UU.SS.RR. d’ingresso potranno tranquillamente negare il parere, senza incorrere in nessun ricorso.