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MOBILITY MANAGER: PRESENTE!

MOBILITY MANAGER: PRESENTE!

In un’organizzazione complessa, come quella delle istituzioni scolastiche, non poteva mancare il mobility manager, che, al pari del RSPP, del DPO, e talvolta del Medico competente, rientrerà tra le figure di sistema necessarie per la gestione della cosa pubblica.

È di poche ore or sono l’incontro informativo con il Ministero per l’emanazione delle Linee guida dedicate a questa nuova figura: ecco, in estrema sintesi, chi è e cosa dovrà fare.

Il mobility manager è un docente, ovvero un incaricato esterno, individuato dal dirigente scolastico, sentiti il Consiglio di Istituto e il collegio dei docenti, col compito di promuovere, diffondere e concretizzare la cultura della mobilità sostenibile. È retribuito con fondi derivanti dal contratto di istituto o, se incaricato esternamente, con altri fondi in analogia con altre figure preesistenti (RSPP, DPO ecc.).

E la bozza, sul punto, così recita
Il mobility manager scolastico provvede a:
a) diffondere la cultura della mobilità sostenibile;
b) promuovere l’uso della mobilità ciclo-pedonale e dei servizi di noleggio e condivisione di veicoli elettrici o a basso impatto ambientale;
c) supportare il mobility manager d’area, ove nominato, e le competenti amministrazioni locali ai fini dell’adozione delle misure di mobilità sostenibile fornendo elementi per favorire la sostenibilità degli spostamenti del personale scolastico e degli studenti dell’istituto scolastico;
d) segnalare al competente ente locale eventuali esigenze legate al trasporto scolastico e delle persone con disabilità.

Il nostro parere sull’argomento è lusinghiero ma solo per un versante: l’incardinamento della cultura della mobilità sostenibile nelle scuole, anche e soprattutto come naturale evoluzione dei piani dell’offerta formativa le cui curvature già ampiamente includevano l’argomento.

Le notevoli criticità invece si sono palesate sugli aspetti amministrativi, in quanto se, come vero è, non sono stati stanziati delle risorse specificatamente dedicate, allora ne viene ulteriormente mortificato il miglioramento dell’offerta formativa, i cui fondi, ora, devono tendenzialmente far fronte anche a questo capitolo di spesa.

È indubbio, infatti, che la figura sarà normalmente e auspicabilmente ricoperta da docenti interni all’Istituto in quanto trattasi pur sempre di una figura caratterizzante un aspetto culturale e formativo, come detto, già ampiamente intrinseco nei PTOF delle scuole.

Sul punto si sono mostrate estremamente critiche tutte le sigle presenti all’incontro.

Infine DIRIGENTISCUOLA ha anche evidenziato il difficile onere per la categoria dirigenziale nell’individuare e contrattualizzare l’esperto in materia di mobilità, interno o esterno che sia:
– se interno, ossia un docente, oltre a svolgere l’auspicato ruolo formativo ed educativo, come fare a trovare competenze tali da rispondere agli aspetti tecnici che le Linee guida richiedono?
– se esterno e quindi necessariamente con competenze tecniche riconosciute, quanto retribuirlo e con quali fondi?

E, a dirle tutte, in entrambe i casi è previsto che il mobility manager scolastico debba “supportare il mobility manager  d’area,  ove  nominato,  e  le competenti amministrazioni locali ai fini dell’adozione delle  misure di  mobilita’  sostenibile […].

Ci si chiede quindi come si potrà intervenire concretamente sulla mobilità se non si avesse nessuna interfaccia d’area?

 

 

In Agenda 365 sez. NEWS e sezione MOBILITY MANAGER, prossimamente, un format per la nomina della nuova figura del mobility manager.

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