Ce n’è voluto del tempo, ma alla fine FLC CGIL, CISL Scuola, UIL SCUOLA RUA e SNALS Confsal si sono svegliati, dando mostra di stracciarsi le vesti per l’approvazione alla Camera del disegno di legge che prevede la rilevazione della presenza in servizio dei dirigenti scolastici tramite telecamere, impronte digitali o lettura dell’iride: davvero l’ultima goccia che fa traboccare il vaso.
Dopo aver messo in sicurezza i docenti – giustamente esentati dalla sottoposizione ad una norma non meno folle nei loro confronti – l’ultimo comunicato congiunto della qui ricompattata Quatriade non lesina certamente i toni forti nel sostenere lo sdegno della ritenuta propria controparte datoriale di fronte a una misura inutilmente vessatoria che, implicitamente e incredibilmente, la addita come assenteista, aggiungendo l’indignazione per la lunga incredibile attesa nell’ottenere la certificazione dell’ipotesi del suo contratto firmata lo scorso 13 dicembre; e – nella circostanza – per la permanenza di un silenzio assordante ed estremamente inquietante sulla consistenza del FUN 2017/18 e 2018/19, con cui si remunera la retribuzione di parte variabile e benevolmente si corrisponde la vergognosa mancia della retribuzione di – quale? – risultato.
Da qui l’immmediata azione di protesta e lo sprone a rieditare invii alle diverse autorità istituzionali di singole doglianze, addirittura l’immagine di un’impronta digitale via twitter. Cui seguiranno ulteriori ampie iniziative di mobilitazione, sino allo sciopero della dirigenza scolastica, già proclamato per il 17 maggio per il personale della scuola, a rivendicare: l’indizione dei concorsi ordinari e riservati; l’eliminazione del precariato; le risorse finanziarie per migliorare gli stipendi, per fare ciò che è stato fatto per i dirigenti scolastici; il rilancio degli investimenti per i settori della Conoscenza; l’assoluta opposizione all’autonomia differenziata e contrasto alla regionalizzazione in atto; più qualcos’altro, che sicuramente ci sarà sfuggito.
Tutto ciò a significare che le giuste e sacrosante rivendicazioni della dirigenza scolastica non sono in conflitto con quelle del restante personale della scuola, trovando la loro naturale espressione e composizione nelle attese di tutta la comunità educante, unica garanzia del sistema nazionale di istruzione.
Ma di che cosa si sta parlando?
Si continua a credere che la categoria abbia l’anello al naso o che abbia perso la memoria?
Purtroppo i fatti dicono ben altro! Dove erano quando DIRIGENTISCUOLA ha proclamato lo stato di agitazione per la perequazione e per il portfolio? Dove erano quando DIRIGENTISCUOLA ha chiesto e sollecitato la ricomposizione dei tavoli per la semplificazione, la sicurezza e la valutazione? Dove erano quando, nel maggio 2017, invece di scendere in piazza e partecipare al sit in davanti al MIUR, hanno organizzato assemblee in tutta Italia pur di non far partecipare i colleghi alla manifestazione? Chi ha firmato l’accordo del 30 novembre 2016 barattando la signoria del CCNL con la perequazione? Chi quello segreto (ma da noi svelato) del 30 marzo 2018, reiterato anche nel 2019 con l’aggiunta dell’ANP, per non far corrispondere la retribuzione di risultato dopo circa vent’anni dalla legge che la prevede? Chi è stato ed è preoccupato della reazione dei docenti per l’avvio della perequazione? Chi istiga i docenti contro i dirigenti sommando le mele con le pere?
Ora che hanno perso la maggioranza al tavolo e che hanno capito che la categoria ha aperto gli occhi, che è stanca e stufa di essere presa in giro, che è pronta a reagire, proclamano lo stato di agitazione gridando allo scandalo. Sarà vero? O si tratta di strategia di “contenimento” della indignazione e del malcontento? Dobbiamo pensare che si strapperanno le vesti per eliminare le molestie burocratiche, per modificare le norme sulla sicurezza, per allineare le retribuzioni a quelle degli altri dirigenti di pari fascia, incuranti delle reazioni del comparto, anzi facendo capire che i confronti si fanno in orizzontale non in verticale? Abbiamo grosse perplessità, ma vogliamo crederci….non è mai troppo tardi per recuperare i danni causati ad una categoria alla quale è stata scippata anche la dignità. Se sarà vero, se si uniranno alle nostre rivendicazioni e proteste saremo ben lieti di …percorrere la stessa strada!