PARAGONI STIPENDIALI…TANTO PER COMINCIARE, NON CHIAMATECI “PRESIDI”!

PARAGONI STIPENDIALI…TANTO PER COMINCIARE, NON CHIAMATECI “PRESIDI”!

È da alcune settimane che assistiamo ad una campagna mediatica sfacciatamente tesa a sminuire la mole di lavoro, con annesse responsabilità, scaricata dallo Stato sulla dirigenza scolastica. Non è un caso: in vista della – si spera – non lontana riapertura dei tavoli contrattuali, il comparto è già all’opera per smontare sul nascere le sacrosante richieste perequative avanzate dall’area. Da una sola sigla, per l’esattezza, data l’ambivalenza delle altre, debitrici nei confronti di quella parte dei propri affiliati – docenti e personale ATA – non rientranti nella dirigenza scolastica. Obbligate, in altre parole, alla tutela di interessi contrastanti, ed in quanto tali non propriamente leali nei confronti di tutti i propri adepti.

DIRIGENTISCUOLA, al contrario, quale associazione di soli dirigenti non tenuta, pertanto, a scendere a patti con altre categorie, non può che respingere con forza queste subdole manovre tese a demolire il faticoso cammino percorso da oltre un ventennio, a partire dall’attribuzione della qualifica dirigenziale ai capi d’istituto. La storia ci insegna che ogni tentativo di restaurazione si è rivelato fallimentare, quindi rassegnatevi, signori del comparto: indietro non si torna!

Allora: basta sentir parlare del dirigente scolastico come mero coordinatore della didattica – non a caso la stampa ama ancora chiamarci, riduttivamente ed anacronisticamente, presidi e basta, soprattutto, continuare a fare improponibili paragoni stipendiali tra categorie poste su livelli lavorativi in rapporto verticale. La docenza è cosa ben diversa dalla dirigenza, perchè assolutamente differenti sono i contenuti della prestazione lavorativa e del tutto imparagonabile è il carico di responsabilità.

E se, oggi, c’è ancora qualcuno che osa fare simili paragoni, è proprio perché da troppo tempo ormai si è abituati a non dare il giusto riconoscimento sociale alla figura del dirigente scolastico. Ma il riconoscimento sociale passa anche per il giusto riconoscimento economico, che avrà luogo solo con l’allineamento delle posizioni retributive all’interno dell’area.

Le richieste perequative che saranno avanzate in sede di rinnovo contrattuale poggiano, innanzitutto, su basi ideologiche, perché siamo stanchi di essere considerati mezzi dirigenti.

Quando i signori del comparto – ed i colleghi dirigenti che li stanno inspiegabilmente ad ascoltare – lo capiranno, non sarà mai troppo tardi!

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