Parola di Ministro: questa valutazione dirigenziale è inutile!

Parola di Ministro: questa valutazione dirigenziale è inutile!

I colleghi che entro il prorogato termine del 31 agosto intendevano compilare sotto l’ombrellone portfolii ed implausibile appendici – vuoi per spirito di servizio, vuoi per il timore di subire pregiudizi o veri e propri atti ritorsivi – possono tirare un sospiro di sollievo.

Nel corso della sua audizione nelle commissioni congiunte Istruzione e Cultura di Camera e Senato del 25 luglio, il ministro Bussetti ha riconosciuto l’insensatezza dell’attuale sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, in realtà un clone delle iperconcettuose sperimentazioni confusamente accavallatesi negli ultimi quindici anni e tutte puntualmente naufragate perché scientemente costruite per farle fallire.

Ha affermato, senza mezzi termini, che il caravanserraglio messo in piedi dalla Direttiva 36/16 e replicato con ostinata ottusità anche per l’anno scolastico in procinto di spirare, slegato da ogni forma di incentivo, risulta privo di un requisito essenziale ai fini della valutazione del lavoro dirigenziale.

Abbiamo volutamente atteso un commento di Cgil-Cisl-Uil-Snals. Che non c’è stato, perché spiazzati dalla loro solerzia nell’aver, in un incontro clandestino, convenuto con l’Amministrazione e propri esperti a seguito – reali o presunti – di dover reiterare una pesante ed inutile molestia burocratica inflitta a chi sembra eternamente destinato a far da cavia per legittimare ruoli e funzioni altrui.

Al momento non ci è dato di conoscere come il pregiato ministro intenda rivedere il sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, perché a tutt’oggi sono state disattese le richieste di un apposito incontro avanzate da DIRIGENTISCUOLA.

Non sappiamo dunque se sarà rieditato un percorso di orientamento, riflessione e analisi della loro azione dirigenziale, di soggetti perennemente minorenni e in definitiva un pò tonti, con il corredo di implacabili montagne di carte da riprodurre, compilare, allegare. Oppure se, rispettando le leggi dello Stato e senza coltivare l’illusione di un’impossibile ricerca della formula che eviti una discrezionalità valutativa, voglia egli onestamente e correttamente attribuire ad una valutazione autenticamente dirigenziale – una valutazione seria di una dirigenza vera – il compito di rilevare i soli canonici comportamenti organizzativo-gestionali e il grado di raggiungimento degli obiettivi formalizzati nel provvedimento d’incarico, nella diretta disponibilità del soggetto valutato: come per tutti i dirigenti pubblici, inclusi i pari grado dirigenti amministrativi e dirigenti tecnici dipendenti dallo stesso datore di lavoro, che non ricevono visite di nuclei, né colloquiano in presenza o via skype, né sono sottoposti ad assistenze tutoriali, né sono incisi da defatiganti ed inconferenti incombenze scritturali.

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