Evidente la scelta della DIRIGENTISCUOLA: fornire strumenti per acquisire le nuove competenze e applicare i nuovi istituti e le nuove regole, perché:
1- I dipendenti dello Stato, come ogni cittadino, hanno l’obbligo di rispettare le leggi.
2- I Dirigenti anche l’obbligo di farle rispettare.
3- Se la legge prevede nuove competenze, nuove responsabilità, nuove e diverse organizzazioni, ecc… queste vanno acquisite non rifiutate a priori o contrastate da chi, avendo perso potere nella scuola per averlo gestito male, ora reagisce in modo scomposto arrivando perfino a scrivere un vademecum con il quale, invece di dare consigli e fornire strumenti applicativi della norma, fornisce strumenti per contrastarla … istigando il personale.
Questi, in breve, i motivi che hanno indotto la DIRIGENTISCUOLA a:
1- Scrivere e diffondere un CONTROVADEMECUM e una GUIDA RAGIONATA.
2- Organizzare anche seminari di formazione in molte regioni per affrontare, con i dirigenti, de visu tutte le problematiche e le criticità della nuova legge fornendo strumenti operativi e consigli pratici su come affrontare ogni problema e su come contrastare i “contestatori”.
Le contestazioni, le proteste le impugnative sono legittime, ma non nella scuola o, addirittura, pretendendo e incitando i docenti all’approvazione di ordini del giorno e/o documenti perfino da parte del collegio dei docenti le cui competenze sono previste dalla legge. Anche per questo siamo stati costretti a intervenire … per prevenire l’esposizione a provvedimenti anche di natura disciplinare con un AVVISO AI … NAVIGANTI.
Le legittime rivendicazioni retributive e salariali vanno rivendicate in altra sede e DIRIGENTISCUOLA lo ha fatto e lo sta facendo anche con centinaia e centinaia di ricorsi, con interventi politici e, prossimamente, acquisita la rappresentatività, anche nei tavoli istituzionali… E’ disposta a fare qualsiasi battaglia per recuperare la dignità e la giusta retribuzione della categoria.
Le basse retribuzioni “da pezzenti”, come ha scritto Nuzzaci, purtroppo sono state contrattate e accettate da chi, ora che la categoria si è indignata, grida allo scandalo e, invece di battersi per recuperare il gap retributivo, contrasta l’applicazione della legge con slogan da circo.