Il Ministero dell’istruzione ha deciso, finalmente, di affrontare con le OO.SS. due tematiche importanti su cui DIRIGENTISCUOLA era più volte intervenuta, a difesa della posizione della categoria.
In due incontri, in calendario per il 22 e 30 aprile p.v., si parlerà infatti di :
- Problematica connessa alle azioni di rivalsa attivate dall’Inps.
- Stato avanzamento piano semplificazioni, anche con riferimento alla cessazione del personale scolastico.
E saremo presenti per ascoltare ciò che il MIM, dopo le nostre reiterate richieste di chiarimento e di incontro che da mesi si susseguono, avrà da dirci.
Quello che ci aspettiamo è una risoluzione definitiva delle vicenda “rivalsa”, auspicando che il silenzio tenuto dell’amministrazione sia stato nel frattempo ben speso in interlocuzioni con l’ INPS che ha inondato le scuole d’Italia di multe ai dirigenti scolastici per ritardi nella trasmissione delle cessazioni dal servizio, e che DEVE, senza se e senza ma, ritirare tutti i provvedimenti folli e iniqui, ancorché illegittimi per come l’Avvocatura dello Stato ha dichiarato e alcuni tribunali hanno sentenziato.
Altro nodo cruciale: il piano semplificazioni. A che punto è il cronoprogramma?
A fronte di annunci e di primi STEP, la sensazione della categoria è che la “semplificazione” amministrativa sia ancora un miraggio.
Ad oggi, e prima degli incontri, rileviamo positivamente l’apertura dell’amministrazione che auspichiamo si mantenga tale in futuro, nella convinzione che le OO.SS. debbano essere informate, come è sempre successo in passato, prima dell’emanazione di ogni provvedimento che abbia come destinatari le scuole, e non dopo: prevenire è sempre meglio che curare! L’Amministrazione dovrebbe avere tutto l’interesse a prevenire e lo può fare solo se concorda, concerta, si confronta con chi la scuola la vive.
Per tale aspetto siamo fiduciosi in un cambio di rotta. Ieri con il Piano estate 2024, domani con le vicende INPS, a seguire con le tante questioni rimaste ancora aperte e su cui continueremo a intervenire.
Conclude il Presidente Fratta: “Se nei prossimi due incontri, che abbiamo sollecitato anche con interlocuzioni informali, i problemi non si risolveranno, non resta che reagire incrociando le braccia. La categoria non può continuare a lamentarsi, deve agire e reagire come ha fatto nel 2017. Quante cose sono cambiate dopo gli storici cinque giorni di sit-in e sciopero della fame e della sete davanti al Ministero? L’allora ministra Fedeli al secondo giorno ci convocò e prese degli impegni precisi per quanto concerne la perequazione, la semplificazione – ovvero l’eliminazione delle numerose molestie burocratiche – e le responsabilità soprattutto connesse alla sicurezza. Cosa è cambiato e cosa è peggiorato? E, soprattutto, cosa è disposta a fare la categoria?”