Chiarito l’incidente diplomatico che ha indotto il Presidente Fratta a ricordare al Dr. Greco di convocare i rappresentanti dell’Area Istruzione e Ricerca, il giorno 29 novembre alle 15.00, presso la sala riunioni della Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie si è tenuto l’incontro di approfondimento tecnico sugli aspetti applicativi dell’art. 39 del Decreto n. 129/2018.
Il direttore generale Jacopo Greco ha aperto la riunione illustrando in dettaglio l’art. 39 sottolineando come molte delle preoccupazioni, alimentate strumentalmente in particolare nei social, non hanno in realtà motivo di essere ad una lettura attenta e corretta dei vari commi, e ricordando che, indipendentemente dal regolamento contabile, è la normativa attuale, il vero elemento di criticità che individua il dirigente scolastico quale datore di lavoro. L’intento dell’Amministrazione era ed è, quindi, quello di fornire strumenti tali da consentire al D.S. di poter prevenire e/o evitare responsabilità connesse a mancati piccoli interventi.
Occorre ricordare che la previsione del comma 1 è una facoltà non un obbligo, attivabile dal D.S. con esplicita richiesta e che le fattispecie descritte dai commi 3 e 4, quest’ultimo peraltro espressamente voluto dal Consiglio di Stato nel corso dell’iter di approvazione, appaiono residuali e non sembrano proporre particolari elementi di criticità. In particolare poi sul comma 2, su cui si è maggiormente soffermata la diffusa preoccupazione, il direttore ha inteso chiarire come la volontà dell’Amministrazione era quella di “perimetrare” le responsabilità del dirigente, circoscrivendo le ipotesi di un possibile intervento quando invece il precedente art. 46 del D.I. 44/2001 in vigore lasciava ampio margine di indeterminatezza e dunque maggiori “responsabilità” in capo al dirigente. Queste, in sintesi, le motivazioni dell’Amministrazione.
Ampio e acceso il successivo dibattito, purtroppo, non sempre attinente la problematica de quo bensì la ricerca di consensi.
Dirigenticuola-Di.S.Conf. ha sottolineato con forza le criticità presenti nell’articolo, nel comma 2 e non solo. L’articolo 39 ripropone ancora una volta la commistione e confusione di competenze e responsabilità in materia di edilizia scolastica tra enti locali proprietari e dirigenti scolastici che devono rispondere solo della gestione dei rischi connaturati alle attività scolastiche; quale, ad esempio, la ripartizione di responsabilità tra enti locali inadempienti e i dirigenti scolastici delegati “d’ufficio” nel caso di interventi non realizzati? Il comma 2 in particolare, quale che fosse la volontà dell’amministrazione, appare bisognoso di una maggiore specificazione al fine di evitare letture “equivoche” dello stesso, con conseguenti nuove e non accettabili responsabilità per i dirigenti.
Preso atto delle forti criticità esposte l’amministrazione si è impegnata, in una circolare di prossima emanazione e che sarà anticipatamente inviata alle organizzazioni sindacali, a chiarire ulteriormente tale articolo, nell’intento di non gravare i dirigenti di altri oneri.
Il problema va risolto a monte modificando la normativa sulla sicurezza: gli edifici scolastici sono di proprietà degli enti locali e ogni responsabilità connessa deve rimanere in capo all’ente locale. Anche gli edifici che ospitano, per fare solo un esempio, i tribunali sono di proprietà degli enti locali e la responsabilità non ricade di certo in capo al Presidente del Tribunale!
La soluzione del problema richiede, questa si, una grande mobilitazione della categoria perché la “controparte” non è il o solo il Parlamento, bensì l’ANCI e l’UPI che si oppongono ad ogni modifica della norma! Appena si parla di modifica c’è la levata di scudi come è già successo lo scorso anno con l’AUPI. I parlamentari sono più sensibili alle reazioni dei colleghi delle province e dei comuni che a quelle dei dirigenti scolastici…almeno fino a quando non reagiranno all’unisono!
Nell’incontro del 28 pomeriggio con il Sottosegretario Giuliano, Dirigentiscuola-Di.S.Conf. è stata chiarissima e fermissima: il rodaggio è finito! Dopo sei mesi dall’insediamento del nuovo Governo bisogna riprendere urgentemente i tavoli della sicurezza e della semplificazione, interrotti per fine Legislatura, se non si vuole una marcia su Roma. La categoria è esasperata e la pazienza è finita. Basta una goccia per far traboccare il vaso!