DIRIGENTISCUOLA, rappresentativa
per l’Area Istruzione e Ricerca, ha presentato alle Commissioni V Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera e V Commissione Programmazione economica e Bilancio del Senato, una serie di richieste emendative in vista dell’approvazione del ddl 2112-bis – Bilancio di previsione dello Stato per il 2025 –
In calce il TESTO integrale inviato in Parlamento.
Le proposte mirano a garantire l’allineamento retributivo per i dirigenti scolastici che percepiscono attualmente stipendi inferiori rispetto ai dirigenti della Pubblica Amministrazione di pari fascia. La disparità retributiva è una questione irrisolta. I dirigenti scolastici, che svolgono un lavoro fondamentale per il futuro del Paese, continuano ad avere riconoscimenti economici ben al di sotto delle aspettative e delle responsabilità che gestiscono.
Si aggiunge che il contratto 2019/2021 per l’Area Istruzione e Ricerca è stato rinnovato con un ritardo di tre anni, mentre il nuovo contratto 2022/2024, in scadenza a fine anno, non ha ancora visto l’avvio delle trattative. Questa situazione viene definita dal Sindacato come un’anomalia illogica che deve essere affrontata con urgenza.
Per DIRIGENTISCUOLA è giunto il momento di rompere il silenzio in un contesto in cui le anormalità che caratterizzano il sistema scolastico italiano stanno diventando sempre più consuete. Si sottolinea l’importanza di rispettare l’impegno del Governo, assunto nel 2017, di perequare le retribuzioni, un passo mai realizzato nonostante il significativo carico di lavoro che pesa sui dirigenti scolastici, che ricevono stipendi inferiori a quelli di colleghi di pari fascia di oltre 20.000 euro.
Sebbene il rinnovo del CCNL 2016/2018 abbia garantito la perequazione della retribuzione fissa, le parti variabili e di risultato rimangono inadeguate a causa della mancata emanazione, entro 60 giorni dall’approvazione della Legge 29/07/2024 n. 106, di un decreto da parte del Ministro Valditara, cruciale per definire un sistema di valutazione delle performance e completare così la perequazione stipendiale.
DIRIGENTISCUOLA chiede che nel ddl 2112-bis vengano previsti incrementi significativi per garantire i livelli retributivi adeguati, evidenziando che il riconoscimento economico è una questione di dignità professionale. Solo una volta sanata la disparità, ormai storica, si potrà discutere di rinnovo degli altri contratti del pubblico impiego… alla pari!
Nella relazione si legge di impegni presi dai Governi precedenti e non onorati neanche dall’attuale, di reclamo al Comitato Europeo dei diritti sociali, di norme che regolano i rapporti di lavoro puntualmente disattese, a dimostrazione che attorno alle prerogative dei dirigenti scolastici si stanno consumando gravi inadempimenti contrattuali che rischiano di trovare consolidamento in un sistema “sbilanciato” e, sostanzialmente, incapace di garantire equità e giustizia sociale.
“Dopo 23 anni dal riconoscimento della qualifica dirigenziale, i dirigenti scolastici ancora lottano per un riconoscimento stipendiale che è soprattutto riconoscimento sociale e professionale, lo stesso che il Governo ha tributato a tutti i dirigenti della P.A. di pari fascia. Ci chiediamo in quale altro Stato europeo i dirigenti di pari fascia abbiano una retribuzione differente, in questo caso ridotta di più di 20 mila euro all’anno, a fronte del triplo dei carichi di lavoro e di responsabilità da gestire. Riteniamo sia un’anomalia tutta italiana che, nel silenzio e nell’ indifferenza generale delle istituzioni, sta diventando una “normalità” pericolosa, non solo per la categoria oggi coinvolta, ma anche per l’intero sistema pubblico italiano. Stiamo assistendo alla negazione dei principi costituzionali che, nonostante tutto, non abbiamo dimenticato e che rivendicheremo in ogni momento con gli strumenti che lo Stato democratico ci fornisce “ – dichiara il Presidente Fratta.