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RETRIBUZIONE DIRIGENTI: L’ISTIGAZIONE CONTINUA A SUON DI MENZOGNE!

RETRIBUZIONE DIRIGENTI: L’ISTIGAZIONE CONTINUA A SUON DI MENZOGNE!

Sistematicamente, in odor di rinnovi contrattuali, si odono echi di cantastorie che, con impeccabile tempismo, ricominciano a diffondere quegli stornelli ormai divenuti slogan a sostegno delle battaglie contro i dirigenti scolastici per fomentare la “guerra tra poveri”.

Auspichiamo che i dirigenti stessi prendano atto dell’esistenza di una longa manus che arriva a strumentalizzare i dati pubblicati dall’OCSE e manipolare l’informazione per sferrare l’ennesimo attacco alla categoria, al fine di porre le basi per l’ostruzionismo contrattuale al pur legittimo processo perequativo.

Che in Italia il personale scolastico, tutto, sia retribuito meno del dovuto – e del giusto – è fatto acclarato ed inconfutabile: nessuna novità, quindi, in uno Stato che, da anni, ha fatto della scuola il principale obiettivo della spending review.

Ciò, però, non giustificava affatto l’equivoco concettuale che portava a sistematici confronti verticali tra la classe docente e la classe dirigente. Equivoco alimentato purtroppo dai metodi d’analisi adottati dall’OCSE il cui rapporto, ad una lettura attenta, precisa che si è fatto riferimento ai deflatori per la spesa dei consumatori privati. Per dirla in altre parole: quei 3.500-4.000 euro che guadagnerebbe un dirigente scolastico italiano (ma quando mai?) non rappresentano un valore assoluto, ma il prodotto di una complessa analisi basata su indici economico-statistici che si rifanno al potere d’acquisto. In quanto tale, questa cifra, oltre che non reale, non può essere assunta come base per pseudo parallelismi con le altre categorie del personale scolastico.

Scrivere a caratteri cubitali “i presidi italiani i più pagati al mondo”  o ” i presidi italiani guadagnano in media più del doppio dei docenti” è, pertanto, volutamente menzognero, è il prodotto di una stampa scorretta che spera  di attrare lettori con titolo altisonanti.

Smontata sistematicamente  la insostenibile argomentazione del confronto in verticale delle retribuzioni…solo del mondo della scuola, atteso che i confronti si fanno in orizzontale tra qualifiche, ovvero tra dirigenti di pari fascia, ora viene proposto il confronto tra titoli di studio!!

Nei giorni scorsi, sempre a commento dell’indagine OCSE,  i soliti noti, nel disperato tentativo di scatenare guerre tra poveri,  a sostegno della tesi che vorrebbe i dirigenti scolastici eccessivamente retribuiti, hanno spostato il confronto tra  titoli di studio.  Per qualificare il rapporto di lavoro, non si fa più riferimento alle qualifiche,  alla complessità delle mansioni e connesse responsabilità; il confronto retributivo, d’ora in poi, è da farsi sul titolo di studio posseduto. Quindi, paradossalmente, se il docente o, meglio ancora, il collaboratore scolastico ha due lauree, ha diritto a percepire il doppio del dirigente che ne ha una sola. 

Finalmente, con tutta  l’ironia che il caso richiede, il confronto viene fatto in orizzontale: tra titoli di studio! Quindi tutti i laureati, a prescindere dalla qualifica, devono percepire la stessa retribuzione.  

“The school head is the primary leader responsible for the leadership, management and administration of a school”: questa è la definizione che l’OCSE fa dei capi d’Istituto. Alla summa di poteri attribuiti al dirigente scolastico – codificati, nel nostro ordinamento, nell’art. 25 del D.Lgs. 165/2001 – fanno da contraltare conseguenti, e rilevanti, responsabilità. Responsabilità per cui, spesso, il dirigente è chiamato a rispondere pesantemente in termini economici, giuridici e, perché no, anche morali. Qualunque plurilaureato voglia assumere tale ruolo é libero di farlo, basta acquisire  la qualifica dirigenziale.

Quella qualifica in virtù della quale la dirigenza scolastica rientra nell’Area Istruzione e Ricerca e che ne legittima le sacrosante aspirazioni ad un’equiparazione retributiva ai colleghi di pari fascia. E sottolineiamo: pari fascia!

Fino a quando, come nell’ultimo caso, a sostenere tesi insostenibili, è qualche sindacalista del comparto non rappresentativo dell’AREA, si può anche tollerare: fa il suo gioco! Non è tollerabile che lo facciano coloro che rappresentano, purtroppo per delega di parte della categoria, anche l’AREA. Entrambi si devono rassegnare e farsene una ragione. Anche i docenti ormai hanno le idee chiare e sanno come vanno fatti i confronti.

 

 

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