L’accoglimento dei ricorsi organizzati da DIRIGENTISCUOLA non fa più notizia: ormai la Giurisprudenza si è consolidata. Solo un Giudice sprovveduto potrebbe non accoglierli. Dell’accoglimento non avremmo dato neanche notizia, come è già successo per altri ricorsi accolti, se non avessimo letto il comunicato della CISL della Campania che informa i propri soci dell’esito della prima udienza del Giudice Coppola – Tribunale di Napoli – il quale ha rinviato l’udienza all’11 marzo 2015.
La notizia, quindi, è ufficiale: anche la CISL organizza i ricorsi!
Ammette, quindi, indirettamente, le proprie colpe e si “scusa” con i propri soci andando dal Giudice per chiedere e far riconoscere dallo stesso che la RIA, negata con la sottoscrizione dei CC.CC.NN.LL., è un diritto.
Insomma, che sia il Giudice a sentenziare! Non sarebbe stato più semplice ritirare la firma dai contratti della vergogna?
DIRIGENTISCUOLA plaude comunque: non è mai troppo tardi! Del resto se “errare umanum est, perseverare autem diabolicum!
Speriamo che il pentimento e l’ammissione, seppure indiretta, della propria colpa “infetti” anche le altre OO.SS. della Pentiade che fino ad ora hanno fatto solo “ammuina” per calmare i propri soci, che reagivano ogni qualvolta DIRIGENTISCUOLA comunicava l’accoglimento di un nuovo ricorso.
Perché sino ad ora hanno sempre e solo continuato a prendere in giro i propri soci annunciando diffide inutili e ricorsi civetta, nonostante fossero state accolte oltre quaranta “civette”! Di fatto i ricorsi non sono stati mai presentati ufficiamente, al massimo sono stati organizzati sottobanco, perché non è facile ricorrere ad un Giudice per chiedergli di annullare i contratti dagli stessi sottoscritti …. per la contradizion che nol consente!!
I soci avrebbero aperto gli occhi, avrebbero capito e avrebbero reagito, così come hanno fatto, tant’è che, per calmarli, li hanno prima invitati a inoltrare una diffida all’Amministrazione, poi hanno comunicato che avrebbero organizzato i ricorsi, civetta e non.
Ora gli occhi, grazie alla DIRIGENTISCUOLA, li hanno aperti tutti. Quindi conviene di più ammettere le proprie colpe e chiedere scusa ai soci “a prescindere” o, quantomeno, a coloro che sono ancora disposti a perdonare l’alto tradimento e le reiterate prese in giro.
Attendiamo, quindi, con gioia, i comunicati con i quali tutte le OO.SS. della Pentiade, annunceranno il depositato dei ricorsi, non che li organizzeranno in attesa che le acque si calmino e, con esse, la rabbia e l’indignazione dei colleghi. A risvegliare rabbia e indignazione basteranno i comunicati con i quali DIRIGENTISCUOLA renderà tempestivamente noto l’accogliento di altri ricorsi. E saranno centinaia!!
Se poi oltre ai ricorsi avranno la dignità e il coraggio di ritirare la firma della vergogna … sarà cosa buona e giusta; non vorremmo che i ricorsi servissero per creare un nuovo sistema di dipendenza e per fare cassa. Sarebbe una trovata geniale: prima ti creo un danno e poi mi rendo disponibile a fartelo recuperare con un ricorso!
“Ironia a parte – afferma il Segretario Generale Attilio Fratta – sono convinto, come del resto ho affermato decime di volte, che allorquando saranno depositati tanti ricorsi quanti sono i dirigenti, l’Amministrazione avrà tutto l’interesse a riconoscere, erga omnes, quanto ingiustamente scippato con il consenso della Pentiade, perché risparmierà milioni di arretrati e di spese legali. Ho cercato in tutti i modi e con tutti i mezzi di far capire alla categoria che l’adesione ai ricorsi aveva una forte valenza politica e avrebe indotto l’Ammistrazione a più miti consigli. Purtroppo i responsabili, gli stessi che ora promettono di organizzare i ricorsi, hanno cercato in tutti i modi di disuadere i colleghi dall’aderirvi, definendoci venditori di fumo, commissionando pareri pro-veritate a pagamento, denigrandoci, diffamandoci, ecc… Non ci siamo lasciati intimidire. Siamo andati comunque avanti depositando oltre 700 ricorsi. Penso che ai colleghi faccia bene rileggere quanto da noi scritto all’epoca in risposta a quanto asserito da illustri accademici, nella speranza che gli autori e i committenti abbiano il coraggio di chiedere scusa alla categoria e, magari, anche a noi”