Dopo che DIRIGENTISCUOLA ha denunciato l’ennesima furbata di chi ha chiesto il rinvio della rappresentatività e della connivenza del Governo che, in modo a dir poco truffaldino, ha accolto la richiesta inserendo nella legge di bilancio l’art. 176, nella speranza che nessuno se ne accorgesse, il Governo si è affrettato a stralciarlo.
Convinto che avessimo abbassato la guardia, come hanno fatto in tanti, il rinvio è stato inserito, cambiando solo il numero dell’articolo (da 176 a 15) nel DECRETO-LEGGE 30 novembre 2020, n. 157, noto come ristori-quater, sperando, ancora una volta, che nessuno se ne accorgesse di questo ulteriore e ancora più grave attacco alla democrazia. Trattandosi di un D.L. la norma è entrata, quindi, immediatamente in vigore a meno che, in fase di conversione, entro i previsti 60 giorni, l’articolo venga emendato.
DIRIGENTISCUOLA invita tutta la categoria a sottoscrivere la petizione che, per evidenti ragioni, proroghiamo fino a domenica 6/12/2020 e a condannare con ogni mezzo il disdicevole comportamento di un Governo che ha ingannato la categoria e ha violato le norme più elementari della convivenza civile.
Riportiamo il link della petizione pubblicata il 26/11/2020:
https://forms.gle/KSKg2aQVtNUQNpzy6
“Questo Governo – afferma il Presidente Fratta – non merita più la fiducia che i dirigenti scolastici e l’intero mondo della scuola, gli hanno accordato sottoponendosi a enormi sacrifici e rinunciando anche alle ferie pur di assicurare l’apertura delle scuole addossandosi ogni tipo di responsabilità. Le conseguenze del rinvio della rappresentatività, oltre che essere uno schiaffo per la democrazia, danneggeranno la categoria in modo irreversibile. Bisogna reagire, fino a quando sarà possibile, con le armi della democrazia. Altro che ennesima furbata delle Confederazioni richiedenti che hanno paura dei numeri e tentano di conservare rendite di posizioni danneggiando il mondo della scuola. Il comportamento del Governo è semplicemente scandaloso. Voglio augurarmi che la ministra Azzolina tuteli il mondo della scuola imponendo, mettendo sul tavolo anche le sue dimissioni, lo stralcio dell’articolo della vergogna, presentando, se necessario, un apposito emendamento.”