Avevamo già censurato nello scorso febbraio l’attribuzione alle istituzioni scolastiche di un’incombenza spettante all’INPS, relativa alle operazioni necessarie e propedeutiche al completamento delle posizioni assicurative del personale, finalizzate a certificare il diritto alla pensione, allegandosi a giustifica l’entrata in vigore della Quota cento in uno con la ristrettezza dei tempi concessi per il perfezionamento delle inerenti procedure.
Ma dato che – come suole dirsi – l’appetito vien mangiando, ora l’INPS ci riprova con la nota del 20 settembre u.s. inviata alle scuole a gravarle della richiesta attivazione di un applicativo per l’elaborazione del trattamento di fine servizio con riguardo ai docenti e ATA che intendono o devono essere collocati in quiescenza: con ciò oberandosi i già deficitari, in non pochi casi virtuali, uffici di segreteria di compiti e competenze specifiche non risultanti nel mansionario.
E considerato che alla fine il tutto involge i dirigenti scolastici, giuridicamente responsabili dei servizi – propri e impropri – erogati dalle istituzioni cui sono preposti in posizione apicale, vorrebbe alla buon’ora il Signor Ministro dell’Istruzione trovare anche il tempo di interloquire, e magari non solo su questo elemento che si aggiunge alle tante criticità, con le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali che i dirigenti scolastici rappresentano?