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Sentenza Corte Costituzionale – atto di diffida e messa in mora

Sentenza Corte Costituzionale – atto di diffida e messa in mora

Quando c’era una Costituzione; quando le sentenze della Corte Costituzionale si eseguivano senza se e senza ma; quando il Governo non aggirava le sentenze della Corte Costituzionale; quando dopo aver scippato soldi ai  cittadini e, per effetto di una sentenza, il Governo decide di restituire ad alcuni si e ad altri no solo parte di quanto scippato, facendolo passare come BONUS, ossia come un regalo, non siamo più in un Paese democratico e civile e la dittatura è alla porte.

Che non ci siano soldi;  che l’Italia sia un Paese corrotto; che chi ruba non va in galera; che lo sperpero del danaro pubblico continua; che nessuno dà il buon esempio iniziando con l’eliminare il vitalizio ai parlamentari e a tutti sindacalisti che usufruiscono dello stesso beneficio; che le opere pubbliche costano (chissà perché!) anche il quintuplo che negli altri Paesi, ecc…  lo sanno tutti e ci siamo anche assuefatti invece di reagire!

Che, di conseguenza, il Governo  non poteva fare altro che dire ai cittadini che, quanto scippato, sarebbe stato restituito magari a rate recuperando i soldi spesi allegramente, diminuendo la spesa pubblica e eliminando gli sprechi, sarebbe anche stato accettato e compreso da tutti, seppure a malincuore, ed era prevedibile.

Che, invece, il Governo decidesse d’imperio, di restituire solo una parte di quanto scippato e solo ad alcuni, facendolo passare, peraltro, come BONUS,  questo non se lo sarebbe aspettato nessuno.

Che, di conseguenza, per difendere i propri diritti, non c’è altra soluzione che ricorrere al Giudice, specie per i Dirigenti scolastici, non è una novità.

Alle altre violenze, vedi mancato riconoscimento della RIA, mancata liquidazione, in alcune regioni (vedi UMBRIA) della retribuzione di posizione e di risultato,  dobbiamo aggiungere anche questa, ma, questa volta, non siamo soli!

Il primo  passo è l’invio all’INPS di una diffida e messa in mora con interruzione di qualsivoglia prescrizione

Se il D.L. sarà convertito in legge, entro i previsti 60 giorni, bisognerà ricorrere al Giudice.

Resta una amara delusione e considerazione. Che governo è quello che costringe i cittadini a ricorrere al Giudice? Che fiducia i cittadini  possono avere nelle Istituzioni? Evidentemente questo non interessa ai nostri Governanti. Del resto in Democrazia per governare occorre il consenso del popolo, in dittatura no e in Italia  è alle porte!

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