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SOLI CONTRO IL SISTEMA: IL DRAMMA INVISIBILE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

SOLI CONTRO IL SISTEMA: IL DRAMMA INVISIBILE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

“Quando K contemplava il castello, spesso gli sembrava di osservare qualcuno che se ne stesse là seduto tranquillamente e guardasse davanti a sé, non assorto nei suoi pensieri e dunque inaccessibile a tutto il resto, ma con libera noncuranza: come se fosse solo e nessuno lo osservasse..” Franz Kafka, Il castello.

La recente sospensione del dirigente scolastico Luca Gaggioli del Comprensivo Bonaccorso da Montemagno a Quarrata non è soltanto una vicenda giudiziaria, ma un campanello d’allarme che richiama ancora una volta l’attenzione su un tema cruciale e troppo spesso ignorato: la solitudine operativa dei dirigenti scolastici di fronte a un sistema burocratico asfissiante, a un contesto normativo frutto storico di un  sindacalismo quasi sempre più attento alle tutele individuali che alla funzionalità del servizio, e a un’amministrazione  che non solo non supporta i propri dirigenti, ma anzi li espone e li accusa al primo inciampo, rendendoli bersagli ideali per le inefficienze del sistema.

Un ruolo unico nel panorama della dirigenza pubblica

Nel vasto scenario della pubblica amministrazione, nessun dirigente si trova esposto quanto il dirigente scolastico. Non c’è un altro dirigente della PA che debba occuparsi contemporaneamente solo per citare alcune delle incombenze, della gestione di un servizio pubblico essenziale, della sicurezza degli edifici, della formazione e del benessere di centinaia (se non migliaia) di studenti e lavoratori, senza un reale supporto strutturale. Molte delle rigidità amministrative che ingessano la scuola derivano da accordi e contratti costruiti su logiche di conservazione e protezione, piuttosto che su una reale esigenza di efficienza e innovazione. Nella scuola ogni tentativo di introdurre criteri di efficienza viene subito bollato come un attacco ai diritti dei lavoratori, senza che vi sia una riflessione seria su come migliorare l’organizzazione del servizio.

L’inganno della burocrazia e l’assenza di sostegno istituzionale

Ma il tratto più drammatico è che l’amministrazione centrale non è un alleato del dirigente scolastico: è il primo inquisitore. Se un problema emerge, il Ministero, gli Uffici Scolastici Regionali non offrono soluzioni, ma scaricano le responsabilità su chi è in prima linea. Il dirigente scolastico non ha poteri reali, ma deve rispondere di tutto. E al primo errore (o presunto tale), si trova in una spirale degna de Il Castello di Kafka, dove le colpe sono indefinite, le accuse calano dall’alto senza appello e la difesa diventa un labirinto senza uscita. Norme farraginose, regolamenti contraddittori e un controllo esasperato degli atti costringono i dirigenti a passare più tempo a districarsi tra le mille cervellotiche procedure che a occuparsi della mission istituzionale. Ogni errore formale può diventare un capo d’accusa, ogni firma una potenziale responsabilità personale. E, mentre l’amministrazione centrale siede comoda nel suo Castello, chi resta in prima linea a garantire il funzionamento del sistema scolastico è il dirigente.

L’isolamento del dirigente e la necessità di una riforma

L’attuale modello di gestione scolastica non è più sostenibile. Il dirigente scolastico si trova a dover colmare tutte le falle di un sistema che non ha il coraggio di riformarsi. Se non si vuole che la scuola italiana collassi su se stessa, occorre prendere decisioni chiare e coraggiose:

  1. Snellire radicalmente la burocrazia scolastica, riducendo il carico di adempimenti amministrativi che assorbono ormai tutto il tempo che andrebbe dedicato alla gestione strategica dell’istituto.
  2. Garantire supporto reale ai dirigenti, dotandoli di strumenti, personale qualificato e risorse adeguate.
  3. Riportare l’attenzione sulla qualità del servizio educativo e non solo sulla tutela degli interessi contrattuali del personale.

 

Non possiamo permettere che il dirigente scolastico resti solo contro la burocrazia e le contraddizioni del sistema. Serve un cambiamento, e serve adesso!

Non conosciamo tutti gli aspetti della vicenda del dirigente Gaggioli, sappiamo che molti docenti e la comunità si sono espressi con convinzione a suo favore riconoscendone la dedizione e l’impegno dimostrato negli anni. Abbiamo fiducia nel lavoro della Magistratura.

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