Abbiamo avuto modo di leggere attestati di piena solidarietà – resi da sigle sindacali di comparto – contro gli odiosi attacchi al ministro dell’Istruzione reo di aver doverosamente agito il suo per noi sacrosanto diritto di padre nella scelta della scuola cui iscrivere il proprio figlio di 8 anni, e di aver postato sul suo profilo Facebook dichiarazioni offensive verso alcuni politici e forze dell’ordine, risalenti a quando era un privato cittadino e per le quali ha poi chiesto scusa agli interessati: tal che le pretese sue dimissioni da parte di esponenti dell’Opposizione conveniamo essere decisamente fuori tempo e, ancor più, fuori luogo, essendoci stata già una valutazione politica che il suo pregresso comportamento non fosse d’ostacolo prima alla nomina di sottosegretario e poi a ministro dell’Istruzione in due, più che distinti, opposti governi.
Espressa la solidarietà, i diversi – ma uguali – documenti si concludono ricordando al signor ministro che il giudizio di merito sul suo operato si misurerà sugli atti concreti nella sua attività di governo, sul rinnovo dei contratti scaduti e inerenti risorse finanziarie da reperirsi, per intanto e nell’immediato sugli impegni assunti nell’Intesa dell’1 ottobre u.s. su reclutamento e precariato, da rinnovare in sede di Consiglio dei Ministri per la messa a punto dei disegni di decreto legge e di legge – poi da difendere in Parlamento – e finalizzati a:
- indire, contestualmente a quello ordinario, un concorso straordinario abilitante, semplificato, per valorizzare l’esperienza lavorativa di alcune decine di migliaia di docenti supplenti;
- predisporre percorsi strutturali di formazione e abilitazione di personale docente dopo confronto approfondito con le OO. SS., rigorosamente di comparto;
- accelerare il concorso riservato a DSGA per assistenti amministrativi che abbiano supplito nella superiore qualifica e senza il requisito del possesso di laurea quinquennale specifica;
- istituire tavoli tecnici con le predette OO. SS. in tema di semplificazione amministrativa per le istituzioni scolastiche e educative;
- estendere i tavoli tecnici, questi presso l’Ufficio di gabinetto del MIUR, per sanare le posizioni e le convenute pacificamente acquisite prerogative dei diplomati magistrali ma incise da sentenze negative, pur avendo avuto i soggetti che si vogliono tutelare tutto il tempo per conseguire la richiesta laurea, sin dal secolo scorso, in Scienze della formazione primaria, ma che evidentemente hanno stimato sovrabbondante lo sforzo e ritenuto bastevole per insegnare nel Terzo millennio un semplice diploma di durata quadriennale, acclarato sottoprodotto di gentiliana memoria.
Il tutto in sistematica concordata assenza delle rappresentanze sindacali e professionali della dirigenza scolastica, che pure avrebbe pieno titolo – oppure no? – ad essere interloquita in tema di semplificazione amministrativa e di reclutamento e formazione di risorse umane qualificate, perché giuridicamente esclusiva responsabile della qualità del servizio erogato dalle istituzioni-pubbliche amministrazioni cui è preposta in posizione apicale.
Dunque, più che una solidarietà piena, è stata piuttosto offerta una solidarietà condizionata. A dirla tutta, se non pare irriverente, una solidarietà per poi passare all’incasso.